Senza ‘diversità’ si soffoca un po’

Le città prive di polmoni ‘non convenzionali’ e di luoghi dove sognare mondi diversi sono tombe sociali

Di Giancarlo Fornasier

Pubblichiamo l’editoriale apparso su Ticino7, allegato a laRegione.

I tessuti urbani più stimolanti sono quelli dove tutti trovano uno spazio: i ricchi e chi sta peggio, chi ascolta Bach e chi invece preferisce il peggior rock’n’roll, i cinema con la pizza al taglio e piccoli circoli culturali. E poi dove sta scritto che la pulizia e la bellezza formale siano le sole cose che vanno difese e protette?
Prendete Keith Haring e la New York degli anni Ottanta: il ragazzo aveva molte idee, ma la sua Pennsylvania di provincia offriva solo muri ordinati e giardini ben falciati. A lui serviva altro. Lo troverà nella Grande Mela, che in quel periodo era tra le città più decadenti d’America (ma in molti oggi la ricordano con affetto). Sporca ma ricca di spazi non convenzionali, luoghi dove provare ‘a fare’, sperimentare e comunicare. Senza i cartelloni pubblicitari neri svuotati dalla crisi di quegli anni (lo yuppismo non era ancora arrivato), Haring non avrebbe potuto stimolare chi gli stava attorno coi suoi gessetti e i suoi omini ‘agitati’…
Se vuoi che i cervelli restino e le menti si aprano, la tua città deve poter respirare: altrimenti oltre ai giovani, fuggono anche le idee.

 

 

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