Un Oceano dentro. Storie per crescere

Intervista allo scrittore svizzero Gionata Bernsconi, con cui abbiamo chiacchierato del suo nuovo libro, di editoria per ragazzi, di scrittura…
Di Clara Storti
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione
Partiamo dall’identikit: Gionata Bernasconi nasce a Mendrisio di mercoledì, è il dicembre del 1970 e – con uno spregiudicato balzo temporale – si diploma ad Avignone, all’Institut de recherche et de formation en art-thérapie. Oggi vive a Bellinzona e si divide fra il lavoro di educatore per la Fondazione Ares (ente di consulenza specializzato in autismo) e quello di docente alla Scuola superiore specializzata per educatori della prima infanzia. Fra le innumerevoli attività che svolge, collabora con scuole sociosanitarie portando i temi della creatività e le possibilità di applicazione in ambito educativo. Ma non è tutto: Gionata è soprattutto autore di libri per bambini e ragazzi…
Segni particolari: d’inverno ama mangiare la cazöla; L’uomo che piantava gli alberi di Jean Giono è una lettura che lo ha segnato e non può prescindere dalla Canzone del padre di Fabrizio De André. Lo manda ai matti «la stampante che non funziona», mentre lo fa stare bene «terminare quello che ho iniziato». La parola che meglio lo descrive è timidezza, «che riesco a nascondere», e per ricaricare le batterie gli bastano un camino acceso e poche parole. Il ricordo a cui tiene di più «sono le persone che non ci sono più, ma che vivono sempre nei ricordi».
Eccoci dunque ai libri (i suoi, beninteso). L’elenco di pubblicazioni di Gionata è piuttosto lungo (una ventina i titoli) ed è inaugurato nel 2006: «La mia prima esperienza è stata un libro di filastrocche» rivolto ad adolescenti e adulti intitolato L’elefante dal fiore in testa (Ulivo), mi racconta mentre prendiamo un caffè al Galleria. Il bar nel centro di Bellinzona è il suo secondo ufficio, dove non di rado si rifugia alla fine di lunghe camminate, ma «in fondo, uno scrittore ha bisogno di poche cose perché l’ufficio, in definitiva, è soprattutto nella sua testa». E quella è anche il luogo dove sono nate le storie che l’autore svizzero ha pubblicato nel corso degli anni: L’onorevole Pasquale Maiale (Edizioni EL, 2012); Lucia e il Brigante (Einaudi Ragazzi, 2013); Martino piccolo lupo (Carthusia Edizioni, 2015); Il re del mercato (Edizioni Fondazione Ares, 2018); La Banda dei Cedri. Giochi pericolosi all’ombra dei castelli (Salvioni Edizioni, 2022) e La Banda dei Cedri. Tre profezie ai bordi del Ceresio (Salvioni Edizioni, 2023) di cui è coautore insieme a Lietta Santinelli. Le sue pubblicazioni sono molte di più (insieme a quelle tradotte), ma lo spazio, qui, è quello che è, rimando perciò al sito dell’autore www.gionatabernasconi.ch per completare le informazioni.
Scrittura e desiderio di scoperta
Nel mentre della chiacchierata, discutiamo di diversi argomenti: Bernasconi mi racconta delle sue vignette satiriche; di scrittura e libri; di quando presenta i suoi nelle scuole e della freschezza interpretativa dei ragazzi, non costretti dalle sovrastrutture che soffocano noi adulti. Delinea poi una sorta di manifesto personale per cui le storie che narra sono sempre reali, mai di fantasia, anche quando i protagonisti sono animali. A un tratto, gli chiedo allora quali siano le ragioni del suo essere narratore: «Si scrive per il desiderio di far scoprire il mondo… Ma senza la presunzione che il proprio punto di vista sia quello corretto».
La copertina del libro ‘Oceano’, edito nel 2025, con l’illustrazione di Marco Somà
Arriviamo infine al pretesto del nostro incontro, ovvero la recentissima (è proprio il caso di un superlativo) pubblicazione del suo nuovo libro per Einaudi Ragazzi: Oceano (2025). Un romanzo di un’ottantina di pagine che racconta la storia di due fratelli, Milo e Alice, la cui vita cambierà per sempre nel giro di pochi giorni:
Speranza, separazione, assenza, istinto, stupore, avventura, sopravvivenza, solitudine, inquietudine, amore fraterno, infanzia, età adulta… Dall’intreccio e anche dai diversi elementi chiamati in causa, ‘Oceano’ pare avere tutti i crismi per essere un romanzo di formazione: da dove muove questa storia?
