Scritto nelle stelle. O negli algoritmi
L’astrologia è un’arte affabulatoria e non stupisce che le app di oroscopi conquistino milioni di utenti, anche se fatti dall’intelligenza artificiale
Di Ivo Silvestro
Pubblichiamo un contributo apparso su ticino7, allegato a laRegione
Tra i lavori che l’intelligenza artificiale rischia di portare via a noi esseri umani, un po’ a sorpresa troviamo anche quello di autore di oroscopi, tanto popolari in questo periodo dell’anno. L’astrologia del resto è un’arte affabulatoria e non stupisce che le app di oroscopi conquistino milioni di utenti, dispensando spesso raccomandazioni spirituali e consigli sulla crescita personale al posto delle classiche previsioni sul futuro. Segno, forse, di una maggiore attenzione all’interiorità da parte delle nuove generazioni. Ma se è così importante cercare un senso all’esistenza, più che guardare alle congiunzioni astrali o al frutto degli algoritmi di una intelligenza artificiale generativa, dovremmo accettare che l’incertezza è parte naturale della vita.
“Hai discusso molt0, ancora di più da quando Marte è entrato nel segno, ma questo anziché abbatterti addirittura ti ha rafforzato”. “Giove in opposizione chiede di dimenticare qualche giudizio negativo, hai fatto molto per chi non meritava tanto impegno”. “Non devi insistere troppo sulle differenze perché da sabato Venere inizia un transito complicato”.
La ragazza mi sorride mentre leggo queste e altre nove schede: sono i dodici oroscopi realizzati da un popolare astrologo, uno di quelli che in questi giorni impazza sui media vecchi e nuovi per raccontarci come sarà il 2025. Ma le previsioni che ho davanti, con il segno zodiacale nascosto, non riguardano più il futuro bensì la settimana precedente: il gioco al quale mi sono prestato prevede infatti di confrontarle con quello che ci è capitato negli ultimi giorni e cercare di identificare così l’oroscopo del nostro segno tra le dodici schede anonimizzate.
È un gioco, e del resto sono a un banchetto durante un festival di divulgazione scientifica, ma viene condotto con un certo rigore: a chi partecipa non viene dato nessun suggerimento prima di girare la scheda e rivelare il segno “corretto” e alla fine si prende nota dei risultati, tra oroscopi riconosciuti e mancati, usando palline colorate in dodici contenitori trasparenti. Ci sono già un centinaio di palline, distribuite uniformemente e con appena una decina scarsa del colore giusto: quello che ci si aspetterebbe tirando una monetina o lanciando un dado.
In nome della vaghezza
Del resto quelle previsioni, a parte forse qualche riferimento alla posizione dei pianeti nel cielo che però in pochi conoscono, sono abbastanza generiche: ognuna di esse si adatta, a suo modo, al nostro carattere, a quello che è successo, a quello che abbiamo fatto o che avremmo dovuto fare. È una strategia ben conosciuta: basta essere abbastanza vaghi e mettere un po’ di tutto, e chi ascolta interpreterà quelle parole come perfettamente adatte alla sua persona, un prêt-à-porter taglia unica scambiato per un abito su misura. Questa tecnica sfrutta quello che viene definito ‘effetto Forer’, dal nome dello psicologo americano Bertram Forer che, negli anni Quaranta del Novecento, diede ai suoi studenti un test della personalità, fornendo a ciascuno quella che sembrava essere un’analisi personalizzata. In realtà il profilo psicologico era lo stesso per tutti, ma grazie a frasi vaghe e generiche nessuno se ne accorse e, anzi, quel profilo venne valutato come molto affidabile.
IA e oroscopi su misura
L’oroscopo come arte affabulatoria, se vogliamo. Non stupisce che una delle prime applicazioni commercialmente redditizie delle intelligenze artificiali generative, e della loro straordinaria capacità di manipolare testi, riguardi proprio l’astrologia. Abbiamo già app con milioni di utenti (e altrettanti dollari da fondi di investimento) che grazie all’IA possono dare consigli astrologici su misura. Già, perché che sia frutto di carte astrologiche o di un Large language model come ChatGPT, l’astrologia contemporanea ha una caratteristica che rende i giochi come quello degli oroscopi anonimizzati o quello del profilo psicologico di Forer meno rilevanti.
Le previsioni vere e proprie sono sempre più rare: il classico “incontrerai l’anima gemella” (con le sue evanescenti varianti “farai un incontro molto importante”) ha ormai lasciato il posto a consigli e raccomandazioni che, una volta ripuliti da congiunzioni e opposizioni astrali, sono sensati e possono anche essere utili. Uno spostamento dalle profezie alla consapevolezza spirituale che sembra meglio rispondere alle necessità delle nuove generazioni, più attente all’introspezione. “Dedica più tempo a te stesso”, “non farti condizionare dal giudizio altrui”, “ascolta le tue emozioni senza abbandonarti a esse” e altre massime, magari riscritte da una intelligenza artificiale per non ricordare i bigliettini che si trovano in un biscotto della fortuna.
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Caos e imprevedibilità
Perché quindi cercare in transiti planetari e costellazioni – che tra l’altro da qualche millennio non corrispondono più alle stelle in cielo – risposte che potremmo benissimo trovare altrove? Il fatto è che forse nell’astrologia cerchiamo una qualche forma di rassicurante certezza, un sistema di pensiero che dia struttura e significato.
Come se una riflessione acquisisse più valore se sostenuta da una presunta antica sapienza cosmica invece che dal semplice buon senso. Così, volendo concludere questo articolo con una riflessione – che arriva dal semplice ragionamento, non da nodi lunari e pianeti retrogradi –, direi di cercare di fare la pace con l’idea che la vita è spesso caotica e imprevedibile. Perché se riconoscere il proprio oroscopo, una volta tolto il riferimento al segno zodiacale, è come lanciare un dado a dodici facce, la cosa migliore da fare, forse, è accettare che l’incertezza è parte naturale dell’esistenza e che non tutto accade per un motivo. Forse è un po’ deludente, come conclusione, ma potete chiedere a ChatGPT di riscriverla in modo da suonare più arcana e profonda, con tanto di Nettuno nell’ottava casa.