Burger King e l’amore da Whopper

Vendersi bene è importante quasi quanto stare bene. È così che nascono le grandi storie. Anche se poi passi le giornate a fare cose bizzarre, tipo…

Di Laura (la Ficcanaso)

Pubblichiamo un articolo apparso su Ticino7, allegato del sabato a laRegione.

In questa landa incerta in cui un pezzo del parentado è in lockdown e un altro è in allarme da “come faremo a Natale”, festeggiamo almeno la liberazione dai buoni sentimenti. Oggi vogliamo solo uscirne (e uscire): ingrati, ottusi e cinici come sempre siamo stati. Eppure, il marketing “col cuore in mano” scalda ancora gli animi. Lo ha dimostrato Burger King, con un manifesto in cui invitava a ordinare da un rivale storico come McDonald’s (e in senso lato da qualunque altro ristorante), per sostenere un settore in enorme crisi durante la pandemia. Nei giorni in cui realizzavo di avere tantissimi conoscenti esperti di politica statunitense e scatenati fan di Joe Biden, conoscevo anche una marea di esperti di comunicazione e profondi conoscitori del settore ristorazione. A nessuno è venuto in mente di osservare che ordinare delivery significa spesso foraggiare società che sfruttano le persone che consegnano, perché ancora una volta ci era stata venduta un’idea bellissima nel modo più efficace, ossia senza volerlo fare esplicitamente. 


Una pubblicità anni Ottanta: per la serie i consigli e l’esperienza contano (anche se le creme non ti servono, fortuna tua)

La blogger L’Estetista Cinica insegna tutte le volte che ti dice che non devi sprecare soldi. Se il destino ti ha dato in sorte un sedere importante nessuna crema anticellulite ti trasformerà nella Hunziker della pubblicità di Roberta. È nell’esatto momento in cui ti dice questo che decidi di investire su una crema viso e scegli la sua. Perché ti ha detto una grande e pacificante verità. 
Alcune di noi si sono spesso sentite Burger King in campo sentimentale: non rincorrerli, torneranno da te, strisceranno ai tuoi piedi conquistati dalla nobiltà d’animo che esprimi nel non abbassarti a far loro la corte. Fai la splendida: niente coltello tra i denti per conquistare il mercato, solo tanta verità per far rafforzare il marchio e farne quello che gli esperti definirebbero un “love brand”. Investire sui valori e allo stesso tempo non dimenticare mai di curare il prodotto. Perché i valori non bastano se la customer experience non è soddisfacente. Vendersi bene è importante quasi quanto stare bene. È così che nascono le grandi storie. Anche se poi si passano le giornate in attività fastidiose e inutili. Come quella di togliere i cetriolini dal Whopper. 

Articoli simili