Campag Velocet. Catene e Ultraviolenza

L’onda lunga di ‘Arancia Meccanica’ fece molti proseliti. Il caso del quartetto londinese guidato da Pete Voss, appassionato (anche) di pedali e biciclette.

Di Giancarlo Fornasier

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.

Bon Chic Bon Genre (PIAS Recordings, 1999)

Mettiamola così: il singolo Tour de France dei Kraftwerk (1983) rimane una pietra miliare, ma questo primo album dei Campag Velocet ne è un curioso erede. Qui l’elettronica c’entra in modo marginale, almeno da un punto di vista strettamente musicale; è l’amore per le biciclette a legare le due opere, che nella visione dei Campag è trasversale, iniziando dal nome del gruppo (un tributo alla storica azienda italiana Campagnolo, pensate voi). Apparso quando ancora la grafica dei doppi vinili aveva un suo perché, BCBG non passò inosservato alla stampa specializzata britannica, catturando l’attenzione della critica per il mix di stili musicali, iconografia e testi che contrassegnavano il progetto. Il pubblico rispose in modo molto meno caloroso, aspetto che costò carissimo al quartetto londinese.
Biciclette dicevamo, e sorprendenti omaggi alla meccanica (come nella traccia «To Lose la Trek»), ma soprattutto un suono che amalgama i semi punk degli Stooges, la critica sociale dei Gang of Four e dei The Fall, i vortici allucinati degli Spacemen 3 e la creatività dei Primal Scream (quelli di Screamadelica del ’91, Vanishing Point del ’97 e XTRMNTR del 2000). Insomma, il suono indie che incontra il rap dei Public Enemy e dei Beastie Boys di «Sabotage», la psichedelia e la dance sonica. Senza dimenticare un curioso aspetto letterario: in alcuni brani i Campag Velocet utilizzano uno slang/registro linguistico anglo-russo, il Nadsat, che Anthony Burgess creò per i protagonisti del capolavoro A Clockwork Orange (1962; poi diventato il noto film), come nel dilatato brano «Drencrom Velocet Synthmesc».
La band si scioglierà nel 2005, un anno dopo la pubblicazione del secondo e per certi versi ancora più radicale It’s Beyond Our Control (Pointy Records, 2004).


I «quattro Drughi» di “Arancia Meccanica” riletti da Stanley Kubrick, 1971.


La copertina dell’album “Bon Chic Bon Genre”, 1999.


La copertina del secondo (e ultimo) album “It’s Beyond Our Control”, 2004.

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