Negli Appalachi, c’è una Svizzera piccola così

Nella Virginia Occidentale (USA), nell’Ottocento, un gruppo di immigrati svizzeri e tedeschi fondò Helvetia, per sentirsi a casa…

Di Alba Minadeo

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

Negli Stati Uniti, in Virginia Occidentale, un gruppo di immigrati svizzeri e tedeschi fondò, nella seconda metà dell’Ottocento, una piccola Svizzera. Attualmente, l’antica colonia è abitata da trentotto persone con radici svizzere, che conservano ancora alcune tradizioni del Paese di origine: il Carnevale, il formaggio, piatti della cucina svizzera, canti e costumi. Dagli anni Settanta, il piccolo villaggio è considerato punto di interesse storico e a esso si è ispirato il videogioco Fallout 76.

Non troverete la poesia da nessuna parte, a meno che non ne portiate un po’ con voi. (Joseph Joubert)

Montani semper liberi

“Fondata da un gruppo di immigrati svizzeri e tedeschi giunti via Brooklyn, N.Y., nel 1869. Oltre ad agricoltori e pastori, tra i coloni c’erano molti artigiani e professionisti: scalpellini, falegnami e pittori; produttori di carri, scarpe, orologi, cappelli e formaggi; musicisti, insegnanti, sacerdoti e medici. Gruppi successivi provenienti dalla Svizzera e da altre parti degli Stati Uniti fecero salire la popolazione del 1874 a 308 abitanti. (20 giugno 1882)”.


© Wikipedia/West Virginia Collection within the Carol M. Highsmith Archive, Library of Congress
Targa che ricorda i primi immigrati e fondatori della colonia

La visita a Helvetia inizia da questo cartello e dalla baita dei primi immigrati, che hanno attraversato a piedi le montagne e ritrovato qui il paesaggio “alpino” (690 metri) della loro terra d’origine. Potrebbe sembrare una specie di SwissMiniatur, con le insegne di stemmi, frasi svizzere e date storiche dipinte a mano; case decorate con pan di zenzero e motivi floreali. Ma quando si arriva al Ristorante Hütte, seguendo il corso del torrente Buckhannon, tutto diventa reale: menu di brasato marinato nell’aceto, rösti, bratwurst e crauti con purea di mele. All’interno, un vecchio macinacaffè, il quadro di un alpeggio, fotografie ingiallite, una testa di cervo, un’armonica, una lampada a petrolio, tovaglie a quadri bianchi e rossi, un mappamondo d’epoca e una stufa a legna, che aggiunge l’odore di fumo a quello delle zuppe e delle mele fritte. Si ha la sensazione di essere nella perfetta Gemütlichkeit (luogo o stato d’animo di amicizia e buon umore). Passando poi sotto un ponte, si raggiunge la Star Band Hall e, più oltre, la biblioteca (con il WiFi), l’archivio, con esposta la bandiera svizzera dei coloni di centocinquant’anni fa, e il museo. Le campane della piccola chiesa bianca presbiteriana suonano a ogni ora. La Kultur Haus è insieme ufficio postale e spaccio del paese che, oltre a formaggio e miele di produzione propria, vende libri di ricette, storia del villaggio e t-shirt con la scritta Helvetia, West Virginia.


© Wikipedia/West Virginia Collection within the Carol M. Highsmith Archive, Library of Congress
La Kulturhaus

Una piccola Svizzera d’antan

Qui i cellulari non prendono: per telefonare bisogna usare il fisso del ristorante oppure la vecchia cabina telefonica a gettoni. Il GPS non è affidabile. Non ci sono bancomat e il benzinaio più vicino è a cinque miglia a sud; la prima stazione di polizia a un’ora di distanza; c’è solo un piccolo ambulatorio. Helvetia è unincorporated, ovvero autonoma, non ci sono né un sindaco né un’amministrazione locale. Le questioni della collettività sono gestite da volontari. Gli helvetiani non vogliono che qualcuno abbia troppo potere. La democrazia diretta di stampo svizzero qui è una sorta di pacifica anarchia.


From © Called Home Documentary

L’Helvetianer

Ai primi del Novecento, Helvetia raggiunse il record di cinquecento abitanti, molti dei quali lavoravano nelle miniere di carbone o nelle segherie. Poi però cominciò il declino dell’industria carbonifera e ora è piena di case disabitate; i pochi bambini rimasti devono raggiungere la scuola di Pickens, i giovani se ne vanno perché non c’è lavoro, la popolazione invecchia e teme che il paese possa scomparire. Così si affida a tradizioni, celebrazioni e vecchie canzoni svizzere, come Gang rüef de Bruune, cantate in una sorta di grammelot, perché i testi, con il tempo, hanno subìto delle variazioni.

