I colori di Natascia Maurino

‘Il colore di questo 2020 è il classic blu, una tonalità senza tempo, elegante nella sua semplicità’. Come quello intenso del mare che bagna la sua Sicilia.

Di Samantha Dresti

Pubblichiamo un contributo apparso in Ticino7, allegato del sabato a laRegione.

Ci incontriamo in un caffè, fuori splende il sole. Natascia vive a Biasca, dove abita con la sua famiglia, ma è nata a Catania: “Adoro le montagne e il bosco vicino, il senso di comunità e la particolare atmosfera che ancora si respira qui”. Estetista e consulente d’immagine, da poco ha realizzato un suo sogno, aprire un’attività indipendente: “Appena ho messo piede in quello che poi è diventato il mio studio, ho sentito forte il desiderio di personalizzarlo, usando i colori pastello che prediligo”. Alle pareti si trovano anche dei suoi dipinti; la creatività non le manca, così come il desiderio di bellezza e armonia. Per sé e per gli altri, come in quel brano di Paola Turci, Tu fatti bella per te: un invito alla donna a non sottostare ai dettami che la vorrebbero schiava del desiderio di piacere agli altri, piuttosto che a sé stessa. Chiedo a Natascia cosa ne pensa e mi risponde parlando di obiettivi da raggiungere, soddisfazione personale, autostima, superando d’un balzo il “semplice” apparire. Quello che le sta a cuore è tirare fuori il potenziale di ogni donna, per avere più controllo sulle proprie scelte e maggiore determinazione. “Apparire è comunicare: esprimere qualcosa di noi che in una certa situazione ci può aiutare a raggiungere un obiettivo”, afferma. Come presentarsi al meglio a un colloquio di lavoro, a un evento, ma anche come sentirsi bene nella vita di tutti i giorni. E lo fa con l’estetista e la consulenza d’immagine, e applicando le tecniche di comunicazione del coaching.

Dal mare alle montagne 

Natascia ha intrapreso questa professione a Catania, dove viveva. Poi, diploma alla mano, è partita da una “città piena di colori, sapori ed emozioni” per trovare uno sbocco professionale e l’indipendenza. Prima tappa Como, dove trova lavoro e si stabilisce; poi Lugano, dove ha un nuovo impiego che le dà maggiore soddisfazione. Qui incontra il futuro marito, Cesare, e costruiscono la loro famiglia: “Diventare madre è la cosa più bella del mondo” , afferma gioiosa. Oggi che i figli sono cresciuti, lei può riprendere il suo percorso professionale, e una personale realizzazione attraverso il lavoro. E questo anche grazie a formazione e aggiornamenti che non ha mai smesso di seguire, come i corsi di comunicazione e psiconeurolinguistica legate alla consulenza e alla valorizzazione dell’aspetto fisico. Con il grande merito di riuscire a legare con armonia (e non è facile) le componenti della sua femminilità: essere madre e moglie, ma anche una professionista responsabile.

La nostalgia diventa arte 

D’accordo le nostre cime, ma non le mancano il Mediterraneo, i suoi profumi, le “atmosfere”? Natascia risponde in modo risoluto: è partita da casa giovane e le è sempre piaciuto conoscere nuovi luoghi… Lo sguardo è sincero, eppure i suoi dipinti paiono trasmettere anche altro. Forse un pizzico di umana nostalgia? 
La chiacchierata si fa più lenta, riflessiva ed esce il vero ‘motore’ della sua ispirazione: i ricordi dell’infanzia, la nonna, quel vivere tutto catanese. “Sarà che sono sensibile, sarà che sono siciliana ma ogni cosa la vedo e percepisco in modo intenso, si drammatizza anche facilmente” , dice sorridendo. Ma emerge subito la grande voglia di conoscere e imparare, che forse sovrasta altre emozioni: “Sono partita perché avevo il desiderio di nuove scoperte, di viaggiare, di aprirmi a nuove possibilità. Anche se la Sicilia è molto stimolante, sentivo l’esigenza di evadere. Forse per un mio bisogno d’indipendenza, che poi per me significa: so prendermi cura di me stessa?; sono in grado di avere il controllo su di me?”. Negli anni questa energia si è trasformata nel desiderio di sostenere gli altri, nel prendersi cura e tirare fuori il meglio da sé stessi: “Perché tutti abbiamo un grande valore e non sempre ce ne accorgiamo e riusciamo a svilupparlo”, conclude Natascia Maurino. Come darle torto.

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