Provare a essere città
In anni diversi e senza un Umberto Eco a sdoganarli, i murales hanno fatto più o meno lo stesso percorso dei fumetti
Di Lorenzo Erroi
Pubblichiamo l’editoriale apparso su Ticino7, allegato a laRegione.
In anni diversi e senza un Umberto Eco a sdoganarli, i murales hanno fatto più o meno lo stesso percorso dei fumetti: da roba per ragazzini – o “per teppisti” , secondo la retorica di certi malmostosi – a forma d’arte riconosciuta. È successo anche a Lugano, che di esempi oggi ne regala parecchi. Buon segno, non sempre l’approccio ai muri cittadini passa dalle ruspe. Così, paradosso dei paradossi, dai murales che sovrastano le macerie dell’ex Macello si passa a un anarchico Pietro Gori alto tre o quattro piani, che sfreccia tutto colorato sulla sua bicicletta: ‘Pietro non torna indietro’. Colori e forme che sollevano e consolano, come quelli degli artisti che vi presentiamo questa settimana. Persone che a volte nei luoghi della città – lo skate park, ad esempio – sono nate e cresciute, altre che sul Ceresio sono capitate quasi per caso. Storie che ci ricordano qualcosa di fondamentale: per essere una città, bisogna almeno provarci.