Piccola storia dei certificati lasciapassare

Vaccinati o non vaccinati, oggi il problema è garantire a tutti la libertà di potersi muovere (non solo per bazzicare una spiaggia). Un tema vecchio come il mondo

Di Duccio Canestrini

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato del sabato a laRegione.

“Una masnada di raminghi, estrema e sconcertante”, ecco come lo storico Jacques Le Goff definiva la mobilità umana durante il Medioevo. Sulla via si incontravano innumerevoli dogane e il viandante, se non godeva di particolari “privilegi” accordati dalle autorità, doveva pagare diversi pedaggi. I lasciapassare hanno una lunga storia. Prima dell’era digitale erano cartacei, e in alcune circostanze soltanto orali, semplici parole d’ordine. Le origini dei lasciapassare e del passaporto stanno nei salvacondotti e nel cosiddetto guidaticum. Istituito intorno al XIII secolo, si trattava di una lettera che riportava il nome del portatore, il motivo del suo viaggio e la minaccia della punizione che avrebbe colpito eventuali aggressori.
Non viaggiavano soltanto i raminghi, beninteso, ma anche pellegrini, ciarlatani, avventurieri e mercanti. Questi ultimi, in particolare, erano controllati e soggetti a balzelli e gabelle da parte delle autorità locali. Nella storia dei viaggi si trovano gustosi aneddoti sui salvacondotti accordati ai turisti, se così possiamo chiamarli, che potevano vantare titoli nobiliari. Nei casi di epidemie – ma le notizie giungevano confusamente, un po’ come adesso – il presidio armato degli spazi pubblici e dei luoghi di transito aumentava. Pochi privilegiati, pagando, potevano ricorrere a sotterfugi, come identità fittizie e salvacondotti farlocchi. Inoltre potevano contare su favoritismi e raccomandazioni da parte degli aristocratici locali, capaci di allentare i controlli. Uno dei Leitmotiv della storia è dunque la restrizione della mobilità con lasciapassare individuali contenenti dati che oggi chiameremmo sensibili.


Lasciapassare sanitario di Montecchio (comune oggi situato in provincia di Reggio Emilia) risalente agli anni Venti del Settecento.

Questioni di principio

Tralasciando gli aspetti medici, oggi i pass sanitari sollevano diversi problemi. Primo: sembrano liberatori perché lasciano passare chi è “in regola” ma visti da un altro punto di vista sono discriminatori, perché distinguono tra gruppi di persone e impediscono di godere dei diritti civili a determinate categorie. Secondo: può lo Stato entrare nelle decisioni relative ai corpi delle persone? La risposta, negativa, l’aveva già data il filosofo francese Michel Foucault parlando di biopolitica. Più terra terra, ma non meno efficace è lo slogan in voga nel mondo dello spettacolo: “My body my rules”. Terzo: i gestori di esercizi commerciali e di strutture ricettive, comprensibilmente, non vogliono fare i controllori, non è il loro lavoro. Risultato, allo stato attuale delle cose, si rischia un conflitto sociale ed economico sbilanciato sulle categorie di vaccinato e non vaccinato. Come balbetta sconcertata Sara, la fidanzata di Nico nel film Songbird (vedi più in basso, ndr): “Sembra di essere al cinema”. Non un bello spettacolo, ma stiamo a vedere.


Paul-Michel Foucault (1926-1984), filosofo, sociologo, storico della filosofia, storico della scienza, accademico e saggista francese.

L’ERA DEL “COVID-23” 

“Sono immune, sono immune!” , grida Nico inginocchiandosi davanti a una pattuglia di polizia sanitaria che sta per fucilarlo. Nico è un fattorino, protagonista del film di fantascienza Songbird, prodotto nel 2020 e diretto da Adam Mason. Siamo al quarto anno di lockdown a causa del virus (mutato) Covid-23. Il coprifuoco è permanente, i rastrellamenti da parte dell’esercito sono la norma e si circola soltanto autorizzati, esibendo un braccialetto elettronico che certifica il proprio stato di salute. Pena la morte. Quanto ai contagiati, vengono prelevati a forza dalle loro abitazioni per essere confinati in lazzaretti lager. Tra i sani vi è appunto Nico, un giovane immune al patogeno, innamorato di Sara che invece è costretta alla quarantena insieme a sua nonna, perché è entrata in contatto con una vicina di casa ammalata. Quindi Sara non può vedere, né tantomeno toccare il suo amato. Toccherà a Nico salvare la ragazza, violando la legge per procurarsi, al mercato nero, un braccialetto lasciapassare. Songbird è fantascienza distopica e naturalmente anche sentimentale. Speriamo non prossima. Le recensioni professionali del film, a dire il vero, non sono state molto positive. Paura?

 

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