A vent’anni (quelli che non abbiamo)
Quando eravamo ragazzi il mondo era nostro. Ma il tempo passa, e noi siamo tutti più vecchi (sic!)
Di laRegione
Quelli di oggi sono figli della crisi: edonisti, curiosi, nati e cresciuti digitali e molte altre cose. Lo racconta bene un interessante articolo apparso su Ticino7 di Marco Jeitziner (“Generazione Z. dieci metri sopra il cielo”).
Quelli di ieri erano un po’ meno digitali, più edonisti dei propri genitori, più timidi. Quelli di prima ancora – che probabilmente eravamo noi – erano nati negli anni del boom, talmente fortunati da non aver bisogno di essere ottimisti, tremendamente svogliati.
Generazione dopo generazione i ventenni sono diversi ma hanno sempre una cosa in comune: non sono loro a parlare di sé stessi. «A vent’anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell’età», cantava Guccini in quella Eskimo che ci faceva sognare di avere vent’anni in anni bollenti. Oggi, tromboneggia chi i magici venti li ha superati eccome, gli ideali dovrebbero durare il tempo di una storia di Instagram ed è tutto così veloce e inutile, signora mia, che non si capisce come facciano a raccapezzarcisi, questi ventenni.
Certamente i ragazzi di ieri sono diversi dai coetanei di oggi, ma quello che li rende così interessanti, oggetto di attenzioni, radiografie e racconti è che, semplicemente, non siamo noi. I ventenni sono interessanti per i trentenni, quarantenni, cinquantenni che adorano guardare gli altri per parlare di sé (c’è forse qualcosa di più interessante, in fondo?) confrontandoli al proprio mondo perduto.
La tendenza si fa ancora più marcata intorno agli anniversari importanti: trenta, quaranta, cinquanta. Sono sempre di più i compagni di adolescenza che ci aspettano al varco. Quelli che ancora non ci sono arrivati si preparano con diete chetogeniche, nuovi sport, abitudini salutari. Quelli che ci sono già arrivati si godono la vista da lassù, fieri di ciò che si sono regalati per festeggiare: dalla motocicletta sognata da una vita alla borsa costosa.
A proposito di regali: pare che a quarant’anni vada di moda la festa a sorpresa. Siamo stati invitati a più esemplari di festeggiamenti organizzati dal maschio per i quarant’anni della femmina, dove lui che prepara tutto, coinvolge gli amici in maniera carbonara, allestisce la location recuperando fotografie che sono reperti d’epoca. Appena usciti il nostro lui lancia uno dei suoi sguardi fulminanti: non ti venisse mai in mente di farmi una festa; men che meno a sorpresa. Ci sono i cantori dei vent’anni.
E quelli che a vent’anni erano già così.