Giorgia on my mind

Buffet, gadget, atmosfera da rimpatriata tra amici e pacche sulle spalle. La presentazione del nuovo disco di un’artista famosa è (soprattutto) questo.

Di laRegione

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.

Le mie due figlie di 6 e 9 anni d’età in auto vogliono sentire quasi unicamente i dischi della cantante Giorgia. Naturalmente, al centesimo ascolto si vorrebbe anche cambiare, ma il ricordo di intere autostrade percorse al ritmo di «Quarantaquattro gatti» e di «Le tagliatelle di nonna Pina» hanno lasciato segni indelebili sulla psiche di noi genitori, e quindi preferiamo andare sul sicuro con l’artista romana. 

Io ci sarò
Data questa frequentazione assidua con la sua voce, mi è parso quasi un segno del destino ricevere un invito per la conferenza stampa di presentazione dell’ultimo disco di Giorgia, Pop Heart. Di solito non mi occupo di musica, ma sono evidentemente finito tra i tanti contatti dell’ufficio stampa della cantante per la promozione e quindi ho colto la palla al balzo segnalando il mio interesse. Anzi, inorgoglito da tanta attenzione, ho avanzato anche la richiesta di un’intervista esclusiva con la cantante, ricevendo la classica risposta interlocutoria che tocca a chi non lavora per Corrieri, Repubbliche e Stampe varie. 
In sintesi: «Vedremo, ti facciamo sapere, appena ho notizie ti dico, forse 5 minuti ai margini della conferenza ma te lo confermo». Tra me mi dico che una volta a contatto con Giorgia al limite la metto sul patetico e le faccio vedere le foto delle mie pargole con in mano uno dei suoi dischi.

Selezioni e tentazioni
Pargole che il giorno della conferenza mi sommergono di richieste per la cantante, dal classico autografo alla promessa che Giorgia canterà per loro alle feste. Arrivato in loco però mi rendo ben presto conto che anche per l’autografo è dura perché sono circondato da colleghi agguerriti e che affermano di conoscere la cantante fin dai primi vagiti, non canori, ma proprio nella culla. Vengo poi sommerso dal catering che prima dell’incontro con Giorgia mi rimpinza di dolci e per il post promette lasagne e tartine a volontà. 
Poi c’è il disco in omaggio, una classica chiavetta Usb da svariati giga a forma di cuore come gadget e una scatola di cuoricini di cioccolato a ricordarci che l’artista ci vuole bene e si aspetta lo stesso affetto da noi. E in effetti più che un incontro con la stampa mi ritrovo a una rimpatriata, dove Giorgia è molto disponibile e nessuno fa granché per turbare l’atmosfera da tarallucci e vino… anche quello ottimo peraltro. Alla fine, naturalmente, nessuna intervista esclusiva, anche perché la selezione all’ingresso è pari alle stanze più segrete di una banca nazionale e non riesco neppure a strappare un autografo alla sorridente addetta a far entrare solo gli eletti all’empireo.

E il disco, direte voi…?
Non sono un critico d’assalto, ma ascolto la musica pop italiana da quando Sanremo era presentato da Mike Bongiorno: quindi direi che mi pare un prodotto molto professionale, dove Giorgia è come al solito tecnicamente impeccabile e la confezione di altissima qualità. A dispetto del titolo, Pop Heart, mi sembra però che agli arrangiamenti e alle interpretazioni manchi soprattutto una cosa: un pizzico di cuore in più, per l’appunto. 

PS: Uscito lo scorso novembre, Pop Heart rappresenta il primo disco interamente di cover di Giorgia, che ha affermato di avere voluto reinterpretare alcune tra le canzoni che più ha amato nella sua vita. Per l’artista romana una sorta di ritorno alle origini dato che ha iniziato la sua carriera più di due decenni fa proprio cantando live i brani di altri celebri interpreti. La tracklist del disco è composta così da grandi successi sia nazionali che internazionali e contiene duetti con Tiziano Ferro, per la prima volta insieme, sul brano «Il conforto» e con Ainé sulle note di «Stay», oltre ai camei di Eros Ramazzotti («Una storia importante») ed Elisa («Gli ostacoli del cuore»). «Le tasche piene di sassi» è il singolo estratto dal nuovo disco, una delle canzoni più importanti della carriera di Lorenzo Jovanotti.

 

 

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