Le chat di classe

Quando i genitori si ritrovano sui social per (s)parlare di figli, scuola e docenti

Di laRegione

Pubblichiamo un contributo apparso nell’edizione odierna di “Ticino7”, che potrete  per tutto il fine settimana anche nella cassette del “20 Minuti”.

Tra poche settimane potrebbero addirittura mancarci. Anche se è difficile pensare che i primi giorni di vacanza non siano dedicati a un enorme sospiro di sollievo per l’improvviso silenzio nella chat di classe. Quiete dopo la tempesta di quattro settimane di scambi di opinione serratissimi, che hanno portato alla decisione definitiva sul regalo di fine anno da fare alle maestre. 
Il buono regalo del grande magazzino in centro sembrava impersonale ai più, così la ricerca si è allargata ad abbonamenti in palestra, buoni relax, buoni massaggio. Perché fa parte della psicologia della madre in chat pensare che le altre rappresentanti del genere femminile abbiano bisogno di rilassarsi e abbiano il tempo per farlo. Alla proposta della cifra a testa da versare si sono aperte decine di
sottochat private in commento carbonaro a quella principale: nessuno aveva il coraggio di dire pubblicamente che forse 50 franchi erano troppi e «insomma-pensiamo-anche-a-chi-non-può-permetterselo-è-nostro-dovere!».
L’altro tema imprescindibile per una completa fenomenologia della chat di classe è la presenza dei padri. Un mio amico, che è blogger e intelligente (ho sempre amato gli ossimori) è orgoglioso di essere l’unico padre nella chat delle mamme. Ogni tanto prende le difese del genere sottorappresentato, spesso fa quello che lo stereotipo gli impone chiedendo alle ragazze di smettere di spammare e invitandole a dotarsi di un’app per la raccolta di soldi. Nella chat di cui faccio parte ci sono 3 maschi: quello messo d’imperio dalla moglie a fare da backup alle informazioni a cui lei non riesce a stare dietro, quello pieno di opinioni didatticamente valide e coinvolto nella vita della scuola, quello che fa il simpatico.
Il primo, che ha tutta la mia solidarietà, un giorno è stato così tenero da chiedere perché mai non ci sia un gruppo dei papà. Noi vipere abbiamo iniziato la moltiplicazione delle chat carbonare con una mitragliata di commenti a colpi di screenshot: pure la chat dei papà? Poi ci tocca stare dietro alle loro notifiche come ai calzini sparsi per casa?! Ma nessun messaggio ha generato una proliferazione di chat secondarie come quello di pochi giorni fa, in cui i genitori suggerivano alla classe di regalare alla figlia un albero virtuale per la salvezza del pianeta. Per un momento persino le Barbie e le LOL ci sono sembrate un baluardo di libertà e anticonformismo. A prova di spunta blu.

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