Babel 2020 – Un Reverendo e il sacro fuoco della musica
Potrete ascoltare il genio creativo del musicista bernese Beat-Man, ospite di Babel Open Air, il prossimo 18 settembre al Convento di Monte Carasso.
Di Giancarlo Fornasier
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato del sabato a laRegione.
Anche i “predicatori” vanno in vacanza, e così raggiungiamo sotto il sole greco Beat Zeller, classe 1967, cantante, polistrumentista, dj e discografico bernese. Già membro dei The Monsters, dal 1992 la sua nuova identità è Beat-Man o Reverend Beat-Man; Zeller sarà in concerto nell’ambito di Babel Open Air / Alpine Rock & Rollin’ Waves, con un’esibizione dal vivo che promette quantomeno originalità ed energia primordiale. Personaggio eccentrico e fuori dagli schemi, queste caratteristiche si ritrovano anche nelle sue esibizioni, in compagnia sovente solo della sua chitarra elettrica e recitando “sermoni” degni del miglior teatro-poesia.
La musica e lo spettacolo che il Reverendo offre in concerto sono stati etichettati citando nomi importanti della storia della musica, dal pioniere del blues Robert Johnson a Blixa Bargeld dei berlinesi e sperimentali Einstürzende Neubauten (EN).
Ma lui, che ne pensa?
“I call it Blues Trash”, ribatte subito. “La mia musica ha la verità del Gospel e l’immediatezza del Blues, accompagnati dal dilettantismo con cui suono il mio strumento e la qualità dei miei testi. Che sono veramente trash…” (se la ride di gusto, ndr). L’irona a Zeller non manca di certo, così come la propensione a un profilo basso… “In verità Robert Johnson era troppo bravo per creare paragoni con chiunque. Io sono più un lupo ululante e istintivo. In generale non amo molto la musica Blues, e anzi suono per togliermi il Blues di dosso. Degli EN mi piacciono i primi lavori, ma gli ultimi dischi sono troppo artistici per i miei gusti. Preferisco la musica folle, strana, mi piacciono la spinta e i modi selvaggi del rock’n’roll”.
Nei concerti oggi i protagonisti sono sovente i campionamenti, la digitalizzazione e i grandi effetti speciali. Fare tutto da soli e senza artificiosi aiuti non deve essere facile, in particolare catturare l’attenzione del pubblico e coinvolgerlo…
“Sì, è una sfida quotidiana se fai tutto dal vivo. Io cerco di mantenere le mie esibizioni fresche e di presentare qualcosa che il pubblico non hai mai visto prima. Naturalmente, dipende sempre dall’umore di quel giorno. Le mie sono più performance d’azione; io stesso e il mio pubblico non sappiamo cosa aspettarci, impera la libertà nei miei concerti. È certamente una situazione ‘ad alto rischio’, diciamo così: può rivelarsi interessante e stimolante oppure molto brutta, debole. Ma né io né gli spettatori lo sappiamo, perché non è stato prodotto e preparato prima: è tutto nuovo di volta in volta, e mi piace molto questa sfida. Proprio non riesco a sopportare una band che suona esattamente come nelle registrazioni in studio, per me sono dei falsi.
Alle radici del suono
In passato Zeller ha militato nei The Monsters, un importante gruppo nel panorama svizzero che si identificava nella sottocultura psychobilly, suoni energici che miscelavano la tradizione (Elvis Presley, Johnny Cash), il garage, il punk e le radici blues.
Cosa rimane oggi in Svizzera e in Europa di quei suoni che ebbero un buon successo di vendite e di pubblico, soprattutto negli anni Ottanta e Novanta con gruppi come i Cramps, i Meteors e gli Stray Cats?
“È stato un periodo fantastico e noi eravamo parte della genesi di quel movimento. Eravamo felici e orgogliosi di essere lì in quel momento storico, considerati tra i pionieri di quello stile musicale. Garage-punk e psychobilly tutto si miscelava: anche Nick Cave era psychobilly e i Nirvana erano garage-punk, giusto per citare due nomi che oggi in pochi riconducono alle loro vere origini musicali”.
Oltre a essere musicista, il Reverendo ha fondato anche una casa discografica, la Voodoo Rhythm Records, nella quale militano tra gli altri anche gli esplosivi Pussywarmers, gruppo che in Ticino conosciamo bene. A livello globale il mercato discografico è da anni al collasso.
Nel nostro Paese che si dice? C’è qualità in quello che oggi si produce?
“Adoro i Pussywarmers, sono uno dei gruppi della mia etichetta che amo di più”, ribatte Zeller. “La musica in Svizzera è sorprendente. È solo molto underground, in pochissimi riescono a emergere. Siamo un Paese piccolo e, come molte altre etichette, anche la nostra cerca di essere una piattaforma per dare visibilità. Ad oggi ci sono nomi interessanti, come i bernesi Penkowski (si veda Ticino7 n. 19/2020, ndr) o la solista Adaya. Tutte le volte che suono in Svizzera mi capita di dividere il palco con musicisti che mi entusiasmano: a La Chaux-de-Fonds, per esempio, c’è una scena sorprendente e si suona ottima musica…”.
Facciamo un piccolo gioco, Reverendo: lei deve recarsi per alcuni mesi su un’isola deserta e nella valigia può infilare solo cinque dischi (in vinile, naturalmente): che scegliamo?
“No, sarebbe troppo riduttivo, non ce la faccio a selezionarne così pochi. Sono stati prodotti così tanti buoni lavori… e poi i miei gusti cambiano tutti i giorni. No, non ce la faccio: meglio non portare niente, meglio solo una chitarra per suonare le mie cose…”.
Vuole anticipare qualcosa a chi verrà a vederla, dal vivo, a Monte Carasso?
“Ragazzi, liberate il vostro cervello. La cultura, la musica, il teatro sono il solo modo per avere le idee chiare e una testa libera da preconcetti. Vi prego, non lasciate morire l’arte, supportate chi la produce e date loro nuove prospettive. Tutti ci guadagneranno”.
BABEL 2020 – COME PARTECIPARE
Anche quest’anno tutti gli incontri sono a entrata libera, ma per permettere al maggior numero possibile di persone di seguire il festival – e garantire la massima sicurezza nel pieno rispetto delle normative vigenti – chiediamo di prenotare il posto in Teatro contattando l’Ufficio turistico di Bellinzona per telefono allo 0041 (0)91 825 48 18 oppure via e-mail scrivendo a prenotazioni@babelfestival.com. Per la serata di apertura al Convento delle Agostiniane di Monte Carasso, è possibile prenotare tramite e-mail scrivendo a prenotazioni@babelfestival.com.