Ghiacciaio del Chüeboden. Una storia di piccoli iceberg

In un recente volume, il meteorologo e glaciologo Giovani Kappenberger ripercorre la nascita e la scomparsa di un fenomeno inedito per le nostre regioni

Di Redazione/GF

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato settimanale de laRegione

“Agli iceberg del Gerenpass, con gli amici che di volta in volta mi hanno accompagnato, ho dato un nome: si chiamano Olaf, Irene, Cervino, Centrale, Due Balene, Estremo Nord… Dopo l’apparizione degli iceberg e fino al loro dileguamento, sono salito nove volte al cospetto dei giganti di ghiaccio: documentare la loro breve esistenza e cercare di capirne la dinamica mi è parso un omaggio doveroso, degno della loro bellezza”.

Lo spettacolo è mozzafiato sulle alture del Geren che collegano la Val Bedretto al Vallese. A causa del riscaldamento globale, ai piedi del ghiacciaio si è formato un laghetto dove da alcuni mesi sono affiorati dei blocchi di ghiaccio simili a degli iceberg. L’acqua penetra sotto la lingua del ghiacciaio e la sua pressione stacca dei pezzi che poi riemergono, galleggiando nel laghetto. Sembrano proprio degli iceberg: un fenomeno che raramente si è visto negli ultimi anni, di solito a staccarsi è un blocco unico e non dei pezzi in più eventi come è successo sul passo del Geren, ha precisato il glaciologo. Ma lì, come d’altra parte sta avvenendo in altri luoghi con ghiacciai, questi iceberg si scioglieranno nelle prossime estati e con il tempo il ghiacciaio scomparirà completamente”.
Così un servizio della RSI del dicembre 2020 raccontava quanto Giovanni Kappenberger stava studiando sulle cime tra Ticino e Vallese. Ora quelle osservazioni sono diventate un piccolo e interessantissimo volume. Siamo in Alta Valle Bedretto: dalla località All’Acqua (1’612 metri) con circa un’ora di cammino si sale alla capanna Piansecco. Dopo altre due ore a piedi si raggiunge il Gerenpass, un valico a 2’700 metri di quota che divide il nostro Cantone dal Vallese. Qui si trova il piccolo Ghiacciaio del Chüeboden, dalla forma rotonda con una spessa coltre di ghiaccio; oltre 70 metri, molto maggiore, per esempio, rispetto ai 25 metri di spessore del ben più grande ghiacciaio del Basòdino. Dal 2000 questo piccolo ghiacciaio ha iniziato a ritirarsi: ora ha la forma di una mezza sfera, poiché l’altra metà è occupata da un laghetto, battezzato Lago di Geren e profondo circa 60 metri. Il 26 novembre del 2020 – una data molto precisa definita grazie alle foto satellitari –, una grossa porzione del ghiacciaio che giaceva sul fondo del laghetto si è rotta ed è emersa a grande velocità, rompendosi in diversi pezzi e creando degli iceberg che hanno iniziato a galleggiare sulla superficie del lago. L’inverno ha gelato il lago e ha “bloccato” queste porzioni di ghiaccio, rendendole visibili e creando “un mondo surreale e molto suggestivo”. Da giugno del 2021 la neve si è ritirata e grazie alle temperature estive i blocchi di ghiaccio lentamente si sono sciolti, sopravvivendo fino allo scorso novembre. Ora sono scomparsi. Una presenza che ha portato molti amanti della montagna sino in questo luogo per ammirare un avvenimento spettacolare e assolutamente unico alle nostre latitudini. Il libro ne immortala la parabola.


© SalvioniEdizioni


© SalvioniEdizioni


© SalvioniEdizioni


© SalvioniEdizioni


© SalvioniEdizioni


© SalvioniEdizioni


© SalvioniEdizioni

L’AUTORE
Giovanni Kappenberger (classe 1948) vive nei Grigioni ed è stato una voce storica di MeteoSvizzera a Locarno-Monti. Meteorologo e glaciologo con studi all’ETH di Zurigo, già deputato socialista in Gran Consiglio, è autore di studi e pubblicazioni legati al clima e ai fenomeni naturali. Fra questi ricordiamo Il tempo in montagna. Manuale di meteorologia alpina (Zanichelli, 1997), scritto con Jochen Kerkmann.

IL LIBRO
Gli iceberg del Gerenpass – Poetica del ghiaccio. Diario di un glaciologo
Pagine 144, con 130 fotografie e disegni. SalvioniEdizioni (2021). Per info: salvioni.ch; tel. +41 (0)91 821 11 11


© SalvioniEdizioni


© SalvioniEdizioni

Articoli simili