Quell’orologio è tutto un suono
‘Tick tack tick tack tick’: quale oggetto meglio di questo può ricordarci il tempo che se ne va? Chiedetelo ai Pink Floyd. Oppure ai Chromatics…
Di Giancarlo Fornasier
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.
Parte lieve Time dei Pink Floyd, con quell’inconfondibile «tick tock tack tick» di orologi meccanici improvvisamente interrotto dal baccanale cacofonico di sveglie e pendoli fuori tempo. Anni dopo Alan Parsons, geniale tecnico del suono, svelò che quell’armamentario di sveglie fu registrato «separatamente in un negozio di antiquariato e i singoli nastri poi sincronizzati per suonare nello stesso momento».
Entrano basso e chitarra, piccole improvvisazioni di piano elettrico (un Fender Rhodes) ad acquerellare il tappeto musicale su cui si sviluppa un assolo di tom, ma sempre sommesso. Arrivano poi il rullante, la voce di David Gilmour e la coralità del brano trova battute e ritmi comuni. Ecco il capolavoro: come nelle migliori meccaniche d’alta orologeria svizzera, gli accordi finali introducono i sentieri musicali della successiva Breathe (Reprise), che nell’originale album formano un’unica traccia. Piccole magie analogiche da vinile, si sa.
Anche ai Chromatics (da Portland, Oregon) i vecchi orologi piacciono parecchio. Nella loro notevole Tick of the Clock, al minuto 5.30 una nota persistente fa capolino nel brano, come se con un piano sequenza Stanley Kubrick si volesse impossessare della traccia, piazzandoci davanti il monolite nero di Odissea nello spazio. Ascolti catturato. E attendi. Che sia un segnale verso un pianeta lontano, frutto di un’intelligenza aliena? Forse. Che sia la fine? Poi al minuto 10.10 la ritmica riprende, prima che una puntina ti ricordi che il tempo dell’universo è infinito: «crick crack crick crack crick».
Tu invece hai un giorno in meno, ti cantano i Floyd. Eh già…
«Il sole è sempre lo stesso, relativamente parlando, ma tu sei più vecchio / col fiato più corto e con un giorno in meno da vivere»
(Time dei Pink Floyd, dall’album The Dark Side of the Moon, 1974)
«Crick crack crick crack crick crack crick crack crick…» (e la puntina cammina sui solchi senza fine di un vinile)
(Tick of the Clock dei Chromatics, dall’album Night Drive, 2007)