Vecchi e nuovi mondi
Sì, “qui una volta era tutta campagna”. E tornare indietro non si può
Di laRegione
Dalla casa anziani, in cima al paese, a via dei Prati saranno tre chilometri. È chiamata così perché trent’anni prima c’erano solo mucche al pascolo e una manciata di stalle. Una volta. Negli ultimi decenni, però, nessuno ha tenuto aggiornata l’anziana mamma di Luigi, che la settimana prossima spegnerà 92 candeline. Lei è abbastanza in forma, la testa ahinoi preferisce invece vivere su dimensioni temporali alternative.
Per questo ogni volta che Luigi va a trovarla, lei chiede le stesse cose: «E le capre come stanno?», «Avete già tirato su il fieno?», «È venuto il Celio a riparare il tetto?». Il figlio risponde con pazienza, cercando di ricordarsi che cosa le ha raccontato la settimana precedente… Insomma, con l’imminenza del compleanno, l’altro giorno il direttore ha chiesto all’anziana se le sarebbe piaciuto andare a casa per qualche ora, «a festeggiare!». Ottima idea, se non fosse che la signora non sa che via dei Prati è una distesa di capannoni (vuoti), e che il Municipio tentenna sul ribattezzarla «via della Logistica». Stalle, vigne, alberi da frutta hanno preso il volo, venduti per quello che sembrava il grande affare: il tempo ha insegnato che non è stato così.
«E chi glielo dice adesso che le capre sono sparite da una vita…?», gli ha fatto notare la moglie. I figli di Luigi, invece, non vedono l’ora di vedere la faccia della nonna davanti alla rampa in cemento che hanno costruito sopra la vecchia officina del nonno. Nell’attesa di trovare il bandolo della matassa, Luigi ha imparato a memoria scene e battute di un film tedesco del 2003, Good Bye, Lenin! Adesso non resta che trovare qualche vecchio souvenir (del Ticino che fu)