Il talento, la rete e le speranze di Fabiana Mottis

La pallavolo è uno sport “di famiglia” a casa sua. Ma per raggiungere certi livelli sono la costanza, l’impegno e la dedizione a fare la differenza

Di Gino Driussi

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

Di Lostallo, nel Moesano, è nata il 9 agosto 2003. Di padre grigionese e madre boliviana, ha un fratello maggiore. A 6 anni ha incominciato a giocare a pallavolo nel Moesa Volley, dove è rimasta per 5 anni. Poi per un anno ha fatto parte del Giubiasco, prima di trascorrere 5 anni nel Lugano, club con il quale ha esordito in serie A nella stagione 2020-2021, al termine della quale è stata designata “rookie of the year”, cioè migliore esordiente. Con il Lugano ha vinto un titolo nazionale giovanile Under 15 e due Under 17 prima di passare, nell’estate 2021, al NUC di Neuchâtel, club con il quale, lo scorso aprile e alla sua prima stagione, ha conquistato il titolo di Campione svizzero. È altra un metro e 65 e gioca da libero. Per quanto riguarda gli studi, dopo aver frequentato il liceo di Coira, è passata a quello di Bienne (“Sport-Kultur-Studium”). Fabiana Mottis è arrivata seconda, dietro al bronzo olimpico di ski-cross Alex Fiva, nel concorso “Miglior sportivo grigionese dell’anno”.

Incontrandola, nella sua casa di Lostallo, mi colpiscono subito la solarità, l’energia positiva, la determinazione e la personalità di questa ragazza che, a 18 anni, ha già raccolto grandi soddisfazioni. Insomma, la figlia che tutti i genitori vorrebbero avere. Ma incominciamo con la domanda inevitabile che le hanno fatto chissà quante volte, cioè come e quando è nata in lei la passione per la pallavolo? “Ho incominciato da piccolina, avevo 5-6 anni. Mio papà era allenatore del Moesa Volley, club da lui fondato insieme con mia mamma e altri loro amici, e mio fratello vi giocava; era inevitabile che anch’io mi immergessi in quel mondo così familiare. E così piano piano è nata la mia passione per questo sport”.
I cinque anni trascorsi a Lugano sono stati molto importanti per Fabiana, soprattutto perché ha avuto modo di esordire nel massimo campionato svizzero a soli 17 anni. “Il primo anno ho giocato in Terza Lega, perché ero molto giovane, ma è soprattutto nelle giovanili del club, con l’allenatore Luciano Lisanti, che ho fatto esperienza e a cui devo molto. Ho giocato con la seconda squadra in Prima Lega dal 2017, poi, all’inizio della stagione 2020-2021, visto che uno dei due liberi aveva lasciato il club, sono stata chiamata in prima squadra, in serie A, dove sono diventata presto titolare, pur trovandomi in una situazione particolare: durante la settimana frequentavo il liceo a Coira, dove mi allenavo, poi il venerdì raggiungevo la squadra a Lugano per l’ultimo allenamento prima delle partite del weekend. Quindi devo dire che quell’anno è più giocando che allenandomi che ho imparato molto e questo mi ha aiutato tantissimo a crescere, ad acquisire l’esperienza e il ritmo del massimo campionato”.


© Marengo/Mottis

Il salto a Neuchâtel

Poi, un anno fa, il grande salto verso Neuchâtel. “Con mia grande sorpresa, a cercarmi è stata l’allenatrice del Viteos Nuc, l’australiana Laureen Bertolacci. L’idea di giocare in una delle migliori squadre svizzere, per di più detentrice del titolo, mi ha stimolata parecchio. Ci siamo incontrate, abbiamo parlato a lungo e abbiamo raggiunto l’accordo, con mia grande soddisfazione”. Tuttavia, l’inizio non è stato facile, in un ambiente nuovo e molto professionale. “A differenza di quando giocavo nel Lugano, dove mi allenavo poco con le compagne e agivo più d’istinto che di tecnica, a Neuchâtel le cose sono cambiate. Ho imparato che non dovevo essere una specie di trottola in campo, sempre in movimento. L’allenatrice mi ha insegnato i fondamentali, la tecnica del gioco, a correggere gli errori che portavo con me, insomma a essere una vera professionista. Certo, mi è crollato un po’ il mondo addosso, ci sono voluti mesi (e io non sono una che ha molta pazienza…), ma sicuramente ho fatto tanti progressi e di questo sono molto felice”. E, a coronare il tutto, il titolo nazionale conquistato lo scorso aprile battendo nella finale dei playoff le basilesi dell’Aesch Pfeffingen per tre vittorie a una. “È stato fantastico, anche perché ho avuto occasione di disputare tutte e quattro le partite della finale, quindi mi sono sentita pienamente appagata e ho saputo gestire l’enorme pressione che sentivo su di noi. Per non parlare dell’ambiente così bello che regna nel club e della vicinanza manifestata dai nostri fedelissimi tifosi”.


© Marengo/Mottis

Il liceo a Bienne

Anche dal punto di vista degli studi, Fabiana Mottis ha trovato una soluzione molto soddisfacente. “Frequento il liceo ‘Sport und Kultur’ di Bienne, dove mi resta ancora un anno scolastico prima di dare gli esami di maturità. È una scuola che favorisce chi pratica per esempio uno sport o un’attività teatrale o musicale. L’insegnamento è in tedesco e io ho scelto spagnolo come materia principale e sport come materia complementare”. Una volta terminato il liceo Fabiana lascerà ancora tutte le porte aperte, anche se mi conferma di avere una grande passione per le lingue e per la comunicazione (e conversando con lei sono effettivamente rimasto colpito dalla sua facilità di comunicare e dalla sua proprietà di linguaggio).
Per quanto riguarda gli obiettivi sportivi, Fabiana Mottis ha ancora un contratto per la prossima stagione con il Neuchâtel, che spera le serva da trampolino di lancio per la Nazionale: “Giocare con la Nazionale è il mio grande obiettivo e sarebbe un immenso onore. Laureen Bertolacci è diventata anche l’allenatrice della Svizzera e mi ha già invitata al prossimo camp rossocrociato. Ma per adesso devo dare la priorità agli studi”. Al termine di questa gradevole conversazione con Fabiana Mottis, ho una convinzione. Che questo giovane talento abbia tutte le carte in regola per fare tanta strada e togliersi molte soddisfazioni sia nello sport sia nella vita. Ed è quello che le auguriamo di cuore.


© Marengo/Mottis

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