Waldemar Jungner, il pioniere dell’auto elettrica
Nel 1900 brevettò un’innovativa batteria che montò su uno dei primi prototipi di auto a emissioni “zero”. Ma che fine fece la sua invenzione?
Di Alba Minadeo
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione
Capita spesso di cercare una cosa e trovarne un’altra, più interessante e imprevista: questo fenomeno si chiama serendipity, ed è l’occasione di fare delle scoperte per puro caso. Così, nel libro Perché ci ostiniamo di Fredrik Sjöberg (Iperborea, 2018) si può leggere che, più di 120 anni fa, un inventore svedese brevettò un’automobile elettrica… “Waldemar Jungner nacque sotto la fredda stella della povertà, e diventò abbastanza bizzarro da essere adatto a fare l’inventore. In particolare si interessò alle applicazioni pratiche della combinazione tra chimica ed elettricità, e più esattamente alle batterie. In una dura competizione con Thomas Edison, riuscì nel 1899 a ottenere il brevetto per una pila a base di nichel e cadmio. Oggi, a oltre un secolo di distanza, quasi non si crede ai propri occhi quando si legge nelle cronache del tempo che Jungner, nello stesso periodo, costruì un’automobile elettrica che percorse nel centro di Stoccolma il circuito Karlavägen, Norvavägen, Strandvägen, Birger Jarlsgatan, Sturegatan, giro su giro per 148,5 chilometri. Con una sola batteria! Non c’è da stupirsi se l’Ackumulator AB Jungner divenne presto un’azienda grande e redditizia, anche se proprio l’industria automobilistica prese una strada più infelice”.
Il sogno e l’ostinazione
Ernst Waldemar Jungner, fin da piccolo, sognava di diventare un inventore e si impegnò tutta la vita per riuscirci, nonostante la sua fragile costituzione. Nacque nel 1869, nella contea di Västra Götaland, in Svezia, e la carestia di quell’anno influì anche sulla sua salute. All’età di undici anni iniziò gli studi presso la scuola secondaria superiore di Skara e si diplomò nel 1889. A tredici perse il padre. Amava leggere libri sui grandi inventori e si ispirò al famoso fisico e chimico svedese Svante Arrhenius (1859-1927), Nobel per la chimica nel 1903 per la sua teoria sul trasferimento di ioni visti come responsabili del passaggio di elettricità. Nel 1889, Jungner si iscrisse all’Università di Uppsala, dove studiò chimica, matematica, astronomia, botanica, geologia e latino. Proseguì poi gli studi presso il Royal Institute of Technology (KTH) di Stoccolma.
Schema di una “NiCad Battery” (Penn State College of Earth and Mineral Sciences).
Le sue intuizioni
La sua prima invenzione fu un allarme antincendio, detto Pyrofonen. Nel 1890, mise le basi per l’Accumulatore Jungner. Mentre era sul treno per Uppsala, passando davanti a un fiume, pensò a tutta l’energia che veniva sprecata. Si domandò se fosse possibile costruire un serbatoio di energia leggero e trasportabile che, dopo essere stato caricato da una cascata, potesse essere utilizzato per la propulsione di un treno. L’unico accumulatore (una batteria ricaricabile) esistente allora era l’accumulatore al piombo. Waldemar lavorò anche su una serie di altri metalli con proprietà migliori del piombo. L’obiettivo era creare un accumulatore sostenibile ed efficiente pure in condizioni estreme. Il primo accumulatore di Jungner fu una batteria argento-cadmio posta su un’automobile che percorse quasi 150 chilometri senza bisogno di essere ricaricata. Ma l’argento e il cadmio erano troppo costosi e Waldemar li sostituì con nichel e ferro.
Ottenne il brevetto per la sua invenzione e fondò la società Ackumulator Aktiebolaget Jungner. Due anni dopo, il famoso inventore statunitense Thomas Edison brevettò un accumulatore al nichel-ferro. Seguì una lunga disputa tra i due per il brevetto, che procurò serie difficoltà finanziarie alla Jungner. E, infine, Edison vinse, grazie alle sue grandi risorse di denaro. La crisi si aggravò quando un bungalow della fabbrica andò a fuoco nel 1905. Waldemar cedette il suo brevetto ad altri produttori per dedicare il suo tempo a futuri progetti. La compagnia cambiò il nome in Svenska Ackumulator Aktiebolaget Jungner, con produzione a Oskarshamn. Oggi l’azienda si chiama Saft AB e produce batterie al nichel-cadmio molto resistenti, utilizzate principalmente come fonti di alimentazione di riserva o in luoghi con temperature estreme.
Thomas Edison con una Ford a motore elettrico.
Missione di salvataggio al Polo Nord
Nel 1922, Waldemar Jungner entrò nella Royal Swedish Academy of Engineering Sciences e due anni dopo ricevette la medaglia Oscar Carlson dalla Swedish Chemical Society. Morì lo stesso anno di polmonite, all’età di cinquantacinque anni. Durante la missione per salvare Umberto Nobile e i suoi compagni nella tragica spedizione del 1928 al Polo Nord, furono lanciati da un aereo diversi accumulatori, nel tentativo di azionare la radio. L’unico a funzionare fu l’accumulatore al nichel ferro di Waldemar Jungner.
EDISON CONTRO TESLA
Nikola Tesla (1856-1943) fu uno dei più grandi inventori di tutti i tempi, fisico e ingegnere elettrico serbo-croato, immigrato negli Stati Uniti nel 1884 e naturalizzato statunitense nel 1891. All’inizio, lavorò per Thomas Alva Edison, che però non volle mai esaminare i suoi progetti di corrente alternata polifase, perché era sostenitore della corrente continua. Tesla continuò a concentrarsi sulle sue teorie, fondando a New York un laboratorio di ricerca. I suoi brevetti e il suo lavoro formarono la base del sistema elettrico a corrente alternata, della distribuzione elettrica polifase e dei motori elettrici a corrente alternata, con i quali contribuì alla nascita della seconda rivoluzione industriale. Registrò brevetti quasi quanto il suo rivale Edison, ma non riuscì a beneficiare delle proprie idee e ogni volta fu privato dei guadagni. Edison era scaltro negli affari e misurava il valore di una scoperta dalla quantità di dollari che arrivavano alla sua azienda. Tesla invece era un “poeta della scienza” e l’obiettivo delle sue invenzioni era soprattutto lo sfruttamento delle forze naturali per i bisogni umani. Alla fine, Tesla vinse la battaglia per la corrente elettrica, eppure ne uscì sconfitto. Per questo, la sua figura emana ancora oggi molta simpatia e considerazione, tanto che, nel 1984, un gruppo hard rock/heavy metal statunitense scelse di chiamarsi Tesla. E, dal 2003, una famosa casa automobilistica di veicoli elettrici, finanziata dai fondatori di Google, porta il suo nome.
Nikola Tesla (1856-1943).