Io, vado in bicicletta
Oggetto di culto, mezzo utilitaristico, leggerezza in movimento. Da tempo la sua presenza è tornata costante in molte città svizzere. E nella Grande Lugano?
Di Keri Gonzato
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato del sabato a laRegione.
Con l’affermarsi della mobilità sostenibile e l’avvento dell’elettrica, la bici ha raggiunto nuove vette anche nel ripido Ticino. Nel 2019 il “SÌ” al decreto bici è stato forte e chiaro: il mezzo di locomozione a impatto zero più diffuso al mondo merita un posto d’onore anche sulle nostre strade, con una pianificazione del traffico e del territorio mirata. Il coronavirus non ha fatto che evidenziare i vantaggi della vita a due ruote.
Lo scorso 3 giugno, per la Giornata mondiale della bicicletta, Pro Velo ha sottolineato che si tratta del mezzo di trasporto con il maggior potenziale di sviluppo. Con il traffico ciclistico triplicato nel contesto della pandemia, l’associazione ha chiesto ai centri urbani svizzeri di impegnarsi subito con azioni a favore della mobilità ciclistica ispirandosi a città come Amsterdam, Parigi, Bruxelles o Berlino. In Ticino la massa critica c’è e vuole cambiamenti concreti, si tratta di ciclisti di tutte le fasce di età e profili, ma la strada da “pedalare” per essere davvero bike-friendly (al riparo dagli incidenti che quest’estate sono stati numerosi) è ancora lunga… Forza!
Enrique Sanz
Imprenditore consapevole, 46 anni, vive a Gandria
Percorso quotidiano: Gandria-Pambio e ritorno.
Percorso preferito: tutti quelli dove mi sento sicuro in bici, nella natura o in città.
La bicicletta (elettrica) è per me un veicolo pieno di paradossi: simbolo di lentezza e di velocità, di semplicità e di tecnologia, di svago ma anche di efficienza, di aria pulita da rumori e da gas di scarico, è simbolo di salute ma anche di pigrizia. Ho sempre amato la bici ma quando ho avuto modo, circa 5 anni fa, di provarne una elettrica, ho capito che si trattava di un nuovo paradigma, un veicolo che è di più che la somma delle sue parti. Non è una bici, non è un motorino, non è uno scooter… Mi affascinano le cose semplici che condensano la complessità. La e-bike mi permette, in città, di essere più efficiente che con qualsiasi altro veicolo, senza rischiare multe, senza inquinare, facendo poco o tanto esercizio fisico, a costo praticamente nullo. Per il Ticino? Visualizzo un futuro con vere e proprie reti ciclabili, dove si capisce che la bici non è solo mezzo di svago e/o sport ma anche un validissimo ed efficiente mezzo di trasporto.
Alice Moor
Studentessa, 21 anni, vive in centro
Percorso quotidiano: lungo via Trevano, direzione centro città, sfruttando la corsia del bus.
La mia passione per la bici nasce dalla necessità di spostarmi in modo rapido e indipendente dai mezzi pubblici, ancora costosi per i giovani. L’aspetto ambientale mi tocca e influisce sulle mie abitudini, infatti non ho ancora fatto la patente. Per i viaggi più lunghi salgo sul treno. In Ticino, purtroppo, le strade sono ancora indietro… Il momento più felice è quando chiudono il lungolago. Un anno fa, con la critical mass a Lugano, abbiamo bloccato il traffico per far sentire la nostra voce chiedendo una città più bici-compatibile. Tra buche, tombini e traffico, di strada da fare ne abbiamo. Ho abitato a Rotterdam, città costruita intorno alla bici, dove andavo ovunque sulla mia Gazelle da corsa anni Ottanta, letteralmente una figata. A Ginevra, dove ho studiato, apprezzo gli atelier dove puoi riparare il tuo mezzo a prezzi sociali, anche con pezzi di seconda mano. Intanto, a Lugano, io tengo duro con la mia Fixie monomarcia, divertente in città, ma tostissima in salita.
Carlo Zoppi
Segretario ATA Sezione della Svizzera italiana, 33 anni, vive a Pambio-Noranco
Percorso quotidiano: “casa-stazione FFS o centro città” per andare al lavoro, fare spese e incontri.
