E intanto un anno se ne va…

Il bilancio di ciò che abbiamo (o volevamo) fare negli ultimi dodici mesi? Perché no, e scoprire le parole chiave della propria quotidianità.

Di Laura (la Ficcanaso)

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.

“Qual è il tuo brano preferito? Ritrova i brani che ti sono piaciuti di più nel tuo nuovo mix del 2019″. 
L’ultima notifica di Spotify è di pochi giorni fa. Queste cose tecnologiche sono così, più insistenti e costanti di un fidanzato innamorato. Forse persino più affidabili. Non gli importa che tu abbia ignorato tutte le precedenti, neppure che abbia sbuffato di fronte a quei continui tentativi di descriverti e raccontarti chi sei. Come è evidente, insomma, l’analogia con l’innamorato non corrisposto (o quantomeno corrisposto con la discontinuità tipica del vero amore) prosegue ed è perfettamente calzante. 
Avrete notato – e se non lo avete fatto ve lo dico io – che qualche giorno fa tra i contenuti più condivisi sui social c’erano proprio le classifiche di Spotify. Istogrammi, grafici e percentuali per raccontarci quale musica abbiamo ascoltato quest’anno. Alcuni di noi erano felici di vedere in testa Brunori Sas, molti altri si vergognavano di Benji e Fede e Ostia Lido, adducendo scuse non richieste sulle preferenze musicali dei colleghi o incolpando la riproduzione casuale di Spotify. 

Specchio delle mie brame…

In tema di conteggi e bilanci anche l’iPhone non se la cava male. Ogni settimana un puntuale resoconto delle attività ci ricorda quanto tempo abbiamo buttato seduti sul water o sull’autobus a fingere di lavorare, a cazzeggiare, a rispondere a una e-mail molto urgente invece che versare l’acqua nel bicchiere della bambina che la chiedeva da dieci minuti. Ci sono delle percentuali, spesso ci fanno rabbrividire, altre volte ci rendono fieri di noi stessi: «Guarda, questa settimana più minuti spesi per lavoro che per social network». E potremmo continuare a lungo con i resoconti di Facebook, gli album ricordo non richiesti, le sintesi delle nostre amicizie sui social network. 
Ognuno ci racconta un pezzo di noi e spesso gongoliamo, con quel gusto un po’ ingenuo di provare a vedere l’effetto che fa osservarsi da fuori. Come quando ci spiamo camminare nelle vetrine, in cerca dell’effettiva visibilità dei chili persi davvero o provando a sorprendere il portamento che sappiamo di non avere.

In sintesi, dunque

In sintesi, dunque, e in maniera squisitamente analogica dovrei provare anche io a fare un bilancio. In fondo questa è l’ultima «Ficcanaso» dell’anno e lo devo alla Redazione di Ticino7 che mi sopporta con coraggio ogni settimana. In questo 2019 ho perso svariati chilogrammi (mai abbastanza) e tagliato i capelli. Ho trovato lo shampoo giusto e ho ricominciato a mangiarmi le unghie. Fornisco a me stessa sempre abbastanza motivi per mangiarmi le unghie e uno è sicuramente che non leggo abbastanza. 
Ho letto comunque dei libri meravigliosi e altri ne leggerò certamente in questo periodo natalizio. Ho scritto troppo poco e mi sono preoccupata eccessivamente. Non ho ancora imparato a usare Spotify e mi bevo stupidamente tutta la musica che sceglie per me. Ho scoperto l’Estetista Cinica e ne sono diventata una fan. Ho scritto per un anno intero sempre su queste pagine «La Ficcanaso». A spanne, solo quest’anno ne ho scritte più di 50. Per cinquanta settimane qualcuno di voi ha letto, apprezzato, contestato, reagito. Se avessi un algoritmo per analizzare i contenuti trattati credo che in classifica avremmo il disagio, poi i capelli, l’amore, la tristezza, la dieta. 
È stato un anno di tantissime e importantissime frivolezze. E mi auguro che il 2020 ce ne porti almeno altrettante.

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