On y va, à la Saint-Nicolas
Ieri, si è svolta la festa dedicata a San Nicola, patrono della città di Friburgo. Una celebrazione secolare
Di Clara Storti
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione.
Ogni primo sabato di dicembre, Friburgo festeggia il suo santo patrono con una manifestazione che coinvolge studenti e popolazione intera, da più di cento anni.
Uscendo su Place Python, oltre al freddo pungente concentrato tutto sulla punta del naso, non sembra esserci aria di festa, sebbene sia una fra le ricorrenze più sentite a Friburgo, quella della Saint-Nicolas; vuoi perché è la festa che celebra San Nicola, santo patrono della città – fu Berthold IV de Zaehringen, fondatore di Friburgo, a consacrargli la chiesa parrocchiale e quindi la ville –, vuoi perché coinvolge tutta, ma proprio tutta, la popolazione.
Una festa per (e di) tutti
Sospinta dalla gelida bise, scendo spedita lungo Rue de Lausanne, dove incontro i primi capannelli di persone che, via via, si fanno folla festosa una volta raggiunta Place des Ormeaux, prima, e poi il crocicchio che vede l’incontro di Rue du Pont-Muré, Rue de Morat e Sankt-Niklaus Gässchen, dove si staglia, un po’ impacciata fra le mura ravvicinate di alcuni edifici, la cattedrale di San Nicola, un gioiello gotico tirato su fra il 1283 e il 1490.

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Sulla sinistra si staglia la torre campanaria della cattedrale di San Nicola, sulla destra, in ultimo piano, il Pont du Gottéron
Fra bancarelle di cibo, vin chaud e prodotti artigianali, la calca è impressionante, tanto che c’è da temere per lo stuolo di bambini rubicondi in berrette variopinte che attendono il passaggio, sulla groppa d’asino, di San Nicola che dispensa saluti, sorrisi e dolci speziati, mettendosi però al riparo dai sinistri Schmutzli (Pères fouettards, in francese), gli assistenti del santo, neri dalla testa ai piedi, che brandiscono minacciose ramazze e “puniscono” chi non si è comportato bene. Insieme a loro, sfilano anche un corteo di musicisti e un coro…

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Santo patrono protettore dei bambini
Mi fermo qui, perché la memoria mi tradisce un po’ e poi, almeno una volta nella vita, ci si potrebbe pure andare a Friburgo per assistere a quella che è una delle molteplici tradizioni viventi svizzere, che si svolge ogni anno, durante la prima sera del primo sabato di dicembre; che cade proprio oggi.
La selezione è una cosa seria
La manifestazione popolare vede uno degli studenti “cadetti” del Collège Saint-Michel – vestito di mitra, cappa serica bianca e una lunga barba, altrettanto nivea – attraversare la città in groppa a un asino, tra fiaccole e fracasso di campanacci, fino alla cattedrale. Una volta lì, dal balcone della torre, il “vescovo ad interim” terrà il suo discorso in presenza di una folla che pare un fiume sotto di lui e che conta decine di migliaia di partecipanti ogni anno.
La selezione del candidato ideale non è cosa da poco: ogni settembre, la direzione della scuola chiama all’appello i volontari per il ruolo di San Nicola, che viene assegnato (è anticipato poche righe sopra) a uno studente maschio del terzo anno, una consuetudine rimasta tale nonostante le pressioni affinché si desse la possibilità anche alle ragazze di impersonare il patrono, per le quali è possibile però vestire i panni neri degli Schmutzli.

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Schmutzli o Pères fuettards
Una settimana dopo l’appello, volontari e rispettive classi si riuniscono e ciascun candidato, salito sul palco, recita un testo – in versione bilingue tedesca e francese (favelle ufficiali del Cantone) – e risponde quindi a una serie di domande, esplicitando le ragioni della propria volontà di partecipare alla manifestazione. A questo punto, messe tutte le carte in tavola, il gremio studentesco ha il compito di eleggere il San Nicola di turno; dopodiché viene pure selezionato il comitato organizzativo dell’edizione (supervisionato da un amministratore e da uno dei presidi dell’istituto scolastico): una quindicina di studenti che incarnerà, al momento del corteo, i vari personaggi.

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I musici
Radici lontane nel tempo
Reintrodotta nel 1906, questa formula festiva è monopolio del Collège Saint-Michel e, nonostante si possano avere dubbi a riguardo, non ha nulla a che vedere con Santa Claus. La figura di San Nicola – santo protettore dei bambini – si rifà al vescovo di Myra (in Asia Minore), vissuto al tempo dell’imperatore Costantino, nel IV secolo d.C. La tradizione della festa friburghese ha radici lontane nel tempo, sul sito www.lebendige-traditionen.ch si legge che nel 1577 il prevosto Scheuwly nel suo Katharinenbuch riferiva di cortei, libagioni e dell’usanza di far travestire i panni del santo a uno scolaro. Col passare del tempo la festa prese però una brutta piega, degenerando in “ubriachezza molesta e schiamazzi”, tanto che a metà 1700 cerimonia e corteo vennero soppressi. L’usanza (che ricorda in qualche modo le rappresentazioni religiose) verrà in seguito riesumata nei primi del ’900, partendo come uno scherzo studentesco: alcuni alunni truccati e travestiti fecero rivivere il corteo portando santo e asino in giro per la città. Il successo della loro iniziativa è all’origine del ritorno alle celebrazioni dedicate al patrono nello spazio pubblico.

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Una ricorrenza sentita da tutta, ma proprio tutta la popolazione
Da allora, è sempre stato il Saint-Michel a occuparsi dell’evento fra culto religioso e pratica popolare, il cui budget raccolto dal comitato organizzativo spesso eccede il finanziamento necessario per la festa, così il denaro in più viene devoluto ad associazioni caritative locali che propongono attività per l’infanzia.

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Il “vescovo ad interim” di schiena, sul balcone della torre campanaria
