Il tempo (è) perduto

Per sapere chi siamo è bene capire cosa siamo stati (anche perché del futuro pare ci sia poco da fidarsi)

Di Redazione/T7

Pubblichiamo l’editoriale apparso su Ticino7, allegato a laRegione.

L’immagine nella nostra copertina (in basso) non è l’interno di una casa di Mariupol’ o Bucha, lasciata al suo destino da innocenti fuggiti al massacro (di quello ci occupiamo in un paio di altre rubriche che trovate nel nuovo Ticino7). È uno degli scatti che la fotografa ticinese Chiara Zocchetti ha catturato in giro per il mondo, nella sua personale ricerca di luoghi abbandonati, congelati nel tempo e nelle storie di chi lì dentro ha sorriso, discusso, pianto o semplicemente mangiato. Chiara è un’esploratrice urbana, una cacciatrice di rovine contemporanee (in inglese urbex, contrazione di urban exploration). Che non è la solita novità legata ai social, ma l’ultima incarnazione di una missione quasi antropologica che si perde tra cacciatori di Atlantide ed esploratori di catacombe, sovente sospinti da sogni proibiti di leggendari tesori e immense ricchezze. Oggi che oro e diamanti nascosti nelle caverne sono merce rarissima, Chiara (come molti altri) va alla ricerca di un passato che ha pochi decenni ma sembra un’eternità. In un mondo troppo veloce, anche il tempo ci ha lasciati soli.

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