Con Oceano volevo costruire un racconto che fosse anche un’allegoria della vita, in particolare di quella dei giovani.Lo spunto nasce dalla curiosità e dal desiderio di raccontare il mondo attraverso delle metafore, perché Oceano non è solo quello che sta attorno a Milo e Alice, ma anche quello che si portano dentro.
Le pagine si caratterizzano per una ferma concretezza, soprattutto nelle azioni, che si contrappone all’indeterminatezza dell’epilogo… Insomma, senza anticipare nulla (o troppo) di questa bella storia, che messaggio (in bottiglia) ha voluto consegnare ai giovani lettori?
Gli incontri che Milo e Alice faranno con le creature del mare, (ma anche con le intemperie, la sete, la paura e la speranza) sono metafore sulle difficoltà e l’imprevedibilità della vita. La loro è un’avventura nata da un evento drammatico, ma, in realtà, è soprattutto un viaggio anche dentro sé stessi, dove ad emergere c’è soprattutto il rapporto e l’amore tra fratelli.
Magari è banale: perché Oceano è sempre scritto con la capitale?
L’Oceano è, a tutti gli effetti, il terzo protagonista del racconto. Un’entità viva e pulsante agli occhi dei ragazzi, magnifica e terribile al contempo, con la quale Milo e Alice dovranno convivere. L’Oceano si presta bene per parlare di “vastità e abissi” che sottintendono gli orizzonti e la profondità che possono avere i giovani.
Più in generale, che cosa la spinge a scrivere storie per bambini e ragazzi? Un settore letterario che è considerato dai più di serie B (a torto, beninteso)… O magari è una percezione errata?
Purtroppo, l’equivoco che sia più semplice scrivere per bambini porta a molte autoproduzioni di dubbia qualità che contribuiscono a veicolare l’idea che si tratti di una letteratura più superficiale. Tutta l’editoria andrebbe invece valutata in “buona letteratura” e “pessima letteratura”, indipendentemente dall’età del target di riferimento. In realtà, scrivere per l’infanzia è molto complesso perché la corteccia prefrontale dei bambini non è ancora matura e c’è una ricerca maggiore di ricompensa immediata e una minore capacità inibitoria. L’autore deve quindi stupire qualcuno che ha, mediamente, più fantasia degli adulti, coinvolgendolo emotivamente e mantenendo la sua attenzione. Questo significa agire sui contenuti, ma anche sul ritmo e su meccanismi ingegnosi di narrazione, soprattutto per una generazione di nativi digitali. Questo spiega perché alcuni autori per adulti, quando sono passati a testi per l’infanzia, hanno miseramente fallito.
Buona parte dei suoi libri ha per protagonisti animali antropomorfizzati: che forza ha questa rappresentazione?
Soprattutto per i più piccoli c’è il potere visivo ed emotivo legato alle caratteristiche degli animali e dei loro habitat. Ma, soprattutto, abbiamo i simboli che questi rappresentano. Infatti, gli animali si prestano bene per raccontare i comportamenti della gente e ribaltare stereotipi, ridicolizzando la mancanza di valori di alcuni protagonisti e valorizzando le attitudini di altri. Perché, in fondo, dietro ad ogni piuma o pelliccia il bambino capisce che stiamo sempre parlando di noi.
Figurandoci la sua officina di scrittore, se dovessimo entrarci che cosa vedremmo? Insomma, come lavora?
Lavoro in un caos ordinato. Un ossimoro che mi rappresenta bene, laddove tutta una serie di idee e connessioni deve essere costantemente incasellata in schemi, cancellata e riscritta con colori diversi su piccoli quaderni sparsi. Tutto questo per non perdermi… E poi, comunque, mi perdo lo stesso.
Infine, lei è educatore, docente e autore: come convivono queste tre anime? Si confrontano? Collaborano?
Probabilmente l’anima “narrativa” è quella che influenza il mio modo di concepire il lavoro anche nel campo dell’autismo e dell’insegnamento. Tuttavia, nessuno scrittore parte dall’idea di educare o insegnare qualcosa. Forse è proprio per questo che in nessuna delle tre anime mi ci ritrovo del tutto e, al contempo, tutte e tre un po’ mi appartengono.
L’appuntamento
Gionata Bernasconi presenterà Oceano alla Biblioteca cantonale di Bellinzona mercoledì 5 febbraio, alle 18.30, con la partecipazione di Cristina Zamboni, Daniele Dell’Agnola e Paola Piffaretti.