Come la ricetta del formaggio, che potremmo chiamare Helvetianer, duro e delicato, somigliante a quello prodotto nella Simmental. Gli amici si incontrano per giocare a Jass, le donne per confezionare i costumi tradizionali per le quadriglie mensili e le feste dell’anno. L’ultimo sabato prima di Quaresima si svolge la Fasnacht (come a Basilea), combinata con la Sechseläuten (festa di primavera a Zurigo). Si sfornano rosette (ogni famiglia ha un ferro a rosetta che ha portato dalla Svizzera) e hozablatz. Si brucia l’effigie dell’inverno, mentre una band suona schottisches, valzer svizzeri e melodie old-time degli Appalachi, e i presenti intonano Take Me Home, Country Roads di John Denver.

La domenica più vicina al Primo Agosto, si festeggia la Festa Nazionale Svizzera, con tanto di parata e Fahnenschwingen (sbandieramento). Tutti i proventi vanno a beneficio del restauro, dello sviluppo e degli archivi del villaggio, tranne quelli della Community Fair di settembre, dove gli espositori vendono i loro manufatti: taglieri e oggetti in legno, marmellate, dolce pane di mais, vino “di casa”, coperte dell’Helvetia Shepherd’s Guild, cestini e opere d’arte. La storica trebbiatrice sfila con le bandiere dei diversi cantoni svizzeri, accompagnata da canti popolari e jodel elvetici, danze e suoni di corno delle Alpi. Si celebra così il raccolto e la forte etica del lavoro, con valori allo stesso tempo alpini e appalachiani. Al termine, il torrente guida il visitatore verso il cimitero, con lapidi dell’Ottocento, dai nomi familiari: Wenger, Roth, Daetwyler, Arnett, Hofer, Bürki. Risalendo la montagna oltre il camposanto, si arriva all’Historic Trail, il sentiero da cui tutto è cominciato. Nel 1978, l’Helvetia Village Historic District è stato inserito nel National Register of History Place.


©Flickr/Adam Chandler
Maschere

Alla scoperta

Per saperne di più, si possono consultare, fra gli altri, il sito ufficiale della cittadina nella Virginia Occidentale, un documentario e un volume, qui di seguito i riferimenti:

  • www.helvetiawv.com;
  • Called Home: cortometraggio realizzato da residenti, in cui tre helvetiani discutono della magia di questo luogo che “chiamano casa”;
  • David H. Sutton, Helvetia. The History of a Swiss Village in the Mountains of West Virginia (2010)

Curiosità

Un’ambientazione post-apocalittica

Helvetia è un posto tranquillo. Esattamente il contrario della location del videogioco che si è ispirato a questo suggestivo villaggio fermo nel tempo, che ha ora una doppia esistenza, ma dalle persone è più conosciuta la versione fittizia, quella del videogame Fallout 76. Siamo nel 2102 e dei sopravvissuti alla guerra atomica devono ripopolare Helvetia, in rovina. Umani e robot vagano in un paesaggio contaminato, in cui gli edifici sono identici a quelli dell’Helvetia reale, ma abbandonati. Ecco perché gli abitanti considerano questo videogioco un monito inquietante. Un’eventuale diminuzione delle famiglie potrebbe decretare la fine della piccola comunità, che andrebbe verso l’estinzione, come l’Helvetia post-apocalittica di Fallout 76.

La storia di questo videogioco digitale post-futuristico è cominciata quando per le strade di Helvetia è stata vista un’auto con la telecamera sul tetto. Nel 2018, il videogame è arrivato sul mercato e ha conquistato subito quattordici milioni di utenti, che muovono i loro avatar in questo villaggio pseudovirtuale. Così nel 2019, il giorno del Carnevale, mentre gli abitanti di Helvetia sfilavano con le tradizionali maschere di cartapesta autoprodotte, sono arrivati circa duemila fan di Fallout 76, alcuni con costumi ispirati ai personaggi postnucleari: avrebbero voluto dare vita a un corteo a tema, ispirandosi al videogioco. Ma i diplomatici abitanti di origine svizzera hanno fatto notare loro che non sarebbe stato in linea con la secolare tradizione sacra.


Fallout 76

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