La buona suocera

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Di laRegione

Povere suocere. L’approfondimento di questa settimana si concentra su quelle più invadenti e pestifere, che rischiano di ingarbugliare una relazione. Anche se a volte la colpa è pure dei figli mammoni, e spesso la suocera diventa un capro espiatorio per altri conflitti, tutti interni alla coppia: «Uccide la suocera scambiandola per la moglie», s’inventò Ennio Flaiano. È dunque doveroso – anche per non incappare nell’ira funesta delle nostre, di suocere – sottolineare subito che quelli descritti sono casi-limite. Babysitter, unità di soccorso psicologico e culinario, preziose confidenti per generi e nuore: la maggior parte delle suocere (e dei suoceri) è anzitutto questo. Anche perché sono già passate da molti degli imprevisti che capitano ai loro figli, e quindi possono aiutarli a relativizzare problemi che parrebbero insormontabili. Armandosi di pazienza e tolleranza, perché provateci voi a sorbirvi per la centounesima volta il piagnucolio di un figliolo stressato, la lunga teoria di «mi trascura» e «devo fare tutto io» rivolti al partner, e compagnia bella. Ingoiando le critiche e le perplessità, con ammirevole autocontrollo. E fornendo spesso una guida e un modello, per semplice forza d’esempio: ci può dare fastidio, ma ci ricorda che abbiamo tutti i nostri limiti e difetti. Forse è proprio questo che a volte ci irrita di più di quella che gli anglosassoni chiamano mother-in-law, una «mamma per legge»: è lo specchio – del tutto involontario – di quel che sappiamo di sbagliare in pensieri, opere e omissioni. Come spiega il ‘Saggio di Baltimora’ Henry Louis Mencken, «la coscienza è una suocera la cui visita non finisce mai». Alla fine, come diceva Totò, «non tutti i mali vengono per suocere».

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