Auto elettriche: attaccati alla presa

Quello che stiamo vivendo sarà ricordato come il punto di non ritorno per il comparto automobilistico. Per forza di cose, visti i cambiamenti sociali in atto

Di Alberto Sarasini

Pubblichiamo un articolo apparso su Ticino7, allegato a laRegione.

L’esistenza è voltare pagina, di continuo. Sovente se ne prende coscienza solo quando si è di fronte al titolo che dà inizio al nuovo capitolo. Una dinamica che funziona anche quando si parla di mobilità a quattro ruote: la tanto amata (o odiata, fate voi) automobile è cambiata con noi e continua a farlo. Ma ci sono pietre miliari che, come fossero un flash improvviso, hanno il potere di trasmettere con maggior intensità il senso del “nuovo”. 
È proprio quello che si aspetta di ottenere, per esempio, il colosso Volkswagen anche qui in Svizzera – che rimane sempre un cuore pulsante speciale e centrale nell’Europa che si muove sulle quattro ruote – attraverso la sua inedita strategia ‘Accelerate’: un programma che nelle ambizioni del marchio cambierà radicalmente il volto della casa, dei suoi prodotti e del modo di approcciarsi all’auto. Come? L’intenzione è quella di trasformare l’auto in un prodotto basato sul software, creando le basi per nuove strategie di mercato incentrate sulla valorizzazione del digitale. E generando perciò ulteriori fonti di profitto lungo il ciclo di vita di ogni vettura, attraverso i servizi di ricarica ed energetici, oltre che con funzioni basate su ulteriori servizi digitalizzati che i clienti possono richiedere solo in caso di bisogno (per esempio, estendendo le funzionalità di base aggiungendo la guida autonoma o altro ancora). La stessa struttura dell’offerta di gamma risulterà molto meno complessa; le nuove generazioni di vetture avranno un numero di versioni di partenza ben più ridotto. La configurazione individuale non riguarderà infatti più l’hardware dell’auto quando la si acquista: quest’ultima sarà potenzialmente completa sin dalla nascita, ma sarà possibile attivare le funzioni desiderate su richiesta, attraverso l’ecosistema digitale di bordo. Fattore che ridurrà in modo significativo la complessità della produzione.

Uno smartphone per volante

Non nasconde un certo entusiasmo lo stesso Olivier Wittmann, a capo della divisione Amag Import AG che si occupa del prodotto delle varie marche sotto il cappello Volkswagen, nonché dell’introduzione delle vetture in Svizzera. È tutto così nuovo che in azienda si sta preparando la transizione su più livelli verso i temi futuri della digitalizzazione e dei nuovi modelli di business che la strategia ‘Accelerate’ intende introdurre, potenziando al contempo in Svizzera l’offensiva della digitalizzazione. Come sottolinea Wittman: “Molte funzionalità sono già oggi basate su software, ma la rivoluzione sarà che in un futuro ormai dietro l’angolo tutti i veicoli disporranno di tutte le prestazioni e funzionalità già integrate alla nascita, seppur non attivate: sarà il cliente a poter decidere quali servizi, ausili o sistemi intende attivare, rendendoli operativi con un aggiornamento da remoto come si fa aggiungendo una nuova app sul proprio smartphone. In questo modo si ottiene esattamente ciò che si ritiene necessario, senza pagare nulla di più. Ma c’è dell’altro: il cliente di un’auto di seconda mano sarà in grado di rendere operative, per esempio, ulteriori funzioni rispetto al proprietario di origine, traducendo letteralmente in realtà il senso di funzionalità su richiesta”. 


Olivier Wittmann, capo della divisione Amag Import AG.

Creare i presupposti

La strategia di VW non è in ogni caso l’unica strada verso l’elettrificazione, destinata a seguire sviluppi e opportunità in varie direzioni. Amag ha scelto, per esempio, di impegnarsi da tempo e in prima persona su investimenti in startup che offrono servizi di mobilità alternativa, tra cui la soluzione di car-sharing Sharoo, piattaforma che permette a privati e aziende di noleggiare le proprie auto a e da terzi. Lo sviluppo in direzione della mobilità elettrica appare infatti più rapido rispetto a quanto si poteva preventivare qualche stagione addietro, soprattutto nel nostro Paese; tanto che Amag ipotizza di poter immettere in commercio una quota di veicoli ibridi ricaricabili (Plug-in) del 25% superiore alle stime entro il 2025. Sulla scia anche del ruolo pionieristico di Volkswagen in questo settore, con otto nuovi modelli elettrici in arrivo solo questo stesso anno. Per i quali la rete di rifornimento resta fondamentale: Volkswagen ha un accordo con i vari partner per installare 18mila nuove stazioni di ricarica nei prossimi anni, ma anche Amag è impegnata in prima linea nell’espansione dell’infrastruttura nei propri siti e parcheggi. Investendo inoltre in impianti solari per produrre direttamente elettricità. Secondo l’importatore svizzero dei modelli del Gruppo, resta tuttavia di primaria importanza la promozione della ricarica presso il proprio domicilio o sul luogo di lavoro, una sfida che può investire anche il mondo politico attraverso opportuni interventi legislativi. Sottolinea Wittmann: “L’offerta di un’infrastruttura di ricarica dovrebbe sempre accompagnare i nuovi edifici e le ristrutturazioni, anche se la nuova legislazione in materia di emissioni di CO2 apre in prima battuta le basi iniziali per creare potenzialmente degli incentivi in questa direzione”. 

