Lo scricciolo, un piccolo simpatico curiosetto

Gli piace dimorare tra i cespugli e muoversi sul terreno ispezionando tutto ciò che lo incuriosisce. Una palla di piume che rallegra il bosco

Di Chiara Piccaluga

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato del sabato a laRegione

Dell’ordine dei Passeriformi, specie Troglodytes troglodytes, lo scricciolo è un uccello molto comune nei nostri boschi. È possibile trovarlo un po’ ovunque, in estate predilige le zone montane, mentre in inverno vive in pianura, tra i frutteti, nei giardini, nei parchi ecc. purché vi sia una densa vegetazione arborea e non disdegna nemmeno i giardini urbani. È un uccello stanziale e vive prevalentemente in località abbastanza umide e abbondanti di arbusti. Nidifica in Canada, in Alaska, lungo le coste degli Stati Uniti, in Europa, in Asia sino al Giappone e in Africa settentrionale.

Sempre di fretta

È un piccolo volatile lungo circa 10 centimetri, ha una corporatura compatta e arrotondata con una piccola coda tenuta spesso eretta. Sia il maschio che la femmina presentano una colorazione uniforme, senza dimorfismi sessuali; il dorso è bruno-rossastro con piccole righe nere, mentre il petto è di colore chiaro con rigature trasversali sul ventre e sui fianchi. Il becco è sottile e leggermente incurvato, le ali sono piccole e le zampe sono lunghe e robuste. Il canto di questo uccello è molto vivace e forte, tanto è vero che è quasi impensabile che un uccello così piccolo riesca a emettere dei suoni che possono essere uditi anche a molta distanza.
Lo scricciolo è un uccellino vivace, si sposta incessantemente, e in modo frenetico, da un cespuglio o da un ramo all’altro alla ricerca di qualche insetto. Predilige posarsi spesso a terra, dove si muove con grande agilità e velocità, tanto da assomigliare a un piccolo mammifero. È anche molto curioso e questa sua curiosità lo spinge a intrufolarsi nei posti più disparati, infatti passa da un luogo all’altro e perlustra tutto ciò che lo incuriosisce.

L’arte del nido

Nella stagione invernale produce un canto chiaro e distinguibile e spesso il maschio e la femmina cantano insieme dando origine a un piacevole duetto. È uno degli uccelli maggiormente parassitato dal cuculo, il quale utilizza il nido dello scricciolo per deporvi le proprie uova, che saranno covate dalla femmina dello scricciolo e poi, i piccoli di cuculo saranno alimentati fino al completo svezzamento. È principalmente insettivoro, dunque si nutre di insetti, ragni e altri animaletti che trova sulle foglie o sul terreno. In autunno aggiunge alla sua dieta anche bacche di qualsiasi genere. La stagione degli amori inizia a fine aprile. Lo scricciolo maschio è poligamo; possiede un territorio in cui costruisce un certo numero di nidi e quando una femmina varca la sua zona inizia a cantare per attirare la sua attenzione e inoltre entra ed esce in continuazione dai nidi costruiti in precedenza. Se la femmina accetta le attenzioni del maschio allora avviene l’accoppiamento. Il nido è sferico con una piccola apertura superiore, solo l’esterno è rifinito, poiché all’interno provvederà la femmina aggiungendo un rivestimento costituito da piume, lana, crini, muschio ecc. È sempre ben nascosto ed è difficile da individuare poiché costruito tra i cespugli più fitti, ma pure a terra fra le radici, tra le fessure di un muro, sotto le tegole di una casa, tra le cavità delle rocce o degli alberi. Il nido non è costruito solo per deporvi le uova, ma anche per essere utilizzato dal maschio come dormitorio per la notte.

Piccolo e furbo

La femmina depone 5-10 uova molto grosse, di colore giallo-bianco, che vengono covate per circa 15 giorni. Il maschio subito dopo la deposizione abbandona la femmina per cercare una nuova compagna. I pulcini rimangono nel nido per parecchio tempo, anche dopo la completa autosufficienza, infatti anche loro lo utilizzeranno come dormitorio. Una favola celtica narra che vi fu una gara tra uccelli per stabilire chi sapesse volare più in alto e potesse così essere proclamato re degli uccelli. Lo scricciolo partì per primo, ma ben presto si stancò e l’aquila lo raggiunse. Molto furbescamente lo scricciolo si appoggiò sul dorso del rapace, si fece trasportare ancora più in alto e a quel punto scattò verso il cielo e vinse.

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