Qualche errore non guasta

Scrivere è un atto umano, per questo i piccoli refusi vanno sempre perdonati, dai.

Di laRegione

Di tanto in tanto mi riprometto di disattivare quel maledetto correttore di testo che supervisiona i messaggi di posta elettronica. Il più delle volte mi aiuta parecchio quando le mie manone battono anarchicamente sulla tastiera, ignorando qualsivoglia impostazione dattilografica delle dita: tu scrivi una parola priva di senso e il correttore con solerzia te la corregge, provando a indovinare da che parte sta procedendo il tuo cervello. Ogni tanto c’azzecca. Qualche volta, invece, nella fretta non controlli quelle quattro righe e parte quel che parte.
Mi consigliava un esperto collega qualche anno fa: «Mai rileggere quello che si è pubblicato. Indietro non si torna. Meglio guardare avanti…». Parlava della carta stampata, lui che di libri, manuali scolastici, note di copertina e periodici ne aveva visti passare parecchi sotto i suoi occhi. Oggi, nel web, pubblichi appena puoi e meglio che puoi; quando sei «fuori» con la notizia (come dicono quelli veri) con calma darai un’occhiata e sistemerai quelle «i» diventate «u» e le «d» trasformatisi in misteriose «s».
La nostra storia di copertina firmata dalla sempre originale Mariella Dal Farra affronta proprio questo tema, in verità andando ben oltre i comuni refusi legati (anche) alla fretta. Segnata da preoccupante disgrafia e dall’impossibilità di scrivere due righe in modo leggibile (ma bravissima coi touch screen), forse la nostra società sarà ricordata per una sorprendente capacità di comunicare con lessico e sintassi da premio letterario. Tutti bravi, ma tutti uguali? No dai, non facciamoci ricordare come «i meglio»…

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