Pandemia: interrogativi sulla ripresa

Sul piano più strettamente attuale, preoccupazioni e stili di vita modificati bruscamente in seguito all’emergenza pandemica hanno alterato il normale fluire del mercato automobilistico, insieme ai relativi servizi a esso associati. In questo senso è preziosa la fotografia del momento offerta dalla UPSA, Unione professionale svizzera dell’automobile e organizzazione di categoria dei garagisti in Svizzera. In questo inizio d’anno i numeri totali di vendita sono in leggero aumento rispetto all’anno passato, quando la pandemia aveva determinato il crollo delle vendite già da fine febbraio; allo stesso tempo, si tratta di una ripresa che per il momento appare in tono minore, dato che l’incremento delle vendite nel primo trimestre 2021 è soltanto pari all’1,9%. Con tendenze di mercato piuttosto nette: cresce la diffusione delle motorizzazioni non convenzionali, mentre la diminuzione delle unità a gasolio risulta tre volte superiore rispetto allo stesso calo delle vetture a benzina. Le prospettive di sviluppo di settore, con particolare riferimento alla realtà del Ticino secondo la sezione locale UPSA – costituita già nel 1935 -, appaiono giusto un po’ più promettenti, dove almeno fino a marzo incluso sono prevalse quote di ripresa migliori rispetto al resto della Svizzera con un +15,12% (+438 veicoli) nel primo trimestre. Come fa notare Roberto Bonfanti, presidente UPSA Ticino: “Maggior digitalizzazione e accelerazione verso l’elettrificazione stanno mutando le dinamiche del settore, e i livelli di vendita visti finora ben difficilmente saranno recuperabili; inoltre, la pandemia ha fatto ‘precipitare’ i chilometri percorsi dalla clientela, con conseguente diminuzione dei passaggi in officina”. 

Cambiamenti culturali

Sono tempi in cui la navigazione non appare semplice né chiaramente definita, e dove paiono moltiplicarsi le sfide per il comparto “automotive”: le svariate attività dovranno fronteggiare grossi investimenti per adeguarsi alle nuove tecnologie attraverso strumentazioni, colonnine di ricarica nelle officine e sui parcheggi clienti, nonché sotto forma di costi per la formazione, potendo al contempo contare su minori margini operativi. Determinati sia dall’utile ridotto concesso dai costruttori sui modelli a propulsione alternativa, sia dall’elettrificazione che comporta spese inferiori di manutenzione con introito ridotto per i centri assistenza. Secondo Bonfanti rimangono in ogni caso centrali lo sviluppo qualitativo del servizio e la qualità di formazione del personale, anche per approfittare al meglio delle opportunità finora inespresse: “Le varie politiche ambientali, tramite incentivi/disincentivi, potranno spingere la domanda verso un cambio energetico del parco veicoli, tendenza che potrà dar vita a un certo fermento verso la sostituzione della propria vettura; l’uscita dalla crisi legata al Covid-19 dovrebbe inoltre generare un effetto volano più evidente nel campo degli acquisti, inclusi i servizi del nostro settore. Una volta ripartita la macchina economica, le aziende più virtuose potrebbero infine scegliere un rinnovamento delle proprie flotte più vicino alla sostenibilità ambientale”.


Paul de Courtois, presidente e CEO di Bmw SA.

