Se la vipera aspis la conosci è meglio
Lenta nei movimenti, la vipera è un rettile velenoso da molti temuto. In realtà morde solo se molestata e calpestata, perché fugge al minimo rumore
Di Chiara Piccaluga
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato del sabato a laRegione.
Le persone che ogni anno perdono la vita in seguito a un morso di vipera si contano sulle dita di una mano, e anche se può far paura, questo rettile ha altresì un’utilità ecologica in quanto contiene il sovrappopolamento dei roditori. L’aspis vive in qualsiasi tipo di ambiente, dal livello del mare sino a oltre 2’500 metri sulle Alpi, predilige però zone molto assolate e ricche di vegetazione come pietraie, arbusteti, zone rocciose, legnaie, fienili e boscaglie. In estate, durante le ore più calde, rimane al riparo tra la vegetazione, mentre è attiva al mattino e alla sera. Con temperature più fresche, primaverili o autunnali, si espone più a lungo al sole ed è quindi più elevato il rischio di un incontro ravvicinato. I luoghi dove comunque si hanno maggiori probabilità di incontrarla sono i margini dei sentieri poco battuti, i pendii franati e le zone montane aride con bassa vegetazione, ben esposte al sole, spesso vicino a corsi d’acqua.
La vipera è diffusa in tutte le regioni meridionali del continente europeo – a eccezione della penisola balcanica – e in alcune isole. Manca nella parte settentrionale della Spagna e della Francia, e anche in Germania la sua diffusione è limitata al territorio meridionale. In Svizzera è presente sia nella parte meridionale, ossia Ticino e sud dei Grigioni, sia nella parte sud-occidentale del Paese, vale a dire Valle del Rodano, bacino del Lemano, ma anche nelle regioni alpine centrali, Vallese, Vaud, Friborgo, Berna, e nel Giura, da Ginevra fino all’altezza di Baden.
Denti pieghevoli
Caratteristica inconfondibile della vipera aspis è la testa tipicamente triangolare, larga alla base e con il muso leggermente rivolto all’insù. La coda è nettamente distinta dal corpo, la sua corporatura snella termina con una coda molto sottile perché non si ha un assottigliamento progressivo, come nei colubridi, ma l’estremità posteriore risulta nettamente più fine rispetto al corpo che può raggiungere anche i 70-80 cm di lunghezza. Tra maschio e femmina non esistono differenze rilevanti per quanto riguarda le dimensioni; si possono però riconoscere i sessi in base alle caratteristiche di coda e colore: le femmine presentano una coda più corta e hanno una colorazione meno brillante dei maschi, inoltre la parte ventrale è grigio-biancastra pigmentata di bruno, mentre i maschi presentano una colorazione uniforme.
La colorazione varia molto a seconda dell’individuo, dal grigio chiaro al marrone-rossiccio, e questo permette al rettile di mimetizzarsi con l’ambiente circostante. Anche il disegno dorsale cambia da soggetto a soggetto, con strisce a zig-zag, macchioline separate o colorazione quasi uniforme. Possiede un occhio caratterizzato da una pupilla ellittica verticale, le squame sono fortemente carenate, e il serpente è dotato di zanne velenifere mobili, che, ripiegate sul palato dell’animale, si sollevano solo al momento del morso. Il veleno viene prodotto da speciali ghiandole velenifere poste in fondo al palato e inoculato attraverso denti del veleno cavi al loro interno. Essendo un animale a sangue freddo si attiva soltanto quando la temperatura al suolo raggiunge i 25-27 °C. Per questo motivo durante la stagione fredda effettua una latenza invernale, nascondendosi in anfratti nel terreno.
‘Collo di ferro’
Durante il periodo degli amori, in primavera, i maschi possono venir coinvolti in lotte ritualizzate che consistono nel sollevare le parti anteriori del corpo e attorcigliarle attorno al proprio rivale per valutare le reciproche forze. Questi rituali vedono poi la ritirata dello sconfitto, senza esiti dannosi. La vipera è ovovivipara, cioè le uova si schiudono all’interno del corpo materno poco prima del parto e i piccoli, generalmente da 6 a 8, nascono già interamente formati divenendo autosufficienti alla fine dell’estate. In pianura i viperini possono venire alla luce già in agosto, mentre in montagna, a seconda delle condizioni climatiche, le nascite si producono spesso alla fine di settembre o alla fine di ottobre. La maturità sessuale viene raggiunta quando le vipere hanno circa 4 anni, e misurano 40-50 cm; la vipera può raggiungere anche i 20 anni di vita.
Un pasto completo
La vipera si nutre soprattutto di piccoli mammiferi, come topi di campagna, toporagni ma, talvolta, ripiega su lucertole, uccellini e grossi insetti. Localizza le prede grazie a un organo posto sotto l’occhio che ha la funzione di ricettore termico, ossia permette di percepire la posizione di specie a sangue caldo anche al buio. Nella caccia agisce fulminea e immobilizza le prede con il suo veleno, molto attivo nei confronti dei piccoli animali perché contiene neurotossine ed emotossine. Si muove con movimenti lenti e silenziosi, ma una volta giunta a portata di tiro della preda, sferra l’attacco mordendo in modo repentino. Ora le è sufficiente seguire la traccia olfattiva lasciata dalla vittima, che, sotto l’effetto del veleno, muore in pochi minuti. La ricerca del cibo è un’attività che l’aspide svolge prevalentemente al mattino, prima che la temperatura salga troppo, costringendo il rettile a rifugiarsi nella sua tana per poi uscire nuovamente nel tardo pomeriggio. Catturata la preda inizia sempre a ingoiarla partendo dalla testa, sfruttando l’estrema elasticità delle mandibole, caratteristica comune a tutti i serpenti, poi si reca in luogo riparato dove inizia la lenta digestione. In Ticino vivono due specie di vipera: la Vipera berus e la Vipera aspis che a sua volta è suddivisa in due sottospecie, la Vipera aspis francisciredi e la Vipera asis atra.
Per chi volesse saperne di più, vi invitiamo a consultare il sito serpenti-del-ticino.com, portale ricco di informazioni e immagini.
SALUTE & SICUREZZA
La vipera morde solo se disturbata, volontariamente o meno. Per questo, sia che si muovano arbusti e sfalci o si cammini lungo prati e sentieri, è sempre buona cosa indossare guanti e scarponi. Nel caso – molto raro – di un morso, non è detto che il veleno abbia penetrato il corpo. In ogni caso l’importante è stare calmi e raggiungere al più presto il Pronto soccorso più vicino; oppure, in caso di luoghi discosti, chiamare l’elisoccorso. Nel frattempo è utile immobilizzare l’arto e fasciarlo con un bendaggio linfostatico (partire dal punto del morso e poi proseguire verso l’estremità dell’arto, quindi risalire). Inutile e in alcuni casi addirittura controproducente l’uso di lacci emostatici e sieri. Non è invece opportuno incidere o succhiare la ferita, né disinfettarla con alcol. Se a essere morso è un animale domestico, lo si porti al più presto dal veterinario, se possibile tenendolo in braccio per evitare che muovendosi il veleno si diffonda.