Ironica e libera, l’anima di Rachel Grüninger

Classe 1992. Le sue origini hanno radici nelle Filippine e in Congo, parla fluentemente quattro lingue, è influencer e di mestiere guida l’autopostale…

Di Natascia Bandecchi

Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

Classe 1992. Le sue origini hanno radici nelle Filippine e in Congo. Parla fluentemente 4 lingue (più il dialetto, che migliora grazie alle ‘dritte’ dei suoi passeggeri preferiti della valle). Sin da piccola si è mossa tra un dritto e un rovescio giocando a tennis, l’ha praticato a livello agonistico portandosi a casa diversi trofei (i suoi idoli sono i due ‘reali’, Roger ‘The King’ Federer e Serena ‘The Queen’ Williams). Il suo curriculum è ricco di esperienze lavorative che l’hanno aiutata a comprendere cosa più le risuonava, trovando il posto dove far emergere le sue qualità comunicative, la passione per la natura, il movimento e l’osservazione di ciò che le accade intorno: guida l’autopostale. Adora viaggiare, cucinare e passeggiare in montagna. La sua personalità è frizzante e da una manciata di anni si è tuffata nel variegato mondo degli influencer, nome in codice: @Rarafashionblogger.

A volte nel lavoro di scrittura le storie da raccontare arrivano tramite lo sguardo di chi è sensibile alle sfumature. Grazie all’intuizione di un amico – ciao Rino – che viaggia sulla tratta che guida Rachel Grüninger, mi è arrivato il suo nome: “Nat” mi dice “secondo me lei è un profilo che potresti tratteggiare tu”. Dall’idea alla realtà, dopo alcuni mesi mi ritrovo seduta davanti a lei con il registratore in modalità ‘rec’. «Dal mio specchietto retrovisore interno vedo tanta umanità passare davanti ai miei occhi: i ragazzi crescere, la solitudine delle persone anziane e quel meraviglioso senso di comunità che si respira in valle che, purtroppo, è un po’ in via di estinzione nei centri urbani». Rachel trasmette good vibes mentre si racconta e aggiunge che si sente profondamente in pace quando conduce «il suo torpedone giallo di 8,5 tonnellate».

Etichette

Nel sangue di Rachel scorre sangue filippino e congolese, ma lei si sente svizzera, anzi, totalmente ticinese. «I miei tratti dicono altro, ma ciò che conta è come mi sento io nel profondo. A volte mi fanno notare che non sono una ticinese pura… e mi dico, ok Rachel, va bene». Davvero? Chiedo io sorpresa. «No, in realtà non va bene, basterebbe davvero più riguardo, cambiando il tono e l’intenzione. Per esempio, quando rispondo che sono svizzera alla domanda: “Di dove sei?” , sarebbe sufficiente che l’altro non mi guardasse sorpreso aggiungendo sornione “sì, ma veramente, da dove vieni?”». Rachel aggiunge che non c’è niente di male nell’essere curiosi delle origini di una persona, ma che un grande passo per andare oltre le apparenze sarebbe quello di smetterla di etichettare e giudicare… soprattutto quando non si conosce la storia di chi si ha davanti.

Fuoco della consapevolezza

Il pregiudizio, gli stereotipi e l’ignoranza sono potenti armi che dividono, creando distanze abissali tra gli esseri umani. Fortunatamente l’educazione può essere una miccia che accende il fuoco della consapevolezza, donando una nuova prospettiva. «Capitava che io e i miei fratelli, rientrati a casa dopo scuola, cercassimo conforto tra le braccia di nostra madre. Perché? Semplicemente per parole che ferivano tipo “negro” o altri epiteti che si riferivano al colore della nostra pelle. Lei ci ascoltava e rispondeva: “Ragazzi, loro purtroppo non conoscono il significato delle loro parole, nessuno gliel’ha insegnato. Voi per crescere bene, siate delle brave persone, non importa il colore della vostra pelle”. Mia madre mi ha insegnato a non piangermi addosso e a non reagire davanti a provocazioni dettate dalla non conoscenza. Sono cresciuta non vergognandomi di chi sono, rispettando e accettando innanzitutto me stessa e, di riflesso, gli altri».


© Ti-Press / Alessandro Crinari

Comunicazione

Essendo nata il 30 luglio, a Rachel, da buona “leonessa”, non manca certo la dote della comunicazione. «Intrattenere fa parte del DNA della mia famiglia: già alle Elementari amavo esibirmi, cantare, leggere ad alta voce. Quando giocavo a tennis mi garbava molto intrattenere il pubblico con un buon livello di gioco e poi il passo a creare contenuti per i miei profili social è stato breve». Oggi la sua community vanta migliaia di persone che la seguono nei suoi video freschi e pieni di ironia. «Ho iniziato per gioco, notavo che le persone si divertivano e piano piano sono andata avanti, mi piace strappare un sorriso a chi mi guarda».

Connessione con la natura

Rachel si sente connessa con la natura quando è al volante del ‘gigante giallo, rosso e nero’. «Ammirare i cambiamenti delle stagioni, i colori degli alberi, gli umori del clima fra tramonti mozzafiato, paesaggi innevati e primavere ricche di colori meravigliosi… senza dimenticare che vivo spesso in una sorta di safari dalla mia postazione privilegiata: cervi, tassi, volpi e i vari abitanti dei boschi mi illuminano il viaggio».

La curiera

«Ai tempi, la scuola guida dell’autopostale la praticavo tra la regione di Bellinzona e il Canton Grigioni e diciamo che non passavo inosservata: donna, al volante di un ‘bestione’ a quattro ruote con la L, nera, con una cornice di capelli afro ad accompagnare il tutto. La gente al mio passaggio rimaneva tra l’ammaliata e lo stupita. Io, a mia volta sorpresa le prime volte, chiedevo al mio insegnante: “Ma è sempre così quando si fa scuola guida?”. Sorrido mentre ricordo quei momenti e, visto che amo far sorridere gli altri, ho creato il mio primo video in cui canto La curiera di Davide Van De Sfroos rimaneggiando le parole per ironizzare da “Töcc in sö la curiera” a “Guido e sono nera”». Come sosteneva lo scrittore e poeta Victor Hugo: “È dall’ironia che comincia la libertà”.

Profili IG e TikTok: @Rarafashionblogger

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