Sostenibilità, anche nella produzione

La passione sportiva distingue da sempre il prodotto Bmw, che pure deve fare i conti con la progressiva elettrificazione, secondo la strategia di marca da tempo messa in campo: combinare il ‘cuore’ con le esigenze più razionali della mobilità ‘verde’ può forse rivelarsi un’operazione di una certa sensibilità in questo specifico contesto, ma gli sviluppi nel nostro Paese paiono indicare una solida propensione della clientela verso il ‘nuovo mondo’ a quattro ruote. Secondo la stessa filiale svizzera del noto marchio tedesco, infatti, se è vero che resta sempre viva una certa percentuale di clientela affezionata ai propulsori convenzionali e a un certo modo ‘più classico’ di intendere l’automobilismo, è altrettanto innegabile che la tipica “gioia di guidare” Bmw non sia legata a una sola formula di motorizzazione, quanto piuttosto ai contenuti a più ampio spettro offerti dal prodotto. Che resteranno vincolati a un’identità di marca solida anche in futuro, quando la stessa elettrificazione troverà spazio pure nella gamma sportiva Bmw M (Motorsport).
Nel corso del 2021, i modelli xEV elettrificati dovrebbero d’altro canto aumentare di oltre il 75 per cento in tutto il mondo rispetto all’anno precedente. Tendenza consolidata anche in Svizzera, come fa notare il Presidente e CEO di Bmw SA, Paul de Courtois: “Nel nostro Paese, nella scorsa stagione più di una Bmw o Mini su cinque consegnate disponeva di propulsione PHEV o BEV (ovvero Plug-in Hybrid Electric Vehicle e Battery Electric Vehicle, ndr): fattore che ci ha aiutato a soddisfare ancora una volta i severi requisiti in tema di emissioni di CO2 posti dal Governo. E per l’arrivo, quest’anno, dei nostri due modelli completamente elettrici iX e i4, abbiamo già registrato un grande interesse da parte della clientela”. Al di là della tipologia propulsiva, ibrida o elettrica, la marca bavarese punta a produrre il veicolo elettrico più ‘verde’ del mondo tenendo conto di tutta la catena di valore che lo compone, adottando al contempo un approccio mirato all’elettrificazione in tutti i segmenti di mercato. E sarà Mini il primo marchio del Gruppo a diventare totalmente elettrico: nel 2025 verrà lanciato l’ultimo modello a combustione interna.

Guidare il nostro futuro

La mobilità sostenibile, a più ampio spettro – non importa in fondo con quale tecnologia, purché funzioni e sia realizzabile – appare l’espansione irrinunciabile per il pianeta automobile. Sospinta attualmente da elettrificazione a batteria e soluzioni a idrogeno, ma legata a doppio filo anche alla stessa, profonda trasformazione indotta dalle tecnologie digitali – tra presenti, future e futuribili –, che in pochi anni promettono di mutare radicalmente l’esperienza automobilistica: a cominciare dalla guida autonoma, per approdare in un futuro forse nemmeno così lontano al veicolo modulare e in grado anche di volare. Il ‘nuovo che avanza’ fa parte del naturale processo di evoluzione; come tradurre l’impulso all’evoluzione nella migliore realtà possibile è il compito, non certo semplice, di politica e industria, che ne guidano la direzione di sviluppo.


Toyota Mirai. Lʼelettricità è prodotta da celle a combustibile, a loro volta alimentate da un serbatoio di idrogeno.

L’ASIA E LA VIA DELL’IDROGENO

Il tema dell’elettrificazione non si esaurisce con l’auto elettrica alimentata da una batteria: al di là di questa configurazione tecnica, esistono altre risorse attivamente sviluppate e già operative, altre ancora sono in fase di prototipazione. E non soltanto per questioni legate alla maggiore o minore convenienza produttiva. Il colosso Toyota ha inventato la propulsione ibrida di serie già dal 1997. Quest’anno introdurrà il suo primo veicolo totalmente elettrico con numerosi altri a seguire, eppure quest’inverno il suo CEO Akio Toyoda ha voluto sottolineare con fermezza come proprio l’eccessiva velocità nella transizione verso l’auto elettrica rischi di far collassare l’attuale modello di business dell’industria automobilistica: sia come costi complessivi della transizione (anche sociali) sia come scarsità di risorse per assicurare energia elettrica sufficiente, sia soprattutto per la crescita notevole dei livelli di CO2 emessi dalla produzione di batterie come pure dei veicoli. Oltre che dalla stessa generazione di elettricità necessaria, giacché gran parte dell’energia elettrica mondiale è tuttora generata da fonti fossili non rinnovabili. La strada alternativa sviluppata per ora da Toyota, così come dal gruppo Hyundai in Corea, è l’elettrificazione dell’auto per mezzo delle celle a combustibile, alimentate dal serbatoio di idrogeno di bordo: in questo caso la corrente è generata dalle stesse celle, non servono costose e sofisticate batterie, le emissioni si limitano all’acqua e lo stesso idrogeno è fabbricabile in maniera ‘green’. Vetture così equipaggiate sono già in vendita da qualche tempo in entrambe le gamme dei due costruttori – la Toyota Mirai, per esempio, è già alla seconda generazione –, mentre il trasporto merci pesante si dovrebbe affacciare a questa tecnologia a partire da quest’anno. Il vero nodo resta la scarsità di punti di rifornimento, tuttavia in crescita; attualmente in Svizzera la rete conta su sette stazioni operative (h2mobilitaet.ch/en/tankstellen). Un’ulteriore alternativa che Toyota sta sviluppando è l’impiego dell’idrogeno gassoso in un comune motore a combustione, soluzione che non produce CO2: per promuoverne potenziale e contenuti, metteranno sotto stress una Corolla Sport così equipaggiata direttamente in una competizione, partecipando alla prossima 24 Ore di Endurance il 21 maggio in una gara del campionato Super Taikyu Series 2021.

 

 

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