Giocare per crescere (in sicurezza)

È giusto che gli istituti riaprano oppure meglio tenere i ragazzi a casa? Se la scuola fosse puro nozionismo la risposta sarebbe anche scontata, invece…

Di Giancarlo Fornasier

Pubblichiamo un contributo apparso in Ticino7, allegato del sabato nelle pagine de laRegione. 

Lo scorso 24 aprile anche l’Accademia della Crusca ha creduto fosse necessario inserirsi nel dibattito sull’opportunità o meno di riportare i ragazzi sui banchi di scuola (quelli veri, non i monitor). Assodata la priorità e la salvaguardia della salute pubblica, l’importante istituzione a difesa della lingua e della cultura italiane ha riassunto i limiti dell’insegnamento “via web”, evidenziando le ricadute negative che la distanza e l’asetticità dell’online pongono a insegnanti e allievi. Nello scritto (“Documento per la ripresa della vita scolastica”), sono presenti concetti quali: distribuzione temporale, interazione, socializzazione, lavoro di squadra, generazioni diverse, scambio, arricchimento reciproco, fisicità, gestualità, emozioni, abilità manuale e scrittura (non quella sulla tastiera).

Nelle pagine di Ticino7 – allegato a laRegione di oggi – potrete trovare un paio di contributi che ci ricordano proprio l’importanza del confronto diretto e fisico nella nostra quotidianità, privata e professionale. Sulla centralità delle emozioni e le ricadute psicologiche nel rapporto uomo-macchina si china Mariella Dal Farra. Da parte sua Duccio Canestrini ribadisce l’importanza del gioco per la nostra crescita (e non solo nei bambini, aggiungerei), soprattutto se questo è basato su esperienze fisiche e sensoriali. E come la percezione della “pericolosità” di alcune attività ludiche sia mutata nel tempo, si sa.

 

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