Andare oltre la copertina con Federica, Serena e Sophie

Storia di una famiglia arcobaleno. Oltre all’amore, per decostruire i pregiudizi e vedere la bellezza, ci vuole anche normalizzazione

Di Natascia Bandecchi

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

Federica, nata nel 1990, nonostante abbia appeso le scarpette al chiodo, è sempre stata animata dal calcio, che l’ha spinta in campo a giocare con la maglia del Rapid Lugano e del Balerna. Nella sua vita non può mancare il viaggio, fonte di scoperta e libertà. Non sopporta le ingiustizie, ma soprattutto quando le persone si fermano davanti alla ‘copertina del libro’ senza darsi il tempo di approfondire. Basterebbe così poco per incuriosirsi e andare oltre gli stereotipi per conoscere quello che lega Federica a Serena, nata nel 1993 e innamoratissima, oltre che di sua moglie e della piccola Sophie, anche di Balerna, dove è nata e cresciuta. L’attacco in fascia era il suo ruolo quando giocava a calcio, un infortunio però ha fermato le sue corse, ma non la passione per questo sport. Adora viaggiare, il mare e anche la Lapponia. Da quando è mamma di Sophie, come Federica, le danno fastidio i pregiudizi e le persone che non si prendono il tempo di andare oltre.

“Oggi la gente ti giudica, per quale immagine hai, vede soltanto le maschere e non sa nemmeno chi sei” così canta Marco Mengoni nella sua ‘Esseri umani’ e, per togliersi la maschera, spesso bisogna guardarsi allo specchio e accettare la propria immagine riflessa, svestendo ruoli preconfezionati, aspettative del mondo circostante e paura di contattare il proprio vero sé. Per Serena un passaggio trasformativo e importante è stato l’incontro con Federica: “Ho trovato la forza di accettarmi e raccontare in maniera serena il mio orientamento sessuale, innanzitutto a me stessa, grazie alla presenza e all’amore tra me e Federica”. Le radici dell’ignoranza affondano spesso nella paura di ciò che non si conosce e che ci sembra lontano da un modo di essere e di vivere la propria esistenza.

Federica e Serena si sono sposate il 2 settembre del 2022 e hanno fortemente voluto diventare mamme per suggellare il loro amore creando una famiglia con l’arrivo di Sophie. Basta l’amore per aprire le menti di chi non conosce o ci vuole altro? Federica risponde: “Nel caso di famiglie omogenitoriali come la nostra, forse l’amore non basta per aprire una breccia di consapevolezza nelle menti e nei cuori di chi non conosce. Siamo due genitrici come molte altre, forse, basterebbe semplicemente ‘normalizzare’ chi siamo e cosa facciamo senza soffermarsi troppo sul fatto che siamo due donne. Come ci sono famiglie con un papà e una mamma, ci possono essere due papà o due mamme”. Federica aggiunge che basterebbe avere un atteggiamento di naturalezza verso le famiglie arcobaleno, iniziando già sin dalla scuola dell’infanzia a sensibilizzare e informare, permettendo a chi lavora nel mondo dell’educazione di avere gli strumenti e le conoscenze per approcciarsi, senza timore, alle famiglie considerate ancora da molti – ma non da tutti – “non convenzionali”.


© Ti-Press / Alessandro Crinari

Sentire profondo

L’arrivo di Sophie che tipo di reazioni ha suscitato nelle famiglie di origine di Federica e Serena? “Inizialmente c’è stata un po’ di paura da parte dei nostri genitori” esordiscono all’unisono le due spose: “Paura intesa come timore che potessimo ricevere critiche oppure offese per questa nostra scelta di vita. Preoccupazioni che si sono dissolte quando è nata Sophie. È stato incredibile quanto le nostre famiglie si siano ancora più unite”. Federica continua: “Per ovvie ragioni abbiamo dovuto programmare questa gravidanza e nel lasso di tempo in cui abbiamo organizzato i vari passi da compiere sorgevano paure, dubbi, emozioni contrastanti a cui passo dopo passo davamo risposte. È stato un processo maturato con amore e consapevolezza”. Serena aggiunge: “Per noi dare la vita a Sophie è stato un sentire profondo, molto profondo”.

Maternità

@oh.mamiblue è la pagina Instagram di Alejandra e Verónica: “Two moms, two kids, two dogs” è il sottotitolo delle giovani donne che hanno fatto conoscere a Federica e Serena il “metodo ROPA” anche conosciuto come “maternità condivisa”. “Ci siamo documentate su questo metodo di riproduzione assistita che ci è piaciuto molto”. Federica ha portato in grembo per nove mesi un ovulo di Serena fecondato da un donatore. “Non voglio sminuire gli altri metodi di procreazione, ma per me che ho vissuto la gravidanza è stato magnifico. Guardo Sophie e rivedo Serena da bambina, è emozionante”.

Domanda

È inutile girarci intorno, quel giorno arriverà: il giorno in cui Sophie chiederà come à arrivata su questa terra. “Riflettiamo spesso su questo punto e ci chiediamo che parole useremo quel giorno, ma siamo allineate sul fatto che saremo semplici, spontanee e amorevoli”; Serena aggiunge che sono entrambe grate al donatore che ha permesso di far nascere la loro figlia, tuttavia Sophie non ha un papà, ma ha una mamma e una mami e non ha nessuna mancanza. “Per noi è naturale che un bambino cresca nell’amore a prescindere da come sia arrivato nella famiglia in cui cresce”.

L’Associazione Famiglie Arcobaleno ha organizzato un brunch (con iscrizione) domenica 14 aprile dalle 11.30 alle 14, alla Masseria Cantori delle Cime di Lugano.
Informazioni: www.regenbogenfamilien.ch.

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