La scelta ‘silenziosa’ di Claudio Zanini
Guida un’auto elettrica e con 120mila chilometri alle spalle l’esperienza è molto positiva. A parte quei costi legati alla ricarica ‘da migliorare’…
Di Marco Jeitziner
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione
Classe 1963, vive a Melide, già imprenditore da un ventennio in Ticino e all’estero nel settore delle energie rinnovabili (eolico, fotovoltaico), oggi è attivo nel turismo come presidente dell’Albergo diffuso del Monte Generoso. Nel “lontano” 2011 aveva installato in garage una colonnina per la ricarica. Per lui l’acquisto nel 2017 di una vettura elettrica è stato quindi un passo naturale, conseguente e coerente coi suoi principi. Oggi non tornerebbe più indietro.
Sono passati quasi vent’anni dai suoi primi approcci col mondo dell’energia elettrica, poi finalmente anche il salto nella mobilità più sostenibile. Cosa è cambiato? “In questo lasso di tempo il mercato dell’auto elettrica si è sviluppato fino a poter offrire un veicolo con ottime prestazioni in linea con le richieste di mercato”, ci dice Zanini. La sua è dunque stata una scelta di cui non si è mai pentito finora, al contrario. “A oggi ho percorso circa 120mila chilometri e non sono mai stato in un’autorimessa. Piuttosto – confessa – ho preso qualche multa per eccesso di velocità, in quanto essendo l’auto molto silenziosa, non è così evidente accorgersi della velocità: aumenta molto più in fretta rispetto a un’auto con il motore a scoppio”.
Una scelta etica
Già, ma cosa l’ha spinto verso le vetture elettriche? Quali le motivazioni? “Sono state innanzitutto di carattere etico” spiega, “ma infine, sul lungo termine, anche finanziarie. Infatti, per una piena ricarica spendo molto poco; inoltre se si ha la possibilità di produrre energia elettrica con il fotovoltaico i costi si riducono ulteriormente”. In termini di mobilità e di praticità cosa è cambiato? “In verità nulla” confessa, “in quanto per tragitti brevi non vi sono problemi di sorta avendo un’autonomia di circa 350 chilometri”. E per le lunghe tratte? “In questi ultimi cinque anni la rete di infrastrutture per le ricariche veloci si è molto sviluppata in Europa centrale: arrivare fino ad Amburgo, Parigi o Roma partendo dalla Svizzera non è più un problema. Dunque, ho fatto anche viaggi lunghi e non ho avuto problemi a trovare punti di ricarica lungo il tragitto o all’arrivo del viaggio stesso”.
© Ti-Press / Elia Bianchi
Non si torna indietro
Nel 2021 i dati indicano che in Svizzera quasi un’auto nuova su sette, oltre il 13% di tutte quelle vendute, era elettrica. Il mercato sembra in crescita, dunque, eppure molti nutrono ancora dubbi. Zanini che ne pensa? “Molti amici erano scettici e motivavano con ragioni legate a presunti problemi di ricarica, pericolosità delle batterie e quant’altro”. Ma nei fatti? “Ora, dopo cinque anni, anche molti di loro guidano un’auto elettrica con piena soddisfazione. Non vi sono svantaggi particolari, mentre i vantaggi sono notevoli: dico solo che dopo aver guidato un’auto elettrica non sarà più soddisfacente ritornare a un veicolo a combustione fossile!”. Perché? “L’esperienza di guida nel silenzio, una ripresa molto migliore, fanno sì che la guida stessa diventi un vero piacere”. Ma i prezzi d’acquisto? “Inizialmente erano un ostacolo, ma ora si stanno ridimensionando grazie anche all’economia di scala e alla maggiore offerta di varie case automobilistiche”.
Svolta in atto
Per chi non conosce il settore, è interessante capire se il Ticino, e la Svizzera, sono o saranno pronti per una svolta di tale portata… “Penso si stiano facendo passi avanti, anche gli utenti stanno orientandosi verso la mobilità elettrica (automobili, bici e scooter). Questo porta automaticamente a una sollecitazione del mercato verso le aziende elettriche che stanno mettendo a disposizione vari punti di ricarica (più o meno veloci) in tutto il Cantone Ticino”. Eppure a oggi qualche nota negativa c’è ancora: “Secondo me i distributori stanno approfittando e vendono l’energia elettrica nei punti di ricarica a prezzi spropositati”. Zanini conosce il settore, cifre alla mano: “Se l’energia elettrica viene venduta alle economie domestiche a circa 20 centesimi al kWh, e se i costi di produzione dal fotovoltaico variano tra 8-12 centesimi al kWh, ritengo spropositato e speculativo che le aziende pubbliche vendano alle colonnine di ricarica tra 40-50 centesimi al kWh. Penso che non sia la giusta politica per incentivare l’utilizzo di veicoli elettrici e aiutare la svolta energetica”.
Garagista addio
Viene da chiedersi se le promesse dei rivenditori siano mantenute o meno. Per Zanini, sì: “Avevo qualche dubbio, ma devo dire che dopo cinque anni i parametri sono cambiati molto poco. Naturalmente, bisogna utilizzare alcuni accorgimenti normali e comprensibili per mantenere le batterie il più a lungo possibile: non scaricarle o caricarle mai completamente se non in caso di viaggi lunghi, mantenere le velocità indicate dal codice della strada” . Giacché più si va veloce, più aumenta il consumo, esattamente come per le auto a benzina. Infatti, ribadisce Zanini, “l’unica cosa cui si deve prestare attenzione sul lungo termine è la gestione della batteria”, ma ciò è compensato dal fatto che lui è da cinque anni che non va più dal garagista per il servizio, l’olio o i freni. “I costi, sia di usura che di utilizzo corrente, si sono ridotti al minimo e questo in particolare se si ha una ricarica elettrica a casa…”. Infine, rispetto ai posteggi in città, “per il momento chi guida auto elettriche può trovarli più facilmente con ricarica in centro”, ma questo “prima o poi andrà a scemare, visto l’aumento di utenti”. Un appello, questo, ai Comuni lungimiranti.
© Ti-Press / Elia Bianchi