La mobilità dolce è un modo di spostarsi sempre più apprezzato per i tragitti quotidiani. Il boom di vendite di biciclette e monopattini elettrici negli ultimi mesi, anche dopo il lockdown, dimostra l’aumento della sensibilità da parte della popolazione a sud delle Alpi. I recenti casi d’incidenti che riguardano i ciclisti ci ricordano che c’è ancora molto da fare per garantire la sicurezza degli utenti della strada. Oltre a dover aumentare le piste ciclabili, ci sono tratti pericolosi che necessitano lavori di manutenzione per dividere i tracciati ciclabili dalla strada e inserire una segnaletica chiara. Per la sicurezza, è inoltre importante fare una chiara distinzione fra i percorsi adibiti ai ciclisti e quelli per i pedoni in modo che non ci sia competizione fra i diversi utenti. Quotidianamente oltre alla bici, uso spesso anche il monopattino elettrico, ideale per gli spostamenti in città e per la mobilità combinata, una volta piegato può essere messo in un baule o salire con te sul bus.
A FAVORE DELLA MOBILITÀ LENTA
Pro Velo (pro-velo.ch) chiede alle città e ai comuni di attuare le seguenti misure:
1. Ampliamento delle piste ciclabili esistenti, marcatura di nuove piste ciclabili.
2. Riduzioni di velocità, creazione di zone d’incontro, chiusura delle strade al traffico motorizzato.
3. Allargamento di zone pedonali critiche come marciapiedi o fermate di autobus.
4. Comunicazione attiva a favore della mobilità attiva: la popolazione deve essere incoraggiata ad andare in bicicletta.
SETTE SPUNTI PER PEDALARE
I percorsi: Ticino, terra di ciclismo
Su ticino.ch trovi percorsi affascinanti per scoprire il cantone pedalando. Dai percorsi dolci a bordo lago a quelli più intensi, su e giù per i monti. Per i ciclisti sportivi e allenati ci sono San Gottardo e Tremola e il Passo del Lucomagno. Qui trovi anche le strutture alberghiere più attrezzate per accogliere i viandanti a due ruote.
L’oggetto: Simpel, biciclette svizzere nate per durare
Simpel è stata fondata nel 2000 dal meccanico di biciclette Philip Douglas insieme a Joachim Schneebeli. L’idea commerciale era quella di distribuire su internet biciclette da città a bassa manutenzione e di lunga durata, con ingranaggi e dinamometri per mozzi. Dal 2012 Simpel produce Fahrrad 12, il terzo modello di biciclette ordinate dell’Esercito svizzero.
La città: Berna, capitale della bicicletta
Berna ha vinto il PRIX VELO Infrastruttura 2020, programma per la promozione del traffico ciclistico (USTRA, velosuisse e Velopa). Ispirandosi al modello nordico, Berna ha un ruolo pionieristico nel traffico ciclistico in Svizzera. Si auspica un aumento fino al 20% di biciclette entro il 2030, ossia un loro raddoppio rispetto al 2010.
Un classico: ʻLadri di bicicletteʼ, capolavoro del neorealismo italiano
Girato nel 1948 da Vittorio De Sica, narra di una rocambolesca vicenda incentrata su una bicicletta, come mezzo di emancipazione e riscatto. Nella Roma del secondo dopoguerra, il protagonista Antonio Ricci, disoccupato, riceve un nuovo impiego come attacchino comunale. Ha però bisogno di due ruote, apparentemente semplice ma…
La lettura: ʻPedala!’ di Davide De Zan (Piemme, 2017)
Suo padre era lo storico cronista sportivo Adriano De Zan. Queste pagine sono una dichiarazione d’amore alla bici. Oltre a rivelare trionfi e misteri dei grandi campioni, ci parla anche dei traguardi di persone comuni… Del tragitto India-Svezia percorso per amore e dei 2’000 chilometri macinati da un padre per riascoltare il battito del cuore di sua figlia nel petto del ragazzo che l’ha ricevuto in dono.
Lo sport: Bici versus corsa
Rispetto alla corsa, la bici è più dolce su muscoli e articolazioni. Entrambe fanno bruciare le calorie e giovano al sistema cardiovascolare. Se correndo l’energia finisce, la pedalata permette maggiore resistenza. Entrambe tonificano gambe e glutei, la bici crea massa mentre la corsa rinforza. Il consiglio degli esperti è di alternare le due discipline: le endorfine sono garantite in ogni caso!
L’aneddoto: Ricordi di famiglia
“Mio nonno, Aldo Alberio, aveva un negozio di frutta, verdura e conserve, nel centro di Lugano. Non fece mai la patente e girò sempre per le vie della città, ai tempi molto meno trafficata, con una bicicletta nera che chiamava affettuosamente Arturo (quella della nonna Bianca era verde e si chiamava Petronilla)”.