QAnon: i complottisti e Donald Trump

Immaginate i Clinton e Obama a capo di una setta satanista, con divi del cinema, il Papa e il Dalai Lama. No, non è la trama di un film…

Di Federica Cameroni

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato del sabato a laRegione.

È una teoria del complotto così ampia da riuscire a fare da filo conduttore per tutte le altre. Una teoria secondo la quale la famiglia Clinton e Barack Obama sono a capo di una setta – ‘Cabal’ – di pedofili satanisti, composta da democratici, star di Hollywood, alcuni magnati della Silicon Valley, i media, Soros, Papa Francesco e il Dalai Lama. Insieme formano uno Stato alternativo, il Deep State, artefice dei mali del mondo: guerre, carestie, cambiamenti climatici… Un solo eroe combatte i malvagi: Donald Trump, aiutato dai militari USA. 

Donald Trump ha più volte strizzato l’occhio a QAnon condividendone i contenuti su Twitter e definendone i membri “persone che amano il loro paese”. Giovedì 15 ottobre il presidente, interrogato da Savannah Guthrie per NBC, si è rifiutato di condannare QAnon. Ha affermato di non sapere quasi niente sul movimento, di non ritenere per forza veritiero il riassunto fornitogli dalla giornalista e di sapere che si tratta di “persone davvero contrarie alla pedofilia e che s’impegnano duramente per combatterla”.
Guthrie ha poi domandato come mai condividesse su Twitter tesi cospirazioniste che accusano i suoi rivali di atti gravissimi (l’ultimo a proposito di Joe Biden e Barack Obama, accusati di avere inscenato la morte di Osama Bin Laden e poi tentato di uccidere la squadra di Navy Seals impegnata nel blitz contro di lui); il presidente ha risposto che un retweet è solo “l’opinione di qualcuno”. I seguaci di QAnon si sono dimostrati entusiasti dalle parole del presidente e hanno visto in esse l’ennesima conferma alla loro teoria. E questi seguaci risultano essere numerosi: in internet sono state trovate comunità QAnon in più di 70 paesi e una somma di utenti complessivi che arriva a toccare i 3 milioni. Il documentario presente tutt’oggi su YouTube (Q – The Plan To Save The World) conta 5’017’417 visualizzazioni e il canale Q-lobal change esiste in undici differenti versioni linguistiche. Molti adepti hanno tentato di entrare in politica e sono stati contati 81 candidati al congresso (attuali e non) legati al mondo di QAnon. Resta tuttavia difficile stabilire a quante persone in carne e ossa corrispondano questi numeri. 

Dal virtuale al reale

Ma come nasce il fenomeno? Il 28 ottobre 2017, su 4chan, piattaforma anonima di condivisione, un utente anonimo chiamato “Q” lascia intendere di essere un membro dei servizi segreti militari. Q posta una serie di enigmi dai quali si evince che Hillary Clinton, e con lei altri personaggi importanti, verranno arrestati. Q è criptico, le sue micro-informazioni, chiamate dagli utenti ‘gocce’ o ‘briciole di pane’, vengono interpretate dalla comunità che si divide dunque in gruppi di lavoro, chiamati ‘fornai’. Q parla di tempesta in arrivo; gli utenti si ricordano delle parole di Donald Trump durante una conferenza stampa quello stesso mese, in cui il presidente, probabilmente del tutto a caso, parlava proprio di ‘quiete prima della tempesta’. Viene trovato un legame a ogni briciola: Hillary Clinton verrà arrestata perché Donald Trump ha scoperto delle cose su di lei, cioè che gestisce un traffico di minori. A volte Q cita solo passi della Bibbia, altre volte il film Matrix, altre ancora usa codici. Un messaggio di Q dice “verità in arrivo su BC” , la sigla viene interpretata come un riferimento a Bill Clinton; “HRC” è Hillary Rodham Clinton, “Hussein” è Obama. 

