La musica & i (soliti) doppi sensi

Attenzione: questo articolo contiene parole esplicite. Evitando diminutivi come ‘pisellino’, le abbiamo sostituite col termine enciclopedico (che fa elegante).

Di laRegione

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.

Sì va bene, «Benvenuti all’Hotel California»: ma cosa succedeva davvero lì dentro? Pratiche sataniste? Schiavitù da stupefacenti? È davvero quella canzone, come dice Don Henley, un affresco dell’edonismo della L.A. del 1976? Ogni canzone può avere significati reconditi, se si parte dall’assunto che non sempre si capisce cosa intende l’artista (vedi sopra) e non sempre si fa attenzione ai testi. Nemmeno Ronald Reagan, evidentemente, aveva letto bene il testo di Born in the U.S.A. (una denuncia del post-Vietnam) quando, nel 1984, chiese a Springsteen di poterla utilizzare per la propria campagna elettorale (e il Boss rispose «Non ci provare nemmeno»).

Elton nell’alto dei cieli
Se nessuno ci ha mai spiegato il significato della parola Osanna, rischiamo di trascorrere l’infanzia a chiederci chi sia quel tizio «nell’alto dei cieli» di cui si canta, prima di scoprire che si tratta di interiezione biblica e non di santo (una doverosa nota è per chi ancora lo stesse cercando). In ambiti biblici, stanco per le continue insinuazioni su presunti sottintesi religiosi nei suoi testi, Bernie Taupin, paroliere di Elton John, ne sfornò uno senza senso con dentro nomi di pesci scritti scorrettamente. Quando Elton, nel 1974, canterà Solar prestige a gammon (nemmeno il titolo significa nulla), qualcuno giurerà che si alluda al miracolo della moltiplicazione. Restando a Elton John, Song for Guy non è Song for Gay. Guy era il fattorino della Rocket Records morto per incidente, al quale l’Elton del 1978 dedicò lo strumentale (ma c’è ancora chi si chiede se Guy fosse gay…).

Sesso, droga e kamasutra
In Brown Sugar dei Rolling Stones (1971), solo un ingenuo vedrebbe l’effetto scurente della melassa, liquido bruno che viene separato dallo zucchero tramite centrifugazione; riferimenti all’eroina aleggerebbero anche in A Horse With no Name degli America («Horse», dell’eroina, è sinonimo), mentre in Let It Be «(Mother) Mary» starebbe per marjiuana (ma è solo la mamma di Paul). È invece più credibile che Lucy In The Sky With Diamonds sia un tributo all’Lsd che non un disegno del piccolo Julian Lennon raffigurante la compagna di classe Lucy, come fatto intendere da papà John.
In ambiti sessuali, detto di chi in The Fez degli Steely Dan ci vide un preservativo e non il copricapo bosniaco, Summer of ’69 celebrerebbe la tanto apprezzata posizione del kamasutra (ma Bryan Adams, classe 1959, all’epoca avrebbe avuto 10 anni, e non c’era il portale Pornhub in giro). Pratiche masturbatorie si celano in Muscle of Love («Muscolo d’amore») di Alice Cooper e nelle autoterapiche Pictures of Lily degli Who («Le foto di Lily mi hanno aiutato a risolvere i problemi d’infanzia»). 
Ma vi sono centinaia di altri esempi del fai da te (a testimoniare la pratica assai diffusa): l’Italia ha il suo monumento in America di Gianna Nannini («E allora accarezzo la mia solitudine»). Quanto a Gelato al cioccolato, l’opera aprirebbe alla sterminata produzione di doppi sensi che va da Cristiano Malgioglio agli AC/DC di Big Balls, passando per le orchestre-spettacolo della bassa padana.
Per chi fosse interessato ad approfondire il tema, l’appuntamento con altri esaltanti (o eccitanti) brani è fra due settimane. Sempre su queste pagine. 

(ALTRI) SETTE BRANI DA RIASCOLTARE E DA RIVEDERE

Every Breath You Take 
Brano dei Police (1983). È nella colonna sonora degli sposi di tutto il mondo, ma non è una storia d’amore. Lei è una stalker che non lo lascia respirare. «È una canzone sadica» (lo dice Sting).

Got to Get You into My Life
Dei Beatles (1966). L’invito a entrare nella vita è sì riferito a una persona, ma a una persona che vuole fare entrare nella propria vita la marijuana (lo dice Paul McCartney).

In the Air Tonight
Di Phil Collins (1981). Il verso «Mi dicesti che stavi annegando» alimentò la storia di un tizio che vede un altro annegare (e lo lascia annegare). Ma l’annegamento è psicologico: è il divorzio dalla signora Collins.

I Don’t Like Mondays
Dei Boomtown Rats (1979). Non è il dramma di iniziare la settimana, ma il primo omicidio scolastico di massa: quando, nel 1979, chiesero a Brenda Ann Spencer il perché della strage, lei rispose: «Perché non amo i lunedì».

Daniel
Di Elton John (1973). Non è mai stato un manifesto dell’omosessualità. Daniel è il nome di un reduce del Vietnam che decide di andare a vivere in Spagna. Chi canta è il fratello minore, che gli dice quanto gli manchi.

Total Eclypse of the Heart
Di Bonnie Tyler (1983). Chi, alle feste di compleanno degli anni Ottanta, si fosse baciato su questo lento cantato dalla Rod Stewart in gonnella, sappia che non si trattava d’amore, ma di vampirismo.

Go to Go (VIDEO VIETATO AI MINORI, SE NON SEGUITI DA UN GENITORE DISPOSTO A METTERSI IN DISCUSSIONE)
Delle Adam (2014). Per comprendere in pieno il brano della band olandese femminile, il cui significato recondito è celato poco sotto l’inquadratura, è consigliata la visione del relativo videoclip su YouTube.

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