E su Netflix si riscopre il corpo umano
Una storica serie animata dedicata al nostro organismo sbarca nella rete. Perché la ‘meravigliosa macchina’ continua ad affascinare (solo noi adulti?).
Di Laura (la Ficcanaso)
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.
I microbi repellenti che cercano di invadere il corpo, scatenando la reazione di un esercito eroico e candido, quello dei globuli bianchi. Un Maestro bianco e onnisciente, che dal cervello controlla tutto quello che accade e coordina una macchina meravigliosa in grado di mettere in campo risorse portentose: il nostro corpo.
La maggior parte delle persone che conosco sa quel che sa del corpo umano e del suo funzionamento grazie al cartone animato francese Siamo fatti così. Ebbene sì: se a ogni ferita o starnuto immaginiamo di avere dentro di noi una colonia di esseri assurdi che si attivano per intervenire e impedirci di perdere sangue fino alla morte e intoniamo una canzone di Cristina d’Avena, è per colpa e per merito di un cartone tornato prepotentemente di moda.
Nelle settimane scorse, infatti, è uscita la notizia che Siamo fatti così è ora disponibile anche su Netflix, nella meravigliosa prateria dello streaming. Niente sveglie puntate all’ora in cui il cartone va in onda in qualche rete sconosciuta, niente acrobazie su YouTube. L’educazione della prole e l’introduzione divertente al mondo della scienza sono a portata di mano. L’operazione ha tutto per diventare popolare, facendo leva in eguale misura sulle velleità educative e lo spirito costantemente nostalgico del genitore.
Stasera si guarda la TV
Le creature che generalmente devono elemosinare una mezz’ora di cartoni di fronte a una madre che propone l’ennesimo torneo di briscola sono spiazzate quando lei, spontaneamente, prende il telecomando e accende la TV. «Stasera vedrete un bel cartone che la mamma adorava alla vostra età». L’emozione è tale che non c’è il tempo di rendersi conto di quanto sia trombona e vecchia una frase del genere. Neanche il tempo del download dell’episodio e diventiamo la peggior caricatura di noi stessi, con la sicumera di chi è convito di aver vissuto l’età dell’oro. Del resto, solo pochi giorni prima il ritrovamento di Gira la moda in soffitta ci aveva mandato in sollucchero. Le bambine avevano trovato i nostri vecchi disegni e iniziato a creare i loro. Per festeggiare ci sediamo tutte sul divano con i pop corn. A cosa serve mangiare sano o fare la dieta quando si può apprendere senza sforzo guardando la TV?
Basta cellule, dai…
Il bello dell’on demand è che puoi iniziare dall’inizio, non salire in corsa a cartone iniziato su una puntata a caso. E l’inizio è proprio l’inizio. La terra, la formazione degli oceani, il brodo primordiale. Le domande arrivano a raffica e non basta mettere in pausa ogni secondo. Nel giro di pochi minuti siamo alle cellule, i mitocondri, il DNA e il patrimonio genetico.
Rovisto nella memoria: della prof di scienze ricordo solo i jeans a vita alta e gli occhiali da segretaria di Ghostbusters. Proseguo spiegando a caso e pronunciando frasi di cui non sono minimamente certa. La scimmia, l’uomo, i dinosauri. «Ebbene sì, bambine, il coccige è un’eredità della coda delle scimmie dalle quali discendiamo». Il tempo di pensare che forse dovremmo presentargli anche le tesi creazioniste – giusto per vedere la differenza – e siamo alla fine della prima puntata. «Ma queste cellule, cellule qua, cellule là. Adesso possiamo vedere Geronimo Stilton per favore?». Mai una soddisfazione: sono esattamente come la madre, prima dell’effetto nostalgia. Però sanno benissimo la sigla.
Siamo fatte così.