Complottismo in evoluzione

È qui una delle grandi differenze tra QAnon e qualsiasi altra tesi cospirazionista. È una teoria partecipativa in continua trasformazione: si forma nel tempo e chiunque può contribuire a crearla. QAnon non richiede di essere accettata nella sua totalità, poiché questa non esiste (almeno non ancora). Eventuali dubbi possono essere fugati rispondendosi da soli. I tasselli vengono uniti un po’ alla volta, grazie a una lettura laterale dei fatti dove tutto è atto a dimostrare l’assunto iniziale, nonché l’unico su cui concordano all’unanimità: l’esistenza della Cabal. Il collettivo Wu Ming, che sul fenomeno ha realizzato un’attenta analisi, lo chiama “lo stile paranoico” e lo identifica come un bias cognitivo che fa sì che ogni avvenimento venga reinterpretato e rimodellato in funzione delle proprie convinzioni (è un riassunto molto stringato, il discorso è decisamente più complesso e articolato). Donald Trump è buono. Jeffrey Epstein viene arrestato per una serie di crimini sessuali che coinvolgono minori; Donald Trump aveva legami con Epstein, quindi Donald Trump ha smascherato Epstein. Melania Trump viene immortalata mentre indossa un mantello un po’ eccentrico targato Zara; sei mesi dopo il fondatore di Zara Amancio Ortega annuncia le sue dimissioni dalla dirigenza della società che controlla Zara – e altri 53 marchi –, quindi Ortega è membro della Cabal. Su YouTube esiste un documentario intitolato L’Inizio di un nuovo mondo della durata complessiva di tre ore dove ogni prova fornita segue questo processo logico. La stessa cosa accade nel documentario Out of Shadow (“solo” 1 ora e 17 minuti di video). Q continua a disseminare briciole di pane per il web, cambia piattaforma (prima 8chan, poi 8kun), ma il movimento è ancora confinato, gli utenti continuano a impastare. La storia della Cabal diventa sempre più intricata.

Save The QAnon

QAnon fa poi proselitismo tramite hashtag di associazioni ufficiali come Save The Children, o usandone altri ingannevoli (SaveOurChildren), riuscendo a mascherare la propaganda virtuale come impegno sociale. Sono stati trovati contenuti propagandistici dietro pagine e hashtag chiamati: Save Our Planet Challenge, Stop Child Abuse, End Child Trafficking… I social network, che non possono più ignorare il fenomeno, sono costretti a censurare parte dei loro contenuti. Censura che a poco è valsa, visto che i gruppi bloccati sono rinati sotto forma di nuovi nomi. Da Q si è passati a Cues (indizi), che ricalca il suono della lettera in inglese; i gruppi e le pagine promotrici di QAnon – con titoli non diretti come “Il grande risveglio” o “La tempesta” – sono ancora rintracciabili. L’acronimo WWG1WGA è ancora usato per identificarsi, così come le tre stellette accanto al nickname e il numero 17 – la ‘Q’ è la 17esima lettera dell’alfabeto – e tutto ciò che rimanda al film Matrix.

Soldi & sette

Il movimento si espande anche come impero commerciale: applicazioni per raccogliere i post di Q; merce in vendita su Amazon, incluso un libro che nel 2019 scala le classifiche di vendita; canali YouTube che monetizzano e siti che chiedono donazioni. Sempre dall’inchiesta condotta da NBC risulta che un sito di mappe (Qmaps), ora costretto alla chiusura, incassasse più di tremila dollari al mese solo in donazioni. Il ricercatore Marc André Argentino ha paragonato QAnon a una setta e ha individuato la nascita di chiese nelle quali viene reinterpretata la Bibbia secondo i loro dettami; la messa può essere seguita su Zoom. Fra le varie analogie individuate tra QAnon e una setta religiosa, la tendenza a distaccarsi da amici e familiari in nome della propria credenza, che diventa più forte di qualsiasi altro legame. Altri studiosi hanno evidenziato le similitudini tra QAnon e giochi di realtà aumentata, per la forte tendenza a mischiare elementi fantastici a fatti reali. In un documento dell’FBI, invece, QAnon risulta classificato come potenziale terrorismo domestico. Probabilmente QAnon è tutte quante queste cose insieme, senza dimenticare l’aspetto commerciale che ha assunto dimensioni notevoli. 
A poco serve sapere se Q abbia postato il primo messaggio a scopi ironici o di lucro, dal momento che i seguaci sono passati a compiere azioni nel mondo reale. Tra il 2018 e il 2020, benché QAnon sostenga fossero compiuti da figuranti, sono stati diversi i reati che portavano la loro firma: incendi dolosi, pedinamenti, minacce, istigazioni al suicidio, rapimenti, il tentativo d’inviare pacchi bomba ad alcuni nomi di presunti esponenti della setta e tentati (talvolta riusciti) omicidi. 

