Come trovare una ‘gallina dalle uova d’oro’
Le storie migliori sono quelle di tutti i giorni. E il cinema lo sa bene
Di Redazione/T7
Pubblichiamo l’editoriale apparso su Ticino7, allegato a laRegione
“L’anteprima del nuovo blockbuster comico, pensata per alimentare un passaparola positivo tra la gente che conta di Manhattan, venne accolta da un silenzio che in genere si associa allo spazio profondo. Quando cominciarono a scorrere i titoli di coda, prova provata di come si possono buttare via centottanta milioni di cucuzze, gli spettatori si alzarono e si trascinarono verso l’uscita con lo stesso entusiasmo degli operai che vanno in fabbrica all’inizio di Metropolis di Fritz Lang.
Mentre i vari opinionisti riprendevano coscienza nell’aria fredda di Broadway, mi trovai faccia a faccia con Nestor Grossnose, un ingombrante rompiscatole che avevo conosciuto ai tempi in cui frequentavamo i ristoranti vegetariani del Sunset Boulevard. Grossnose era un produttore specializzato nell’arte di finire in bancarotta con i progetti più promettenti. Ormai meno controllati nell’alimentazione rispetto a quando eravamo giovani, ci rifugiammo nel Carnegie Deli a consolarci con la carne in salamoia mentre dissezionavamo quanto avevamo appena visto.
‘Che solenne boiata!’ inveì il produttore. ‘Spazzatura per sottosviluppati in tempesta ormonale. Leggi qui, piuttosto’, disse estraendo un ritaglio da una tasca. ‘L’ho trovato su un giornaletto che si chiama The Week. È o non è la nostra gallina dalle uova d’oro?’. In sostanza si trattava di un pizzaiolo di Upper Darby, in Pennsylvania, accusato di mettere topi nei locali della concorrenza. ‘È la prima volta nella mia carriera’, dichiarava il capo della polizia, ‘che un topo viene usato come arma del delitto’. Grossnose mi scrutò in cerca di una reazione, sorridendo come un giocatore che ha appena scoperto di avere un poker d’assi”.
(da Zero Gravity di Woody Allen, La nave di Teseo, 2022)