Sano sì, ma all’apparenza
A volte è solo una questione genetica. Molto più spesso stare bene dipende (naturalmente) da noi, da ciò che facciamo, mangiamo e respiriamo
Di Red.Ticino7
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione
Ogni epoca ha i suoi malanni, e ogni epoca ha i suoi miti (che puntualmente qualcuno sfata). Prendete il significato dell’espressione “sano come un pesce”, che di tanto in tanto qualche medico (vecchia scuola) ancora recita di fronte al paziente ipocondriaco. In rete si legge che il detto avrebbe radici nell’antichità, quando i pesci venivano osservati mentre se la spassavano placidi in acqua – assai meno inquinata di oggi – ed erano visti come esseri viventi che (apparentemente) non si ammalavano mai… Si scoprirà che certe beghe le hanno anche loro. Ma l’uomo senza microscopio, impotente spettatore di una selezione naturale della specie, difficilmente avrebbe potuto osservare un pesce morente per malattia. Come sappiamo, i problemi che la civilizzazione e i processi d’industrializzazione hanno creato all’ambiente (leggasi contaminazioni della natura) sono un aspetto relativamente nuovo e recente nella nostra storia: improbabile per un abitante dell’Antica Roma o per un pescatore del Seicento trovarsi davanti a morie di pesci. Supportati dalla scienza, sappiamo dunque che anche loro possono stare male, come tutti gli esseri del regno animale. Questo non toglie che solo chi vive in ambienti poco o per nulla inquinati ha speranze di vita molto maggiori di chi, al contrario, deve arrancare tra plastiche, liquami mortali e polveri fini. Anche se, invece di nuotare, cammina.