Di neuroni e metabolismo
Quando gli esami non finiscono mai
Di laRegione
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.
Sempre meglio che tagliarsi i capelli cortissimi, ho pensato prima di destinare cospicua parte del mio stipendio a ben due corsi di formazione. Per la prima volta nella mia vita arrivo alla primavera senza propositi di dimagrimento o di esercizio fisico. Una parte di me teme di aver gettato la spugna, l’altra illustra ad amici e conoscenti l’ebbrezza di investire in conoscenza. Come le spese dei libri (benché Adelphi scelti per impostare la cromia della libreria) non venivano conteggiate nella categoria vergognosa dei vizi, così – oggi – le spese relative alla formazione attingono ad un extra budget di presentabilità. Così finisci a studiare cose che non sai per rispondere a domande che raramente nascondono un mestiere: come rendere visivamente interessanti alcuni contenuti? Come fare in modo che sempre più persone sentano l’esigenza di mettere dei cuori sotto a dei post?
Qualcuno finisce anche a studiare cose che lo rendono felice. La letteratura, per esempio. È lo stesso spirito che porta gli adulti di mezz’età a rileggersi I promessi sposi. Ne rimangono affascinati, leggono passi che avevano completamente dimenticato (o saltato a piè pari ai tempi della scuola) e soprattutto assaporano la gioia di fare qualcosa per piacere e non per obbligo.
Gli insegnanti di questi corsi ci fanno leggere racconti come succedeva al liceo. Solo che di fronte non ci sono adolescenti annoiati, ma adulti desiderosi di imparare e distrutti da giornate lavorative al limite della decenza. Ci spiegano la poetica di Aristotele e noi sussultiamo di gioia, prendendo appunti nel block notes di tutti i giorni, così la differenza tra fabula e racconto si mescola alla lista dei «to do» pronta per la mattina successiva in ufficio. Il professore dice che è andato veloce, per non annoiarci, perché tanti di noi quelle cose le hanno probabilmente già studiate al liceo. Noi arranchiamo con le nostre note, senza astuccio né temperino né un diario in cui nascondere i bigliettini. Del liceo ricordiamo quella volta in gita in Spagna, quando il più figo si è seduto di fianco a noi nei posti dei fighi laggiù in fondo al pullman. La fabula, spiegata in questo corso serale, ci pare più complessa della Critica della ragion pura. Vuoi vedere che i vent’anni, insieme alla velocità del metabolismo, si sono portati via anche quella dei neuroni?