L’importanza del dolore e della gelosia

Di Red.Ticino7

L’ultimo film di David Cronenberg – Crimes of the future del 2022 – è ambientato in un futuro distopico in cui il dolore fisico e le malattie infettive non sussistono più, probabilmente (ma non viene specificato) grazie al progresso della scienza medica. Contrariamente a quanto tali premesse sembrerebbero implicare, il mondo senza più dolore né malattia è un contesto decadente, involuto, che cade letteralmente a pezzi: c’è il relitto di una nave nel porto, ma non viene mai rimosso; le abitazioni, gli uffici, i locali pubblici sono fatiscenti; nessuno si cura molto delle norme igieniche e anche il senso estetico subisce strane trasformazioni… L’antifona è chiara: il dolore e la paura (per esempio, del contagio) sono le nostre sentinelle, i nostri sistemi di allarme, i segnali che prevengono l’abbassarsi delle difese, rintuzzando la vigilanza e spingendoci a un costante lavoro di manutenzione, riparazione e rinnovo. Senza dolore, la nostra integrità fisica, e la nostra stessa sopravvivenza, sarebbero seriamente in pericolo, e altrettanto dicasi della paura.
“Come geloso, io soffro ben quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero di essere geloso, perché temo che la mia gelosia possa ferire l’altro e perché mi lascio soggiogare da questa banalità”. Così sosteneva, intorno alla metà del Novecento, lo scrittore Roland Barthes lasciando ai posteri una delle più veritiere definizioni su questo strano e indomabile sentimento. Ma a cosa serve la gelosia? E se ne facessimo a meno?
Un festival a Kasserine, in Tunisia, celebra la cultura dei pastori nomadi di una delle regioni più depresse del paese. Ecco la prima parte di un viaggio fra storie, violenze, sviluppo, cultura e speranza che ha compiuto per noi Sara Rossi Guidicelli. Alla quale la buona compagnia non è di certo mancata…
Per tutto il resto (e ne vale la pena) procuratevi l’ultima uscita di Ticino7, come tutti i sabati allegato a laRegione. Buona lettura.

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