TRAME E SOTTOTRAME

Nelle varie sottotrame di QAnon ritroviamo le scie chimiche che servono a creare calamità naturali, il cambiamento climatico e a controllare le menti; la non-morte di J.F. Kennedy e teorie della cospirazione sull’11 settembre. Poi c’è la convinzione che la Cabal prelevi dal sangue dei bambini l’adrenocromo, ormone dal quale i membri della setta sarebbero dipendenti e che userebbero per restare giovani; una storia pericolosamente simile a un antico canard antisemita, secondo il quale gli ebrei userebbero il sangue dei bambini cristiani per compiere dei rituali.
Anche l’idea che Hillary Clinton torturi i minori arriva da una tesi cospirazionista già esistente e diffusasi sul web nel 2016, conosciuta come Pizzagate, tanto che per molti le origini di QAnon affondano proprio in quel caso. Dal 2018 QAnon non è più relegato in una nicchia di internet. Anche grazie all’intervento di alcuni moderatori di 4chan – che intravedendo un potenziale guadagno nel caso in cui diventi un fenomeno di massa e si adoperano nel diffonderlo – il movimento si sposta su social network più popolari: prima Reddit, poi YouTube, Instagram, Facebook e Twitter. Si tratta ormai di un movimento dall’identità forte che ha un proprio gergo, una sua organizzazione in gruppi di lavoro per interpretare quello che dice Q, ma anche gruppi di sorveglianza dai quali vengono segnalati e controllati i potenziali membri della setta, degli eroi e persino degli influencer. Gli algoritmi, che tendono a promuovere contenuti cospirazionisti, giocano a loro favore: complice la quarantena, secondo le analisi di NBC da marzo a luglio 2020 si passa da 213mila utenti complessivi a 1 milione e 400mila.

Pizzagate

PizzaGate è una teoria cospirazionista nata durante le presidenziali USA del 2016: sostiene che nelle e-mail scambiate tra l’ex capo di gabinetto della Casa Bianca John Podesta e la Segretaria di Stato Hillary Clinton – hackerate e pubblicate su WikiLeaks – essi parlassero in codice di traffico di minori. Le sigle usate nelle e-mail hackerate si riferivano a una cena in pizzeria (CP, per Cheese Pizza), ma la teoria le ha distorte e riferite all’abuso di minori (CP come Child Pornography). Su internet, i cospirazionisti hanno ipotizzato che nelle cantine (inesistenti) della pizzeria Comet Ping Pong di Washington venissero torturati dei bambini. Tutto ciò portò un sostenitore a entrarvi armato e ad aprire il fuoco, altri a minacciare i proprietari della pizzeria.

WWG1WGA

È l’acronimo di Where We Go One, We Go All (tutti per uno, uno per tutti), motto che spesso serve a designare l’appartenenza al movimento. La stessa funzione hanno le tre stelle poste accanto al nickname: omaggio a un loro eroe, il tenente generale Michael T. Flynn, sostenitore di QAnon e coinvolto nel RussiaGate, che a detta sua sarebbe una congiura di cui lui sarebbe vittima.

VISTO DALLA RETE – Il Ticino e i complotti

Anche in Ticino, le teorie del complotto sono aumentate a causa del virus. Su Facebook numerosi gruppi e pagine hanno continuato a condividere bufale e notizie dai toni cospirazionisti. Esistono gruppi locali contro il vaccino del Covid-19 (che ancora non esiste) e altri che uniscono il sentimento antiquarantena al timore del 5G. Anche leggendo i commenti sotto gli articoli dei quotidiani si capisce come la tendenza a credere alle cospirazioni sia facile. Come sottolineano anche i Wu Ming queste teorie, che spesso non sbagliano nell’intenzionalità (gli orrori esistono, le persone, anche quelle che formano i governi, fanno cose aberranti in nome del potere), forniscono una versione più comoda dei fatti. Della pandemia si è preferita una narrazione che prevedesse un nemico, piuttosto che un discorso articolato sui cambiamenti climatici, la deforestazione, la sanità privata, il capitalismo o altri temi che avrebbero richiesto un discorso decisamente più articolato. E magari anche di mettere in discussione noi stessi e il nostro stile di vita. 

 

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