Cassette di ricordi

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Di laRegione

Correva l’anno 2001: nella bottega di un rigattiere di Corso Pestalozzi a Lugano per pochi franchi ritiro, tra le altre cose, un lettore di cassette «Nakamichi 1000 II» del 1977.
Quelli appartenenti alla serie «1000» furono tra i primi deck casalinghi a utilizzare accorgimenti tecnologici d’avanguardia: tre testine fisicamente separate per cancellazione, registrazione, riproduzione del nastro; doppio capstan per ridurre le fluttuazioni di velocità; un sistema di calibrazione integrato per regolare l’allineamento della testina di registrazione (nascosto sotto un elegante sportellino) e il livello di registrazione in modo da ottimizzare il funzionamento del riduttore di rumore. E per la prima volta appariva sul mercato un lettore che dichiara la stupefacente risposta in frequenza estesa fino a 20 kHz: un miracolo, un valore riservato fino a quel momento solo ai registratori a bobina. Ricordo che al momento di pagare il proprietario del negozio mi guardò con aria smarrita: nell’era dei Cd, che te ne fai di questo «mobile» alto e stretto, che pesa 17 kg, con tanto di cassa in legno e comandi simili
a quelli di uno Sputnik russo?
Oggi i problemi legati alla «trazione del nastro» o la «pulizia delle testine» sono roba comprensibile forse solo ai cinquantenni, ma vi assicuro che quel Nakamichi funziona e registra che è una meraviglia. Se dovessero sorgere dei problemi, in rete c’è chi ti dice come, dove e che cosa controllare (visto che con un cacciavite lo smonti completamente). E poi, quando lo sguardo di un bambino incrocia i suoi indicatori ad aghi e le sue «lucine» capisci che in quel cassone non ci sono solo ricordi: lui ha un’anima.

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