Oh Frizzantino, Frizzantino perduto

Registrato in Svizzera da un ticinese negli anni Sessanta, il popolare vino dolce oggi è quasi una rarità, soprattutto a Lugano. Come mai?

Di Marco Jeitziner

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.

Bianco, soave, amabile, umile, dolce, a fermentazione naturale, servito fresco e stuzzicante il palato, indicato per spuntini, pasti leggeri e aperitivi, ma soprattutto… a buon mercato. Il Frizzantino è stato in voga per decenni in Ticino, dagli anni Sessanta in avanti. Oggi è spodestato dalla solita globalizzazione che indebolisce le tradizioni, dal cambiamento dei gusti delle persone, dalle mode del momento, guidate da potenti campagne di marketing. Va bene così oppure perdiamo qualcosa? 

Chi l’ha visto? 

Ti capita che nel Ticino di oggi degustarne un bicchiere al bar o al ristorante sia diventata un’impresa. Dipende dove vivi, dove vai. È arduo soprattutto a Lugano, la cittadina più «italianizzata» di tutte, dicono le statistiche demografiche. Invece in piazza e nei bar a Bellinzona lo trovi senza problemi, come altrove nel cantone. Alcuni supermercati ancora lo vendono, talvolta è persino esaurito, segno che i suoi estimatori non sono spariti. Ma negli esercizi pubblici? Sovente c’è solo il blasonato e più costoso Prosecco (che non piace a chi scrive), al limite il cugino e meno caro Frascati (ma è vino fermo). Poi, di grazia, scopri che lo trovi in piazza Dante o in via Ariosto, sennò ti tocca migrare fino a Cassarate o a Viganello, nelle bettole dei pensionati, dei clienti luganesi, di quei pochi esercenti locali che ancora parlano il dialetto. In periferia puoi pagarlo Fr. 2.50 a bicchiere; in centro invece, scontrini alla mano, arriva a Fr. 3.80 e qualche mese dopo te lo rincarano fino a Fr. 4.20! «È un po’ elevato per la qualità del vino» ci dice il presidente di Gastro Lugano, Michele Unternährer. Perbacco!

Paese che vai

In molte località è più probabile che il cameriere sappia già di cosa parli e te lo serva nel suo calice che sfrigola. Non a Lugano, dove i volti dei camerieri, spesso giovani e magari poco legati al territorio, sono interrogativi, raramente incuriositi. Non ti chiedono nemmeno cosa sia nonostante il tuo stupore, così provi a spiegare. E ti senti un po’ sciocco, antiquato, fuori moda, persino fuori luogo. La risposta? Quasi sempre «Prosecco», così incassano di più; al limite un «Frascati» per non farti andare via. Sollecitiamo ancora Unternährer: «Io lo vendevo 20-30 anni fa, ma l’ho eliminato perché non c’era richiesta. Un vino così frizzante, se non lo si vende lo si butta!». Ma perché a Lugano è merce rara? «Con gli uffici, la gente chiede del vino di più alto livello» dice. Gente più raffinata dunque. O soltanto «meno locale»? A ogni modo è curioso che molti camerieri non conoscano questo vino frizzante emiliano, veneto, al limite lombardo, del Pavese. Forse nemmeno i datori di lavoro sono informati? Lo sanno, sostiene Unternährer. Mah… il dubbio rimane, come pure un po’ d’amaro in bocca: in fondo vorresti solo un po’ di dolcezza a buon mercato.

SETTE ANEDDOTI FRIZZANTI

La scoperta
Il marchio «Frizzantino» è stato depositato in Svizzera da un commerciante luganese. Ecco sette curiosità riportate dalla stampa locale del secolo scorso. Grazie a un giornalista gastronomico milanese, nel 1966 gli Amici del vino scoprono tra vari vini veneti il «Frizzantino» in un ristorante di Mendrisio.

Il marchio
Il marchio «Frizzantino» in Svizzera si deve all’allora commerciante di vini Edoardo Olgiati di Noranco (Lugano): lo deposita nel 1967 a Berna. 

Prezzi abusivi
Nel 1975 Berna ordina agli esercenti di Lugano di fissare a Fr. 1.30 un decilitro di «Frizzantino». Motivo: «Evitare gli abusi tanto lamentati (…) anche con lettere inviate ai giornali». 

Il monopolio
L’Olgiati sarà l’unico «importatore ufficiale» del «rinomato vino bianco Soave» in Svizzera e lo ribadirà sui giornali: «Nessuna ditta è autorizzata» a porlo in commercio. 

La fama
Nel 1981 a Bellinzona riapre uno storico ristorante in Piazza Nosetto che celebra «gli amanti del vino bianco»: tra Fendant e Frascati, c’è l’immancabile Frizzantino… 

Gli imitatori
Nel 1987 compaiono pubblicità di un «Frizzantino bianco veronese»: l’Olgiati registra un secondo marchio «Vino frizzante (Albana di Ravenna) bianco». 

Tipicità locale
In Ticino nei pranzi ed eventi con ospiti da oltre Gottardo, politici e rappresentanti esteri, regnava sovrano il «Frizzantino Veronese Val d’Illasi» e si brindava «con un frizzantino bianco». 

 

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