‘Egolandia’ o le cinquanta sfumature di Narciso

Volete evitare di cadere vittima del narcisista manipolatore? Ecco il contributo giusto per voi…

Di Giovanni Luise

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

Spinti da un sano spirito altruista e desiderosi di evitare disastri umani (che già ce ne sono parecchi in giro), sonderemo in queste prossime righe alcune caratteristiche tipiche del Narciso, in modo da poterlo scovare immediatamente e rimanerne così a debita distanza. Perché, anche se la vita certe cose ce le dice a chiare lettere (fin da subito), conosciamo bene il nostro magico potere di non ascoltarla quasi mai.

La prima cosa da osservare per capire se la persona che hai di fronte è un pericoloso vanesio-sono-tutto-io, è il modo in cui si relaziona. Perché, a prescindere dall’argomento trattato, il soggetto cercherà sempre di veicolare lo stesso identico messaggio che suona pressappoco così: “Ma adesso basta parlare di me dai, parliamo un po’ di te: dimmi… che cosa ne pensi di me?”. È un egocentrico patologico e inizialmente potresti etichettarlo come un individuo completamente innamorato di sé, ma se avrai la sfortuna di frequentarlo ti accorgerai che in realtà è semplicemente innamorato dell’immagine idealizzata che ha del suo sé. In poche parole, non conosce affatto la sua versione originale. Non la conosce lui e non la conoscono nemmeno i suoi familiari. Dimmi, come potresti conoscerla tu? Ama vivere la vita in un continuo alternarsi di seduzione e abbandono verso ogni cosa: famiglia, lavoro, partner e amici. Si annoia di tutto e si esalta per niente, è sempre alla continua (e disperata) ricerca di qualcos’altro rispetto a quello che sta facendo e… nessuno lo capisce. A parte ovviamente le persone “speciali come lui”, i cosiddetti individui-specchio.


S.J. Solomon,”Eco e Narciso”, 1895.

Il ruolo genitoriale

È una sorta di anoressico sentimentale in grado di tenersi a debita distanza da tutte le forme di affetto sincero che, proprio perché autentiche e destinate a essere vissute senza poter essere governate, potrebbero farlo soffrire e… giammai provare sofferenza! Parla spesso di amore ma alla fine è solo innamorato dell’idea dell’amore e il motivo è chiaro: fa molto più male la teoria che la pratica. Crede di essere un supereroe e indossa con arrogante fierezza la sua armatura anestetica fatta di onnipotenza di controllo, sovrastima per le proprie capacità e fantasie di successo spesso deliranti, finendo per essere contemporaneamente sia il salvatore che il distruttore della sua immaginaria città che potremmo chiamare “Egolandia”. Secondo la psicoanalisi, il narcisismo deriva da un’educazione genitoriale in cui è mancata l’affettività verso il bambino che non ha ricevuto il corretto supporto emotivo e crescendo ha finito per ricercare negli altri quell’approvazione tanto desiderata ma mai ottenuta dai suoi genitori.


G. Benzur, “Narciso”, 1881.

Il problema sono ‘io’

Il narcisista, quindi, è una persona con un unico immenso problema: sé stesso. Tutto deve ruotare intorno a lui. Usa la persona che ha accanto come un distributore automatico di autostima e se per caso un giorno non riceve la dose di complimenti dovuta o peggio ancora gli viene sottolineato qualche mancanza o errore, attacca il partner rabbiosamente perché “come osi permetterti di dire qualcosa a un soggetto speciale come me?”. È un seduttore che utilizza il suo fascino esclusivamente per i propri interessi riuscendo sempre a mantenere un certo distacco emotivo creando così un paradosso, perché da un lato tiene lontane le persone per evitare di rimanere sopraffatto dalle possibili emozioni e legami, dall’altra desidera come tutti una relazione stabile e umanamente appagante. Bene, ora che hai in mano gli elementi per diventare un eccellente Narciso-detector, ecco alcune sfumature da tenere a mente.


Caravaggio, “Narciso”, 1597-1599.

E per finire, un po’ di autocritica

Anzitutto è bene ricordarsi che ognuno di noi nasce con un fondamento narcisistico, per cui non è sufficiente che una persona si piaccia, si vesta in modo ricercato o si guardi spesso allo specchio per etichettarla come tale. Un altro elemento molto importante è che bisogna imparare a perdere, perché parliamo tanto di sincerità ma poi se qualcuno ci scarta ci indigniamo, convincendoci che “non mi richiama perché è uno stronzo Narciso!”. Forse non ci richiama perché non gli piacciamo abbastanza. Tutto qui. Ricordiamoci sempre che la scelta deve essere libera per tutti. E infine, per capire se la nostra relazione è appagante, potremmo riflettere sulle parole del poeta uruguaiano Mario Benedetti quando afferma: “Vorrei trascorrere i miei giorni con qualcuno che non ha bisogno di me per niente, ma che mi voglia per tutto”. Se poi delle poesie non ci capisci granché – come il sottoscritto – prova allora ad ascoltare il tuo cuore quando cerca di sussurrarti che certe persone sono per sempre e certe altre mai più.

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