Maleficamente madre… Nathalie Luisoni

Residente a Cadro, vive una vita funambolica tra famiglia, lavoro e passioni. Per sconfiggere gli spettri del passato ha scritto un libro

Di Natascia Bandecchi

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione.

Nata il 7 novembre del 1982, Nathalie vive a Cadro, nella stessa casa in cui è cresciuta con la famiglia. Orfana adulta di papà Carlo e mamma Donata, compagna di Giorgio e madre dei suoi adorati figli Nina e Noah, in arte “i malefici”. Laureata in Scienze della comunicazione, è funambola tra la sua attività di imprenditrice e quella di esperta in comunicazione. Nonostante il suo viso angelico, quei modi garbati e la sua simpatica erre moscia, rivela anche un lato intriso di autoironia con un pizzico di cinismo che non t’aspetti. Caratteristiche che hanno dato vita al suo primo libro: ‘Maleficamente madre’. A far da contraltare alla sua innegabile determinazione c’è la paura dell’incertezza e della perdita di controllo. Ama la schiettezza e non sopporta le persone che non si mettono in discussione… perché fossilizzate sulle proprie ideologie.

“Sconfiggiamo insieme il senso di inadeguatezza con umorismo, creatività e un buon calice di prosecco”. Questo non è il mio motto, anche se, sul senso di inadeguatezza potrei scrivere un manuale degno di nota. È la frase che campeggia sulla pagina Instagram di Nathalie Luisoni, in arte “maleficamentemadre”. “Provengo da una famiglia che è stata sotto le luci dei riflettori. Negli anni Ottanta, è stata pioniera nel portare ricerca e selezione del personale basate sulle doti dei candidati e sull’intelligenza emotiva. I miei genitori sono sempre stati una forza insieme e questo ha avuto delle ripercussioni su di me, nel bene e nel male”. Crescere con figure di riferimento che, agli occhi del bambino, sono performanti, apparentemente infallibili e dove – parlo per me che scrivo – il motto del babbo è sempre stato “volere è potere”, non aiuta la parte vulnerabile che ognuno di noi ha a manifestarsi, anzi… “Convivo con questa parte che spesso ho messo a tacere, ogni tanto le dico affettuosamente: stai lì buona, va tutto bene. Credo che il segreto sia non volerla schiacciare, ma semplicemente accoglierla, bisogna imparare a conviverci e ad ascoltare il messaggio che porta. Quando la riconosco, mi do una pacca sulla spalla perché significa trovare gli strumenti per integrare un nuovo sentire e creare maggiore consapevolezza di chi sono… senza troppe paranoie”.

Ciambella senza buco

La sfida e la ricerca del fare sempre di più scorrono nelle vene di Nathalie, sarà perché suo padre le ha trasmesso quel modo di andare oltre gli apparenti limiti e sarà perché – lo dice lei – è cosciente del fatto che un po’ di Elettra – quella del complesso – abbia fatto parte della sua crescita nella ricerca di attenzioni del suo amato papà Carlo. “Non mi sono mai concessa di rilassarmi sul sedile del passeggero, forse mi sono un po’ ammorbidita quando sono diventata mamma e sono arrivati Nina e Noah, ma confesso che alberga comunque in me il desiderio di raggiungere sempre dei risultati: in ambito professionale o interpersonale”. E come la mettiamo con l’incassare le sconfitte? “In passato non se ne parlava nemmeno, ma ammetto che con il tempo sono cambiata riuscendo a smussare quel mio lato ipercritico. Oggi so quanto valgo e non succede nulla se una ciambella non esce con il buco perfetto, anzi ho un’esperienza in più che mi permette di lavorare su di me e conoscermi meglio”.

Trampolino

“Vorrei che questo libro mi aiutasse a sconfiggere gli spettri del passato. Vorrei che fungesse da trampolino alla ricerca di me stessa”. Nathalie affida alle pagine di ‘Maleficamente madre’ parti di sé e quesiti esistenziali tra rocambolesche avventure alla Bridget Jones, mentre è alla ricerca di un esorcista per i suoi figli che, per quanto adorabili, ogni tanto la fanno disperare. “Non sono più nel mezzo del cammin della mia vita, la strada l’ho trovata. Mi sento serena a livello relazionale, so cosa voglio e soprattutto cosa non voglio più”. Nathalie sente di essersi lasciata dietro le spalle un periodo buio che ha attraversato senza esclusione di colpi. “Sto attraversando quel periodo in cui un nuovo capitolo della mia vita si è aperto, specialmente da giugno, quando mia mamma è venuta a mancare”.

Ascolto

“Sono stata vicina a mia mamma fino alla fine, un anno e mezzo in cui ho vissuto più al piano di sotto con lei che in casa mia. Eravamo con lei domenica 11 giugno dell’anno scorso, quel giorno è spirata. Accanto a lei c’eravamo io, mia sorella e il mio compagno. Le sono stata vicina con amore, ogni giorno stavo con lei, sapevo come gestire i suoi dolori, sapevo in che momento somministrarle gli oppiacei e gli altri farmaci”. Convivere con una persona che affronta una malattia come quella della mamma di Nathalie non è per niente scontato, ci si chiede cosa sia imprescindibile in circostanze come quella. “Per me è stato fondamentale ascoltare. Ho continuato a esercitare l’ascolto attivo. Volevo ricordarmi e portare sempre con me quello che mi stava trasmettendo… anche quando non ci sarebbe più stata. Non è stato semplice, all’inizio volevo trovare soluzioni per lei, per farla stare meglio, ma quando mi sono resa conto che l’unica cosa che potevo fare era ascoltarla e accettare quello che c’era, nulla più contava”.

‘Here Comes the Sun’

“Mia mamma era morta da poco e noi abbiamo organizzato una festa per celebrarla, assecondando un suo desiderio”. Una canzone tra tutte illuminava quel giorno: ‘Here Comes the Sun’ scritta da George Harrison dei Beatles, una canzone manifesto che è simbolo di rinascita e fiducia nel futuro. “Mia mamma amava quella canzone e gliel’abbiamo dedicata a tutto volume”. Nathalie aggiunge che il passaggio dalla vita alla morte di un genitore va goduto. “Se qualcuno me l’avesse detto anni fa gli avrei riso in faccia, invece è vero. Ho avuto la fortuna di stare con mia mamma, ci siamo dette tanto senza lasciare nulla al caso, ma soprattutto senza lasciare nulla in sospeso. È questo che mi ha permesso di stare in pace. Sono dell’avviso che questo tipo di condivisione aiuti anche le persone che rimangono, non solo quelle che stanno per congedarsi da questa vita”.

Firmacopie

Il 20 febbraio, dalle 16 alle 18, l’autrice sarà alla libreria Il Segnalibro di Lugano per un firmacopie di ‘Maleficamente madre’. Info: @maleficamentemadre.

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