Che musica ascoltano i ‘vampiri’?
Era il 1983, l’anno dell’Ep ‘4AD’, sei testimonianze dell’evoluzione dei Bauhaus (e una piccola nota su ‘Bela Lugosi’s Dead’, che piaceva tanto a Bowie)
Di Giancarlo Fornasier
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione
‘Suoni & rumori’
Bauhaus, ‘4AD’ (1983)
Reduci dal successo del loro terzo album (‘The Sky’s Gone Out’, 1982) e sull’onda della cover molto mediatizzata di David Bowie, ‘Ziggy Stardust’ (vedi l’apparizione della band a ‘Top of The Pops’), pubblico e critica si aspettavano grandi cose dal quartetto post-punk di Northampton. Ma la lavorazione e la registrazione del nuovo album (il quarto) si scontra con la salute del leader e voce Peter Murphy, divenuto icona gotica mondiale già a partire dal primo fortunatissimo singolo, ‘Bela Lugosi’s Dead’ del 1979, tributo cine-erotico al genere vampiresco. Il nuovo disco (‘Burning from the Inside’, 1983) apparirà negli scaffali con la formazione già sciolta, e risulterà il meno organico del lotto, frastagliato e monco. Certo meno incisivo del secondo notevolissimo ‘Mask’ (1981).
Sull’onda dello scioglimento, nel 1983 appariranno alcune raccolte di singoli: ‘Bauhaus 1981-1983’ (per la Beggars Banquet) e ‘4AD’, EP contenete i singoli apparsi per l’etichetta londinese 4AD, appunto. Le sei tracce mostrano l’evoluzione del gruppo dal suono minimale di ‘Bela Lugosi’s Dead’ al primo album (‘In the Flat Field’, 1980), oscuro ed energico capolavoro – così lo etichetterà anche il produttore e polistrumentista Steve Albini anni dopo – che mostra l’evoluzione dal suono punk-glam inglese verso una visione tormentata ed esistenzialista. Significativa in questo senso la cover di ‘Rosengarden Funeral of Sores’ di John Cale. Più volte apparsi alla corte di John Peel (un doppio album raccoglierà tutte le sessioni della BBC), nei decenni a seguire Peter Murphy e compagni formeranno e riformeranno i Bauhaus. Per amore più del pubblico e degli incassi che per quanto musicalmente dopo quel 1983 sapranno produrre.
PS: Per rendere in qualche modo il favore ai Bauhaus, David Bowie suggerì al regista Tony Scott di utilizzare proprio il brano ‘Bela Lugosi’s Dead’ come traccia di apertura della colonna sonora del film statunitense ‘The Hunger’ (in italiano ‘Miriam si sveglia a mezzanotte’; siamo sempre nel 1983). Patinato lungometraggio tra vampirismo, immortalità ed erotismo, vede tra gli interpreti anche Catherine Deneuve, Susan Sarandon e lo stesso Duca Bianco. Nella scena, ambientata in una discoteca, i Bauhaus fanno il loro cameo chiusi in una gabbia.