Alessandro, il Grande visionario

Figura centrale nella storia della civiltà europea, si spinse lì dove gli altri si erano fermati, alla ricerca sempre di nuovi territori e scambi

Di Marco Horat

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

Alessandro (Pella 356 a.C.- Babilonia 323 a.C.), figlio di Filippo II Re di Macedonia e della Principessa dell’Epiro e maga Olimpiade, altri la chiamano Olimpia; discepolo di Aristotele, protettore delle arti, sposato con Roxane.

Universalmente noto come Alessandro Magno, l’uomo (o forse un dio) che prima conquistò e poi resse per tredici anni un impero che si estendeva su Europa, Asia e Africa: Grecia, Cappadocia, Armenia, la Mesopotamia col Libano dei Fenici, l’immensa Persia, l’Afghanistan e il Pakistan fino al fiume Indo e alla Catena himalayana, l’India con la conquista del Punjab, sfiorando la Cina degli Zhou. Ma a quel punto lo zoccolo duro del suo esercito composto dai fedelissimi macedoni (gli unici che anche all’apice della gloria erano autorizzati a salutare Alessandro come fosse solo un uomo) lo convinceranno a tornare indietro, in un certo senso per non allontanarsi ulteriormente dalle sue origini. Colui che lungo il breve percorso della sua vita aveva fondato innumerevoli città che porteranno il suo nome, tra le quali Alessandria d’Egitto con la famosa biblioteca, morirà a Babilonia nel 323 a.C. per una malattia. Paolo Giulierini, direttore del Museo nazionale archeologico di Napoli che al Macedone ha dedicato una grande mostra, così sintetizza sul numero di giugno del periodico Archeologia viva la portata universale delle vicende di Alessandro: “In quei luoghi si giunse a un’inedita e duratura fusione di usi, costumi e religioni che determinarono un nuovo mondo” (si pensi all’arte del Gandhara indiano) e creando quella corrente culturale, o civiltà che dir si voglia, chiamata Ellenismo, predominante fino all’affermazione della potenza romana.


Paolo Giulierini, direttore del Museo nazionale archeologico di Napoli.

Cinema vs fonti storiche

Di lui si è detto (a partire dalla Anabasi di Alessandro dello storico Arriano, II secolo) che ha sfidato l’impossibile e cercato sempre nuovi territori da esplorare; credo si possa ribadirlo, non solo pensando alle conquiste militari a suon di battaglie epiche in sella al suo Bucefalo, ma anche per la ricerca costante di nuovi orizzonti mentali, politici, sociali e culturali, finalizzata a un incontro tra popoli diversi. Un visionario, più avanti di altri conquistatori venuti dopo di lui, da Cesare a Gengis Khan o Napoleone. Un fenomeno quasi incredibile se pensiamo alla sua origine macedone, tanto disprezzata dai Greci della classicità che lo definivano ‘un barbaro’. “Un ragazzo di ventitré anni, con un fisico nemmeno eccezionale diremmo oggi, gli occhi di colore diverso l’uno dall’altro (l’uno blu e l’altro marrone o nero) capelli rossicci e irti”, dice ancora Giulierini. Un po’ diverso dal Colin Farrell che gli dà il volto in Alexander, film del 2004 di Oliver Stone con Angelina Jolie, Anthony Hopkins e Jared Leto che interpreta il ruolo del tanto amato Efestione; come Achille amò Patroclo. L’anonimo mosaicista ha colto Alessandro che mette in fuga il Re dei re Dario III nella battaglia di Isso, oppure, come si ritiene oggi, in quella epocale della pianura di Gaugamela, nel Kurdistan iracheno, del 331 a.C., che segnò la fine dell’Impero Achemenide, la caduta delle sue capitali nonché la conquista di immensi tesori; e che aprì definitivamente al vincitore le porte dell’Asia. Si realizzava anche il suo sogno di vendicare l’offesa recata da Serse alla Grecia durante la Seconda guerra persiana del 480 a.C. con la profanazione dell’Acropoli di Atene e il trafugamento di opere classiche, subito rispedite in patria da Alessandro. Come ha detto Daniele Morandi Bonacossi, dell’Università di Udine, che scava nella regione, “un momento nel quale la Storia cambia cavalli”.


L’“Anabasi di Alessandro” è un’opera in sette libri, scritta da Arriano nel II secolo. Costituisce la più grande fonte storiografica su Alessandro Magno e la sua spedizione di conquista dell’Impero persiano.

La morte improvvisa

Un uomo tanto potente non poteva restare solo umano. Leggende e miti nascono intorno a lui fin dalla nascita, poiché Alessandro è detto figlio di un miracolo: infatti Olimpia, la notte prima delle nozze, sogna che un lampo seguito da un tuono la colpisca al seno. Ancora vergine concepisce così, immaterialmente, un figlio, che diventerà reale dopo la consumazione del matrimonio. Alessandro è insomma figlio dello stesso Zeus, con il padre discendente di Ercole, la madre della stirpe di Achille. Due aquile si poseranno quel giorno sul tetto della reggia di Pella, simbolo, si dirà, di Europa e Asia unite. “Il signore scettrato della celeste assemblea degli immortali” lo definisce Georges Radet, storico francese, in un volume diventato punto di riferimento per lo studio della figura di Alessandro. E così descrive l’ascesa del Macedone, da essere umano a divinità, seguendo le tappe del suo viaggio: “Dapprima la sua epopea ha la forma greca, ma ben presto essa cade sotto l’influsso delle concezioni orientali: nell’oasi di Ammone entra in contatto con l’apoteosi egizia; a Babilonia raccoglie le sopravvivenze di quella dottrina teocratica di cui la Caldea sembra aver abbozzato uno dei primi schemi; una terza consacrazione divina del Re viene dalla Sibilla eritrea; a Susa e a Pasargad si appropria della dottrina per cui il Re è dio, e deve ordinare la terra a immagine del cielo. In Europa il Macedone era legato all’Olimpo greco, in Asia l’erede degli Achemenidi passa a una nuova mistica…”; non senza lotte cruente tra i suoi seguaci, alcuni dei quali mal digerivano l’infatuazione del capo per i costumi asiatici. Georges Radet, nel suo libro, racconta un aneddoto significativo sull’incontro con alcuni fachiri indiani. Questi lo accolgono battendo un piede per terra; interrogati sul significato di quel gesto insolito, rispondono tranquillamente: “O re, questo poco di terra che calpestiamo è tutto quanto sia concesso all’uomo; anche tu, quando morrai, e succederà presto, non occuperai che lo spazio della tua sepoltura”. Alessandro, che aveva conquistato l’Oriente ne fu a sua volta conquistato (come poi i Romani con la Grecia); di lì l’idea innovativa per i tempi di creare un mondo nuovo, che unisse Oriente e Occidente, comprendente anche la parte mediterranea fino alle Colonne d’Ercole e forse il Nord dell’Europa; se non fosse sopraggiunta alla corte di Babilonia la sua morte improvvisa a soli trentatré anni.

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