E la televendita continua

Il “venerdì nero” è quasi un ricordo, va bene. Ma se avete bisogno di compensare lacune di qualsivoglia natura (anche sentimentali) non disperate

Di Laura (la Ficcanaso)

Pubblichiamo un articolo apparso su Ticino7, allegato del sabato a laRegione.

Ultimamente passa molto tempo in casa anche la mamma influencer con le sopracciglia modellate e la piega ben fatta. Casualmente la bella signora riceve un pacco, lo apre e ci mostra con orgoglio il contenuto. Dentro ci sono degli abiti per bambini davvero invidiabili. Un attimo dopo ci mostra le creme e i prodotti in vendita sul suo shop online, perché è una di quelle persone meravigliose e inarrivabili che ha messo a reddito la propria vanità. Casualmente ci mostra anche l’aggeggio meraviglioso con cui si fa quella piega che ammiravamo pochi secondi prima. Il pollo – ovvero noi: ben vestite, mai pettinate e sempre con il cruccio di cosa fare per cena e di come lavorare in questo contesto liquido e insicuro – è già pronto a cliccare. Si ferma solo un attimo in preda a un dubbio: e se l’aggeggio migliore fosse quell’altro, quello pubblicizzato da Chiara Ferragni? Cosa mettere nel carrello?
In casa, in questo bombardamento continuo di televendite che è Instagram, abbiamo osservato e valutato di tutto: biancheria da letto plastic free e vegana (!), libri fotografici che si creano da soli, maschere per le mani, dentifrici rigeneranti, workshop motivazionali, crema di pistacchio, ravioli al cioccolato, bottiglie di Franciacorta biodinamico. 
Tra gli acquisti fatti ci sono un nuovo carrellino per la spesa artistico in edizione limitata e due coppe rosa per lo Champagne (vi assicuro che con la pasta in bianco è una prelibatezza). Queste ultime, collaudate pochi giorni fa, aspettano piazzate nello scaffale insieme al servizio di piatti che si usa nelle feste comandate. Cioè quello che non usiamo mai, perché noi nelle feste comandate non ci siamo mai. La notte della vigilia la passiamo tradizionalmente gozzovigliando davanti alla stufa per combattere il freddo del garage, unico luogo in cui possiamo accomodarci tutti e 42 i parenti stretti che siamo solo dal lato materno. 
Quest’anno non sappiamo come andrà, temiamo il brodo grigio già sperimentato a Pasqua e in questi giorni madri e zie fanno spedizioni interregionali di prova con cappelletti fatti a mano e fatti seccare. Non sappiamo. Ma su Instagram abbiamo già trovato la startup del brodo sottovuoto. Il pranzo di Natale potrebbe essere messo in salvo. Certamente prima del nostro portafoglio. 

 

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