Il castoro cerca casa, uomo permettendo

Cacciato, estinto e reintrodotto. Anche quella di questo ingegnoso roditore è la storia di una convivenza fragile e complessa con l’homo sapiens

Di Chiara Piccaluga

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

Il Castor fiber è un mammifero semiacquatico dell’ordine dei roditori, noto per l’abilità nel costruire dighe e nell’abbattere alberi. Si crea essenzialmente da solo il proprio spazio vitale, anche se sono tuttavia ormai rari i luoghi prossimi allo stato naturale in cui questo animale può svilupparsi.

Nel nostro Paese non è molto facile osservarli allo stato naturale in quanto sono sotto la soglia del numero minimo che garantisce la sopravvivenza a lungo termine. Per chi, però, ha la fortuna di incontrare questo meticoloso lavoratore potrà notare che il corpo del castoro è massiccio, lungo circa 75 centimetri e alto meno di 30, il dorso è arcuato e il collo è grosso; le zampe posteriori sono palmate e tutte le dita sono munite di artigli. La pelliccia è generalmente marrone-rossiccia sul dorso e più chiara o grigiastra sul ventre. La coda larga, piatta e coperta di scaglie, misura circa 25 cm di lunghezza; in caso di pericolo viene sbattuta sull’acqua, segnalando l’allarme; altrimenti aiuta a sostenere l’animale quando sta ritto sulle zampe posteriori e nel nuoto viene usata come timone. Gli occhi sono piccoli e le narici si possono chiudere. I denti incisivi – due sulla mascella e due sulla mandibola – di colore giallo-arancio assumono la forma di uno scalpello ben affilato, rivestito di smalto. Con questi denti il castoro può abbattere grossi alberi. Esso sceglie di solito piante con diametro del tronco compreso fra 5 e 20 cm, ma si sa di castori che hanno abbattuto tronchi del diametro di 75 cm.


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La casa e le tipologie

I castori sono animali sociali. Nelle zone isolate, dove il cibo è abbondante, una comunità di castori comprende molte famiglie. La tana del castoro ha una struttura unica nel regno animale. Ne esistono tre tipi diversi, a seconda che siano costruite su isole, sulle rive di stagni o sulle sponde di laghi. La tana sull’isola è costituita da una camera centrale, con il pavimento appena sopra il livello dell’acqua, e due entrate. Essa viene costruita con ramoscelli, erba e muschio, intessuti insieme e impastati con il fango, e aumenta gradualmente di dimensioni per le riparazioni e le elaborazioni effettuate dal castoro anno dopo anno. La camera interna può misurare 2,4 m in larghezza e fino a un metro in altezza. Il pavimento è coperto di corteccia, erba e schegge di legno; inoltre, a volte vi sono speciali ripostigli aggiuntivi. Le tane costruite negli stagni possono sorgere a poca distanza dalla riva o in parte sopra di essa, con il muro frontale orientato verso lo stagno. Le tane dei laghi sono costruite sulle rive più riparate.


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Architetto e ingegnere

Le dighe, utilizzate dai castori per ampliare l’area intorno alle loro tane e aumentare la profondità dell’acqua, sono costruite con ramoscelli e tronchi d’albero, oppure, più solidamente, con fango, rami e pietre. Con il passare del tempo le dighe vengono riparate e ingrandite, e i materiali galleggianti che rimangono impigliati nella struttura, nonché le radici della vegetazione che cresce sopra di essa, servono a rinforzarle ulteriormente. Spesso il castoro costruisce, più a valle, una diga più piccola per fare rifluire l’acqua contro la diga originale, riducendo, in tal modo, la pressione cui quest’ultima è sottoposta a monte. Le dighe sono alte circa 1,5 m, larghe più di 3 m alla base e più strette in cima. Nel parco nazionale delle Montagne Rocciose, in Colorado, venne trovata una diga costruita da un castoro, lunga più di 300 metri. I bacini artificiali dei castori attirano pesci, anatre e altri animali acquatici. Sebbene le dighe provochino locali inondazioni, esse aiutano a controllare il volume delle acque di superficie e riducono le inondazioni a fondovalle. Col tempo questi bacini si riempiono di sedimenti e gli animali si spostano allora verso una nuova zona. L’area abbandonata si trasforma in un prato.


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‘Sentire’ l’acqua

Sebbene il castoro sia un potente nuotatore, quando si sposta sulla terraferma è sgraziato e ha difficoltà a trascinare i tronchi e i rami di cui si serve come cibo e materiale da costruzione. Pertanto, spesso i castori scavano dei canali per collegare il loro bacino artificiale alla zona dove crescono gli alberi da abbattere. Molti canali sono larghi e profondi fino a un metro e spesso sono lunghi alcune centinaia di metri. Il legname che galleggia viene, quindi, fatto scendere lungo il canale fino al bacino artificiale. Alcuni esperimenti indicano come il rumore dell’acqua corrente sia un elemento che induce il castoro a intraprendere la costruzione di una diga.

Il castoro in Svizzera

In Svizzera le ultime popolazioni autoctone di castori si sono estinte all’inizio del XIX secolo, poi tra il 1957 e il 1977, per reintrodurre la specie, sono stati liberati 141 castori in zone diverse. La distribuzione del castoro sul territorio confederato si limita alle regioni situate a bassa altitudine, cioè al di sotto dei 700 metri di altezza. I biotopi adatti per i castori sono costituiti in Svizzera da ruscelli con poca corrente e di almeno 60 cm di profondità, da fiumi con acque poco correnti e bracci morti, da stagni di una certa dimensione, da bacini collaterali ai corsi dei fiumi e da laghi con rive che presentano una vegetazione legnosa. È inoltre necessaria la presenza di una grande quantità di legno tenero, in particolare i salici. Se le condizioni sono favorevoli, il territorio di una famiglia di castori, sino a 5 individui, può snodarsi da 500 metri fino a 2 km di riva; in caso di scarsa vegetazione a legno tenero, raggiunge anche tre chilometri. Per garantire a lungo termine la salvaguardia dei castori nel nostro Paese, occorre proteggere i biotopi esistenti e unirli tra loro mediante una rete di collegamento costruita nel sistema delle acque del bassopiano svizzero. Attualmente i castori sono presenti nelle regioni pianeggianti dell’altopiano svizzero e sono distribuiti nel Giura nelle Alpi centrali, nel versante sud delle Alpi e nelle Alpi orientali.


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