Alla scoperta del pettirosso

Il suo arrivo già da metà settembre è annunciato dallo sfrecciare di una macchia rossa tra i cespugli e dal tipico ‘tic tic’ che ne contraddistingue il verso

Di Chiara Piccaluga

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato del sabato a laRegione.

Il pettirosso è un insettivoro paffuto con grandi occhi scuri diffuso in tutta Europa sino al circolo polare artico e dall’Atlantico agli Urali ed è una specie che può essere sia migratrice che sedentaria. Dell’ordine dei Passeriformi, famiglia dei Turdidi, l’Erithacus rubecula – questo il suo nome scientifico – trova nei boschi di conifere e nei boschi cedui il suo habitat nei mesi estivi, luoghi che vengono abbandonati in autunno per la ricerca di cibo nelle pianure e nei giardini presso l’abitato. Qui, spesso, il pettirosso s’inoltra spinto dalla sua insaziabile curiosità, lesto però a sfuggire l’uomo.

Veloce e curioso

È lungo da 13 a 15 centimetri, raggiunge un peso massimo di 16 grammi e vive in media 3-4 anni anche se alcuni individui hanno raggiunto i 13 anni di età. Presenta un piumaggio tendenziamente bruno oliva scuro e un addome bianco sul quale spicca una macchia d’un bel rosso-arancione vivo che interessa la fronte, la gola e la parte superiore del petto, caratteristica quest’ultima che gli è valsa il suo nome e che lo rende facilmente riconoscibile. Solo gli adulti presentano questa peculiarità e non c’è differenza fra soggetti di sesso maschile o femminile, mentre i giovani non hanno il petto arancio e mostrano numerose macchie bruno-scure e fulve. Gli occhi sono relativamente grandi e scuri, il becco nerastro e le zampe brune e sottili. È un uccello dalla vivacità inesauribile, sul terreno si muove con una rapida successione di lunghi balzi, in posizione quasi curvata per un passo o due, poi si arresta in atteggiamento eretto facendo vibrare talvolta ali e coda. Se incuriosito o eccitato inclina rapidamente il corpo da lato a lato muovendo ali e coda.


© Ti-Press

I mesi dell’amore

All’arrivo della stagione riproduttiva, che inizia verso marzo, il maschio cerca di ottenere i favori della femmina con uno speciale canto nuziale simile a un sottile sussurrio unito a una serie di posture rituali, quali l’arruffamento delle piume del capo e della gola e il frenetico movimento delle ali. A fine aprile o ai primi di maggio vengono deposte 5-6 uova bianche macchiate di bruno pallido nel nido che la sola femmina ha preparato intessendo foglie e muschi esternamente, e imbottendo l’interno con piume e pelo. Solitamente il sito di nidificazione è un foro nel tronco di un albero, in un muro o in una fossetta sul terreno, ma spesso anche i bassi e fitti cespugli sono scelti quale dimora. La cova dura 13-15 giorni; i piccoli abbandonano il nido dopo un paio di settimane pur continuando ad essere imbeccati dai genitori ancora per un certo tempo. Qualche volta vengono portate a termine tre covate in una stagione riproduttiva, ma solitamente due.  Quando esce dall’uovo, il pullo pesa un grammo e mezzo solo dieci giorni dopo il suo peso è uguale a quello dei genitori. 


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Animale territoriale

Potrebbe sembrare un essere dolce ma in realtà è di indole aggressiva verso i consimili di cui non ama la vicinanza in quanto è un animale solitario e mostra uno spiccato comportamento territoriale. Tutto l’anno impedisce agli altri pettirossi di entrare nel suo territorio e, in primavera, respinge gli intrusi con un’energia raddoppiata. I confini sono invisibili ma ben noti ai proprietari adiacenti tra loro. Se un individuo sconfina in “casa d’altri”, il proprietario appena se ne accorge, lo intima ad allontanarsi con canti e ostentazioni del petto. Proprio perché il rosso del petto segnala la presenza di un proprietario, a questo colore i pettirossi reagiscono molto reattivamente: prima cantando a squarciagola, poi avvicinandosi e infine attaccando l’intruso. È infatti sufficiente mettere su un ramo un ciuffo di piume rosso perché lui parta all’attacco come se avesse di fronte un altro uccello.
Entrambi i sessi difendono il loro territorio e nell’atteggiamento di difesa, la testa è tenuta eretta, per mostrare la macchia color arancio del petto, e il corpo viene fatto oscillare a destra e a sinistra. La macchia rossa è un segno incontestato della forza dell’individuo, infatti più la macchia è appariscente, perché presenta colori sgargianti e ha grandi dimensioni, e più dimostra che il soggetto è in ottima salute. Per cui sfidare individui in buona salute significa dover combattere con un rivale nel pieno delle sue forze. La macchia è perciò un segnale che indica ai possibili usurpatori se vale la pena lottare per cercare di impossessarsi di un nuovo territorio o se è meglio andare a cercare altrove.
Il metodo migliore per segnalare il territorio è far sentire la propria presenza. In inverno, quando la maggioranza degli uccelli è più silenziosa, il pettirosso canta abitudinariamente da postazioni caratteristiche, in bella vista. Il verso territoriale è un semplice “tic tic” ripetuto a lungo spesso emesso in corrispondenza dei confini territoriali. Il suo regime alimentare è composto soprattutto di invertebrati e insetti che vivono nel suolo, ma anche di semi e piccoli molluschi. Inoltre integra questa dieta con una grande quantità di frutta e bacche, more, lamponi, mirtilli, fragole e ribes.

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