I ragazzi di oggi, signora mia!
Gli adolescenti nel 2020 non sono come quelli “di una volta”. Ma più o meno, di quale “volta” parliamo?
Di Giancarlo Fornasier
A forza di leggere che i giovani sono tutti drogati, manipolati e senza dubbio maleducati; che «il rispetto è praticamente scomparso. Non c’è più nelle strade, nelle scuole…» (cit.); che Greta è una marionetta in mano a qualcuno o qualcosa, ora anche Luigi inizia a guardare i propri figli con sospetto. Molto sospetto, sentimento che ha trasmesso pure alla moglie (dedita a yoga e meditazione, ergo tendenzialmente positiva verso gli altri/la vita).
Sicché un collega di Luigi – padre a sua volta di due ragazze adolescenti, ahi ahi – gli ha consigliato un’app per smartphone (tipo agente segreto) che potrebbe salvare corpo e mente dei giovani. L’uomo la usa da tempo, perché teme che le figlie possano barattare le loro anime con una chitarra suonata da Dio e una manciata di brani immortali. Come fece il bluesman Robert Johnson, sapete la storia, no?
Insomma, l’altro giorno Luigi come tutte le mattine prende il treno delle sette e mezza per recarsi in ufficio. Nella carrozza strapiena, dei liceali discutono a modo loro di radioattività, armi nucleari, atomi, fusioni e il rischio per l’uomo e l’ambiente. Forse non tutto quello che dicono verrebbe sottoscritto da un premio Nobel, ma certo lo scambio di vedute è affascinante e di telefonini in mano non se ne vedono. Pensate, anche i piedi sono «educatamente» poggiati sul pavimento (non sui sedili, come vorrebbe il cliché).
«Forse quell’app non mi serve», pensa un paio d’ore più tardi Luigi davanti a un caffè. La sera, tornato a casa, si reca nella camera dei figli: «Ciao! Tutto a posto?». Nessuna risposta: stavano leggendo con la musica ‘a menetta’. Pensa che roba.