Lorenzo Merga & i tre papi

Oggi coordinatore del Gruppo «prevenzione e negoziazione» presso la Polizia cantonale, per oltre un ventennio ha servito e protetto i capi della Chiesa.

Di Gino Driussi / Gino Driussi

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.

Ventitré anni, più della metà della sua vita, trascorsi nella Guardia Svizzera Pontificia in Vaticano. È questo il sorprendente percorso del ticinese Lorenzo Merga, che incontro presso la sede della Polizia cantonale a Bellinzona. «Tutto è partito dalle attività che svolgevo come giovane nella parrocchia di Monte Carasso. Il parroco di allora mi chiese se non avessi mai pensato di fare la guardia svizzera. Siccome ero ancora titubante se intraprendere gli studi universitari di economia o di diritto, partecipai a una serata informativa e mi dissi che a 19 anni poteva essere una bella esperienza. Era il 1995 e partii con l’idea di rimanere due anni in Vaticano per poi rientrare in Svizzera e andare all’università. Invece le cose sono andate diversamente, perché ho trovato l’esperienza molto interessante, in quel micro-mondo svizzero, fatto da giovani provenienti dalle quattro regioni linguistiche, tutti al servizio del papa».

La tragedia e grandi papi

Alla Guardia Svizzera Lorenzo ha scalato quasi tutti i gradini della gerarchia fino a diventare ufficiale, con il grado prima di capitano, poi di maggiore, la terza carica dopo quella di comandante e di vicecomandante. Una carriera ricca di soddisfazioni, ma funestata anche da una tragedia: il 4 maggio 1998 vennero ritrovati i cadaveri di Alois Estermann, comandante da poche ore, di sua moglie, la venezuelana Gladys Romero, e del sottufficiale Cédric Tornay. Nel 1999, la magistratura vaticana archiviò l’inchiesta dopo aver accertato che Tornay aveva ucciso Estermann e sua moglie in preda a un raptus causato dalla mancata concessione di un’onorificenza, per poi suicidarsi. Su questo dramma sono stati versati fiumi di inchiostro… «Per noi tutti è stato uno shock e i media vi hanno ricamato molte fantasie. È stata una tragica realtà di dinamiche interpersonali che purtroppo possono anche sfuggire al controllo della mente umana. Però, nella tragicità del momento, il Corpo ha dato prova di una grande unità».
In Vaticano Merga è stato al servizio di tre papi: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, tre pontefici dalle caratteristiche molto diverse: «Wojtyła  è stato il ‘mio’ papa, ho giurato durante il suo pontificato. Quando l’ho conosciuto, era già molto anziano. Nella sua spontaneità, soprattutto quando eravamo a Castel Gandolfo, non mancava di manifestarci tutto il bene che voleva alla Guardia. Ratzinger lo conoscevamo già da cardinale, perché veniva a celebrare la messa per noi. È stato bello poter servire anche lui come papa, un uomo considerato da molti ancora incompreso e ingiustamente criticato per la sua forma caratteriale, e che ha dimostrato tutta la sua grandezza con la scelta di lasciare, nel 2013, il trono di Pietro perché gli mancavano ormai le forze per andare avanti. Quanto a Francesco, lo conosciamo tutti. Era una figura nuova, poco nota, perché da cardinale e arcivescovo di Buenos Aires non veniva spesso a Roma. Da papa, ha cambiato tante dinamiche, come il fatto di non voler risiedere nel Palazzo apostolico ma alla Casa Santa Marta, il che ha creato non pochi problemi di sicurezza anche a noi della Guardia, soprattutto per quel contatto ravvicinato che cerca costantemente con la gente. A me questa sua semplicità anche nei nostri confronti ha creato dell’imbarazzo e qualche difficoltà nel rapportarmi con lui, perché ero pur sempre una semplice sua guardia e un suo subordinato».

Collaborazione con la Polizia cantonale

Lorenzo Merga è stato uno dei principali artefici di un importante accordo firmato tra Vaticano e Polizia cantonale ticinese entrato in vigore nel 2016: «È una convenzione che permette alle reclute di svolgere parte della loro formazione di base, attraverso il Centro di formazione di polizia e i suoi istruttori, nelle strutture della Piazza d’armi di Isone e dà loro la possibilità di venire istruiti alle varie tecniche di sicurezza e all’utilizzo delle armi da fuoco. Una questione da sempre delicata e difficile per l’assenza di strutture in Vaticano e la carenza di poligoni italiani».
A fine 2018 il nostro interlocutore ha lasciato la Guardia Svizzera per rientrare in Ticino. «Mi sembrava il momento giusto. Si stava concludendo per me il mandato quinquennale da ufficiale, ero nell’età in cui poter ancora trovare una nuova attività professionale e mio figlio Leonardo si apprestava a concludere le scuole elementari e stava per passare alle medie». Un Ticino profondamente cambiato da quando lo aveva lasciato nel 1995: «Sì, non fosse altro che per il traffico! Ma sono cambiato anch’io: partito ragazzo, sono tornato uomo con una famiglia, quindi vedo il Ticino in maniera abbastanza differente. Ma è bello essere a casa!».

IL PERSONAGGIO

Lorenzo Merga, originario di Monte Carasso, è nato il 27 agosto 1976. Dopo la maturità alla Scuola cantonale di commercio e terminata la scuola reclute, nel novembre 1995 è entrato nella Guardia Svizzera Pontificia, dove è rimasto fino al termine del 2018. Nel 2010 è stato il primo ticinese a essere nominato ufficiale, con il grado di capitano, per poi assumere quello di maggiore nel 2013. Attualmente è coordinatore del Gruppo «prevenzione e negoziazione» presso la Polizia cantonale ticinese. È sposato e padre di un bambino.

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