Loretta Bubola, la parola è ‘cambiamento’

La sua missione: mettersi al servizio degli altri ma, in primis, togliersi di dosso strati che non la fanno esprimere per quella che è la sua essenza

Di Natascia Bandecchi

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

È nata nel Canton Soletta il 23 febbraio 1966 sotto il segno dei pesci. Fatica a stare con i piedi per terra, ma – aggiunge lei – stare nel suo mondo le piace assai. Adora il mare e la natura e per questo motivo ha deciso di viverci una parte dell’anno. La vita l’ha portata a comprendere che l’ascolto è uno dei suoi doni ed è per questo motivo che ha trasformato questa qualità in un lavoro. A quarant’anni molla parzialmente la scrivania e il lavoro amministrativo e si reinventa tra fiori di Bach, yoga per i più piccoli e massaggi infantili. La sua missione? Mettersi al servizio degli altri ma, in primis, togliersi di dosso strati che la costringono e non la fanno esprimere per quella che è la sua essenza. La danza l’ha aiutata a liberare le emozioni attraverso il movimento corporeo. Da poco sta esplorando la sua voce per imparare a cantare. ‘Cambiamento’ è una delle sue parole preferite, oltre a essere linfa vitale e di ispirazione.

Un altro finale

Cosa significa essere donna oggi? Fare la brava figlia, sorella, moglie, mamma, suocera – qui non esageriamo –, amica? Non solo. Infatti, sempre più donne si prendono la libertà di affermarsi seguendo quel che echegghia dentro di sé. Loretta è l’esempio di una donna che ha imparato con il tempo a dialogare con la sua bambina interiore. “Fin da piccola sono stata ben disciplinata, una persona che seguiva le regole; poi, da adulta, mi sono resa conto che questo modo di essere mi stava stretto. Non ero io veramente. Che ho fatto? Ho iniziato a infrangere le regole e a prendere i miei spazi”.

Loretta segue come da copione le orme del padre che la esorta a lavorare nell’azienda di famiglia, formandosi in ambito amministrativo, imparando per bene il tedesco e atterrando in una storia dal finale prevedibile, che si passa di generazione in generazione. Però, non è andata così: “Quando sono diventata mamma ho sentito che quella professione mi stava stretta; avevo voglia di dare il la a un nuovo capitolo della mia esistenza, e così è stato. Lavoravo nel settore dell’edilizia, mondo prevalentemente maschile, raramente potevo dire la mia. Ho vissuto quegli anni (28 per l’esattezza) trainata da un volere che non era pienamente mio. Quando ho fatto “click”, mi sono rimessa in gioco e ho ricominciato a studiare”. Prima fermata: fiori di Bach.

La chiamata

Come si fa a riconoscere ‘la chiamata’, quell’intuizione che non è frutto di un pensiero o di un rimuginio mentale? “Definisco tutte le cose più belle della mia vita come una chiamata divina che arriva quando meno te lo aspetti; ero in auto con il mio ex marito, lui guidava e io ero al suo fianco; ho esordito dicendo che avrei voluto lavorare con le neomamme e i bambini. Da lì, un susseguirsi di coincidenze e di tanta determinazione mi hanno portata a seguire una formazione in massaggio infantile”. Da lì, Loretta si forma in yoga per bambini, brain-gym e scopre ciò che le urla dentro, la sua direzione: “Avevo quarant’anni e mi ero permessa finalmente di essere la bambina che non ero mai stata seguendo i miei sogni. Ero piena di gioia. Lavorando con i bambini mi sono riconnessa alla mia bimba interiore”.

In contatto

Chi s’interessa del proprio bambino interiore ha affrontato o sta affrontando un cammino di crescita personale. Ogni adulto convive (e cioè, vive con) il proprio se stesso in miniatura. Ne approfondisce la conoscenza accogliendolo, ascoltandolo e intessendo le trame di una nuova conoscenza mirata a essere il classico adulto di cui avevi bisogno quando eri piccolo. “Io e la mia bambina interiore siamo ridiventate amiche. Ho compreso con il tempo che c’era questa presenza e ho semplicemente cercato di capirla. La piccina aveva bisogno di tante cose, e sai cosa? Non sempre credevo di essere in grado di essere all’altezza delle sue richieste, fino a che il mio corpo non si ammalava, non si irrigidiva. La resa è avvenuta quando ho mollato le resistenze e ho iniziato ad ascoltarla, abbandonando la paura di fallire. È stato meraviglioso e ora io e ‘la piccola’ siamo in contatto costante”.

Fiori di Bach

«La salute è il nostro patrimonio, un nostro diritto. Tutto quello che dobbiamo fare è conservare la nostra personalità, vivere la nostra vera vita. Essere capitano della vera nave. E tutto andrà bene». Così diceva Edward Bach, medico e omeopata inglese nato nel 1886 e scopritore dei rimedi floreali che tutti conosciamo con il nome di fiori di Bach. Trentotto rimedi floreali naturali in grado di lavorare sullo stato d’animo e sui blocchi emozionali delle persone, supportandole così in problemi psicologici, psicosomatici e fisici. “Tra i vari fiori io mi sento molto Vervain, che si contraddistingue per il suo travolgente entusiasmo contagioso. Sono una inguaribile idealista. Dulcis in fundo, non posso non citare il fiore Clematis, indicato per chi, come me, ha l’animo gentile, la testa tra le nuvole e ha bisogno di tornare un po’ con i piedi per terra… ma non troppo!”.


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Loretta Bubola

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